20-11-2016
Dom Pérignon e tartufo, cosa chiedere di più? Mariella Caruso, beata lei, è stata nella nuova Glass House nel Monferrato, dove sorseggiare calici delle bollicine più famose del mondo. Poi, si viene portati alla Ciau del Tornavento, dove Maurilio Garola - a sua volta tra i ventuno dépositaires italiani Dom Pérignon - serve piatti a base di tartufo e stappa qualcosa della sua sterminata cantina
Cosa può esserci di più iconico che bere una coppa di champagne Dom Pérignon Vintage 1985 o Rosé Vintage 1986 in una Glass House immersa nella campagna del Monferrato? Ben poco. La Glass House, firmata dalla Dream&Charme di Giorgio Caire di Lauzet, costruita tra febbraio e aprile 2016 e inaugurata all’inizio di novembre, infatti, si candida a essere uno dei luoghi di maggior prestigio dell’ospitalità di alta gamma della Penisola.
Ispirata dalle opere di grandi architetti come Frank Lloyd Wright, Philip Johnson e Mies van der Rohe, la Glass House italiana inserita nell’offerta di Dream&Charme, ci racconta il suo proprietario Caire di Lauzet, è nata «in virtù della mia passione per l’architettura, grazie alla consulenza di Piero Lissoni, dove prima c’era la limonaia del cottage di famiglia». In una suite 7 stelle dalle pareti di cristallo perfettamente armonizzate con il legno e l’acciaio, in cui la domotica assicura il massimo comfort, non poteva mancare il lusso essenziale di un buon bicchiere di champagne.
La Glass House
Ovviamente in Monferrato, a un passo dall'Alba dei tartufi bianchi, non poteva mancare per la Glass House l’ulteriore abbinamento con l’universo di sapori (amati od odiati per il loro richiamo a muffe, aglio, funghi e anche miele) di questo fungo che cresce sottoterra sviluppandosi in simbiosi con le radici degli alberi di quel territorio.
Maurilio Garola in cantina...
L’assaggio delle Frivolezze al tartufo (appetizer a base di tuber magnatum pico), del suo Uovo in cocotte servito nel suo scrigno (debitamente personalizzato), del Tournedos di filetto di vitella, fonduta e cardi gobbi e, ancora di più del Risotto ostriche, caviale (usato per dare sapidità al posto del sale) e champagne (in questo caso la mantecatura era realizzata con mascarpone e Dom Pérignon P2 Vintage 1998) con grattata di tartufo bianco non possono essere in alcun modo messi in discussione.
...e il suo risotto
Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo
a cura di
Giornalista catanese a Milano, classe 1966. «Vado in giro, incontro gente e racconto storie su Volevofareilgiornalista» e per una quantità di altre testate. Inscalfibile