03-11-2016

Giulio Ferrari Collezione 1997

Roma, la famiglia Lunelli battezza alla Pergola di Heinz Beck una bollicina fuori dal comune

Con lo chef del ristorante La Pergola di Roma, H

Con lo chef del ristorante La Pergola di Roma, Heinz Beck (in bianco, al centro) troviamo, da sinistra a destra, Marcello, Camilla, Matteo e Alessandro Lunelli. Sono i protagonisti di una cena che ha avuto luogo giovedì 27 ottobre scorso. L'occasione: la presentazione di Giulio Ferrari Collezione 1997, uno spumante di 19 anni, figlio di un'annata eccezionale

“La grande bellezza” e “La sfida del tempo”. La scorsa settimana, al ristorante La Pergola di Roma è stato presentato il Giulio Ferrari Collezione 1997, un Trentodoc alla sua seconda edizione dopo quelle del 1995.

Stiamo parlando di uve Chardonnay coltivate del vigneto di Maso Panizza, situato in alta montagna e circondato dai boschi, punta di diamante dei Lunelli, una vigna non facile, capace però di regalare annate eccezionali come questa del 1997. Uno spumante di 19 anni, quindi, nato grazie alla capacità della famiglia di intuire l’eccezionalità della vendemmia '97 e di “sfidare il tempo”, dando vita a un vino che conquista per eleganza, freschezza e vitalità.

Sono solo 1997 le bottiglie numerate, con sboccatura 2016: hanno saputo vincere la prova del tempo e sono un omaggio al fondatore Giulio Ferrari che, ispirato dalle grandi riserve di Champagne, aveva indovinato la potenzialità di queste uve a trasformarsi in grandi spumanti. Una tradizione iniziata nel 1972 con il Giulio Ferrari Riserva del Fondatore, presentato dopo ben otto anni, in un'epoca in cui si pensava che le bollicine non fossero in grado di reggere lunghi invecchiamenti.

Giulio Ferrari Collezione 1997 e i Tortellini d’anatra con infuso all’ago di pino di Heinz Beck

Giulio Ferrari Collezione 1997 e i Tortellini d’anatra con infuso all’ago di pino di Heinz Beck

Un fermo immagine che lascia il segno, che seduce e affascina per la sua intensità e raffinatezza, in cui spiccano le note floreali di ginestra e i toni agrumati del bergamotto che, all’assaggio, si trasformano in un'esplosione di vivacità bilanciata da freschezza e da toni delicatamente speziati che ne fanno vino di indimenticabile finezza e incredibile persistenza.

Il Giulio Ferrari Collezione è la prima bollicina italiana presentata sul mercato dopo un affinamento sui lieviti così prolungato e sarà possibile trovarlo solo in enoteche selezionate e nella ristorazione d'eccellenza. Un'edizione da collezione che dà il diritto a chi lo acquista di entrare nel club Collezionisti Giulio Ferrari, che permette di accedere a una serie di privilegi e a esperienze dedicate.

Per questo vino «con una marcia in più», lo chef Heinz Beck, 3 stelle Michelin, ha studiato per l’occasione un piatto che richiama gli odori del bosco ispirato alle delicate note silvestri delle bollicine: i Tortellini d’anatra con infuso all’ago di pino e polvere di funghi porcini hanno saputo dialogare meravigliosamente con l'elemento sapido e fresco del Collezione 1997, esaltandone le caratteristiche.

Il sommelier della Pergola Marco Reitano, Heinz Beck e Matteo Lunelli

Il sommelier della Pergola Marco Reitano, Heinz Beck e Matteo Lunelli

Il raffinato menu creato dallo chef e pensato con Marco Reitano, sommelier de La Pergola, comprendeva anche una Ricciola marinata all’aceto balsamico bianco con neve di melograno e un'Ostrica alla griglia su crema di zucca con aria di prezzemolo, abbinate a un ottimo Ferrari Perlé Bianco Riserva 2006, un Lombo d'agnello al finocchietto in crosta di cereali con perle di caprino e Come un Mont Blanc abbinati a un Ferrari Maximum Demi-Sec

Alla serata «all’insegna del tempo, dell’attesa e dell’eccellenza» era presente quasi tutta la famiglia Lunelli al completo. «Siamo molto orgogliosi», hanno sppiegato, «per la maggiore età di questa bottiglia nata dal lavoro di una squadra straordinaria».


In cantina

Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo

a cura di

Tania Mauri

food writer and traveller, torinese di nascita ma romana d'adozione, da sempre nel mondo della comunicazione, scrive di enogastronomia “per caso” e per passione su diverse testate nazionali

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