Dopo le segnalazioni italiane, affrontiamo il capitolo estero. Non capita spesso di avere l'opportunità di assaggiare oli provenienti da altri paesi, figuriamoci da altri continenti. Così, la recente presentazione della nuova edizione di Flos Olei, la guida al mondo dell'extravergine di Marco Oreggia (700 oli da 45 Paesi diversi, incluse le new entry Namibia e Yemen) è stata un'ottima occasione per fare un bel po' di assaggi insoliti, dalla Spagna alla Nuova Zelanda, e per scoprire cultivar mai sentite prima. Ma anche per vedere come alcune varietà italiane trovino in zone lontanissime – ma "simili" – un terroir adatto a loro.

L'extravergine di Rio Largo, Sudafrica
Cominciamo dalla Spagna, dove cresce la famigerata Picual protagonista di molti scadenti oli industriali, ma che se ben lavorata sa dare ottimi extravergine. È il caso della "Riserva" del
Castillo de Canena bellissima azienda andalusa, che ha i suoi oliveti sulle le montagne di Cazorla: rustico e persistente, profuma di erba e pomodoro. Molto interessante anche l'"orizzontale" di Arbequino - olive della stessa varietà raccolte in tre mesi consecutivi: ottobre, novembre e dicembre – e il monocultivar Arbequino ottenuto esclusivamente dal primo giorno di raccolta. Sensazionale infine il monocultivar di
Royal, varietà autoctona quasi scomparsa che dà un olio elegantissimo, con profumi di carciofo, erba tagliata e banana acerba.
Andiamo in Croazia per trovare il Miglior Olio extravergine d’oliva blended fruttato medio, quello dell'azienda istriana
Tonin. Un blend avvolgente e complesso che vede quasi protagonista (al 95%) la cultivar locale Buža – contraddistinta da note di erbe aromatiche e pepe - insieme a Carbonazza e Moražola. Voliamo a Sud per vedere come alcune cultivar autoctone italiane diano eccellenti risultati anche a tanti chilometri di distanza. Che vengano dall'Italia le varietà più diffuse in Sud Africa – nei dintorni di Cape Town – non deve stupire. Nonostante la notevole differenza di latitudine, infatti, il meridiano è lo stesso e le condizioni ambientali non sono poi così diverse da quelle della Sicilia. Ecco perché le olive di Nocellara del Belice – in purezzza o insieme a Frantoio, Leccino e Coratina- sono alla base degli ottimi oli
Andante della
Wêreldsgeluk Olive Estate che le lavora anche come olive da tavola.

L'isola di Wahieke, al largo di Auckland, Nuova Zelanda, sede della Rangihoua Estate
Coratina e Fs17 (ibrido di Frantoio) sono invece alla base dell'interessante extravergine Intense dell'azienda
Rio Largo, che si fa notare anche per le colorate e premiate etichette disegnate dall'artista sudafricano
Frans Groenwald e per le innovative confezioni "in barattolo" che preservano la freschezza dell'olio. Andiamo infine in Nuova Zelanda per conoscere
Rangihoua Estate – premiata come Azienda di Frontiera – e la sua artefice
Anne Stanimiroff. Per comprendere il premio, va detto che l'azienda sorge sull'isola di Wahieke, al largo di Auckland, vocatissima a dispetto della condizione... isolata, tanto da ospitare un festival annuale dell'olio.
Anne – che lavorava in un'azienda vitivinicola neozelandese – e il marito
Colin Sayles decisero di dedicarsi alla produzione di olio extravergine dopo un viaggio in Toscana; oggi hanno 3.600 olivi su 24 ettari, a cui si aggiungono le olive acquistate da altri coltivatori dell'isola. Oltre ai monocultivar di Koronoeiki e Picual, si realizzano due interessanti blend: il robusto
Waiheke Blend e l'elegante
Frantoio Blend, a base di Frantoio e Pendolino, con belle note balsamiche al naso e speziate in bocca.
2. fine