23-02-2016
Foto di gruppo delle sette fondatrici dell'associazione Donne della Vite. Da sinistra, la presidente Valeria Fasoli, Alessandra Biondi Bartolini, Laura Passera, Lorena Troccoli, Costanza Fregoni, Giulia Tamai, Clementina Palese
Della nascita delle Donne della Vite, una nuova associazione nel mondo vitivinicolo, abbiamo già dato conto nelle nostre news, ma vale la pena di approfondirne gli elementi caratterizzanti. Peculiarità che, per usare le parole di Valeria Fasoli, presidente dell’associazione, «sono strettamente legate all’esperienza di noi sette fondatrici. La vite rappresenta la nostra "essenza figurata", siamo tutte quante agronome di formazione, quindi con un percorso comune di laurea in scienze agrarie e specializzazione in viticoltura, che poi nell’intraprendere diverse professioni si è “espanso” e arricchito».
Il logo della neonata associazione
L’associazione si rivolge a tutte le donne del settore vitivinicolo dalla terra (la vite appunto) al consumo senza tralasciare nessuna persona che fa parte di questa filiera; si rivolge alle agronome, ma anche a ricercatrici, tecniche, giornaliste, enologhe, trattoriste, agenti commerciali, direttori, operatrici agricole, ecc. E non sono esclusi gli uomini. «La professionalità – osserva Fasoli – è al centro della nostra quotidianità. Una professionalità spesso occultata o non valorizzata, ma che di sicuro mettiamo in campo tutti i giorni in un settore di cui gli uomini, è evidente, sono parte integrante. Riteniamo che le sinergie non abbiamo sesso o classe!».
Due delle fondatrici: Clementina Palese e la presidente Valeria Fasoli
Le diverse attività delle Donne della Vite nascono sotto il segno di questa “visione”. Dallo spettacolo di satira eno-gastronomica Eyes wine shot con Giuseppe Gandini e Gianantonio Martinoni, con cui cominceranno il prossimo 25 febbraio, “in leggerezza” nel cuore del Chianti Classico presso l’azienda Castello di Monsanto a Barberino Val d’Elsa (tutto esaurito), alla visita tecnica programmata per l’11 marzo. Il focus della giornata sarà la sostenibilità con una visita/confronto presso due realtà del Vino Nobile di Montepulciano, ossia Salcheto e Avignonesi, aziende con storie e vissuti diversi, entrambe impegnate nel produrre vini di alta qualità e conservare al contempo l’ambiente e il territorio in modo sostenibile.
«Non a caso – chiude Fasoli senza dare dettagli – sotto il nostro logo ci sono due parole chiave: cultura e diffusione».
Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo
di
A cura della redazione di Identità Golose