18-01-2016
Jean Marc Vezzoli, panificatore e pasticcere, alla guida del panificio artigianale Fratelli Longoni di Carate Brianza, con l'olio siciliano su cui ha voluto mettere il suo volto (tutte le foto di Gustavo Andrade)
Gli scandali sull'olio sono, tristemente, all'ordine del giorno e l'Italia – nonostante sia uno dei paesi più controllati o forse proprio per questo – è quasi sempre sul banco degli imputati, facendo magre figure anche in campo internazionale (vedi la recente puntata sull'agromafia del popolare show statunitense 60 minutes in onda sulla CBS) con grandi danni d'immagine, ma anche di fatturato, per l'extravergine italiano. L'unica soluzione, per lo meno in attesa che ne venga trovata una più “sistemica”, è quella adottata ormai da anni dai produttori con la coscienza pulita, che lavorano in maniera impeccabile e puntano sulla qualità: metterci la faccia. Ognuno sceglie il modo che preferisce: andare in giro per manifestazioni internazionali e piccole degustazioni, raccontare le diverse fasi di coltivazione e lavorazione, applicando una tracciabilità completa e autentica con l'ausilio di tecnologie moderne. Tutto può funzionare, per chi non ha nulla da nascondere. Poi c'è chi decide di “metterci la faccia” in modo più letterale. È quello che ha fatto Jean Marc Vezzoli, panificatore e pasticcere di Carate Brianza, ricercatore di materie prime da tutta la penisola. Da subito prima delle feste, nel negozio Fratelli Longoni si trovano le bottiglie da mezzo litro – edizione limitatissima, circa 300 – con la sua faccia in etichetta. E dentro un olio buonissimo, in vendita a 11 euro.
L'etichetta
Tematiche e identità legate all'olio extravergine d'oliva, raccontate da Luciana Squadrilli
a cura di
giornalista, napoletana di nascita e romana d'adozione, cerca di unire le sue tre passioni: mangiare, viaggiare e scrivere