30-12-2016

10 bollicine italiane per le feste

Da Nord a Sud, una selezione di ottime bottiglie da stappare per iniziare il nuovo anno bevendo spumanti di qualità

I vini spumanti di qualità sono sempre di più ne

I vini spumanti di qualità sono sempre di più nel nostro paese: le feste che ancora ci attendono sono un'ottima occasione per assaggiarne alcuni

Con buona probabilità, non c’è nulla che faccia più festa delle bollicine. E finalmente quelle italiane sono in continua crescita, sia per numero che per qualità. Sono sempre di più le aziende che scelgono di produrre un’etichetta di spumante, invogliate dal mercato sia nazionale che internazionale che richiede moltissimo questa tipologia di vini. Le bollicine si sa, mettono allegria e non possono mancare nei momenti di festa, ma va ricordato che sono vini a tutto pasto e per tutte le occasioni.

Ne abbiamo delle buone interpretazioni un po’ lungo tutto lo stivale. La Valle d’Aosta è nota per avere i vigneti più alti d’Italia nel territorio di Morgex, dove si produce un ottimo metodo classico da uva autoctona, il prié blanc, allevato su viti molto basse per difendersi dal gelo. La cooperativa ad alta quota, tra i 1000 ed i 1200 metri di altitudine, produce più etichette di spumante. Preferiamo quella base, come spesso accade: Valle d’Aosta Blanc de Morgex Metodo Classico Brut Extreme, è un millesimato, e lascio libera scelta dell’annata, elegante, floreale, sottilissimo.

La Franciacorta nasce proprio come territorio di produzione di spumanti metodo classico intorno al lago d’Iseo. Abbiamo riprovato di recente il Franciacorta Satén 2012 Arcari e Danesi, straordinario, degustato alla cieca farebbe pensare ad un territorio più famoso d’Oltralpe. Chardonnay in purezza, per la rifermentazione in bottiglia l’azienda utilizza solo zuccheri propri dell’uva vendemmiata, affinamento lungo di 31 mesi sulle fecce ed altri tre mesi in bottiglia. Molto floreale, minerale di gesso, una chicca da regalare in questi giorni.

Sempre in Franciacorta anche Barone Pizzini è un viticoltore molto attento alla qualità, rispettoso dell’ambiente e della vigna. Franciacorta Brut Nature (millesimato), è sempre una certezza, affilato, dinamico, finissimo il perlage e si allunga piacevolmente sulle note salate.

Ritornando ai vini di montagna, in Alto Adige a 1.200 metri Arunda realizza un ottimo metodo classico: Alto Adige Extra Brut Riserva, 50% chardonnay, 30% pinot bianco, 20 % pinot nero. Finissimo, da aperitivo o antipasto, ottimo sui crudi di mare. Nei profumi ricorda fiori bianchi, cremoso e flessuoso, teso e lungo. Altro territorio che ha fatto grandi investimenti sulle bollicine è il Prosecco dove sempre più si ritrovano espressioni di qualità e fuori dal coro commerciale.

In casa Ferrari troviamo quei classici intramontabili. Esce un po’ dal coro il Trento Riserva Lunelli, millesimato, il lungo affinamento prima della sboccatura conferisce eleganza ai profumi ed alle finissime bollicine, ampio nei profumi che vanno dai toni agrumanti alla nocciola tostata. Coste Piane Frizzante Naturalmente Conegliano Valdobbiadene viene prodotto con il metodo contadino, rifermentato naturalmente in bottiglia con il suo mosto. E’ un vino gioioso, solare, molto piacevole per la cremosità quasi masticabile, la freschezza decisa, i sentori agrumati e di erbe mediterranee.

Nel cuore del territorio più vocato c’è l’azienda Anteo che solo nelle migliori annate produce il millesimato Oltrepo’ Pavese Pinot Nero Extra Brut Nature Ecru, dosaggio zero, lungo affinamento prima della sboccatura, ha struttura, corpo ed eleganza allo stesso tempo. Ca Lojera è una azienda specializzata nel turbiana, il trebbiano di Lugana, a cavallo tra il Veneto e Sirmione in provincia di Brescia. Da un’uva autoctona allevata su argilla bianca nasce il Tur Blanc, metodo classico, millesimato, dosaggio zero, di grande finezza sia al naso che al palato.

Spostandoci verso sud ci fermiamo in Irpinia, Campania, terra di Fiano di Avellino, uno dei bianchi più importanti d’Italia e molto apprezzato anche all’estero. Qui Rosanna Petrozziello ha dato vita ad un buon metodo charmat da uve fiano, sapido, vibrante nell’acidità e dai profumi agrumati: Cabrì di I Favati. Anche il Vesuvio ha le sue bollicine da metodo classico ed uva autoctona. Lo produce Massimo Setaro di Casa Setaro, piccola azienda a conduzione familiare a Trecase, paesino di antica tradizione vignaiola. CaprettOne da uve a bacca bianca caprettone, su suolo nero e lapillico, sa di agrumi, di pietra di mare, racconta il vulcano, teso e cremoso il sorso.


In cantina

Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo

a cura di

Marina Alaimo

nata a Napoli, è giornalista, sommelier e degustatrice Onaf, oltre che di vini ovviamente. Wine & food writer

Consulta tutti gli articoli dell'autore