07-05-2014
Nonostante gli ottimi risultati ottenuti alla New York International Olive Oil Competition, l'olio extravergine italiano non è ancora riuscito a liberarsi delle ambiguità che lo penalizzano, soprattutto nelle esportazioni. E se l'analisi sensoriale dell'olio non coinvolge la vista, come si capisce dai bicchieri appositamente colorati, su certi regolamenti sarebbe necessario vederci chiaro
Una delle prime cose che insegnano ai corsi di analisi sensoriale dell'olio extravergine è che la trasparenza – intesa come proprietà fisica – non è un valore da tenere in considerazione: la luce, come l'ossigeno, è nemica dell'olio per cui andrebbero evitate le bottiglie di vetro trasparente per confezionarlo; il colore, poi, non è un parametro di valutazione, motivo per cui si utilizzano i bicchieri da assaggio blu cobalto, e non trasparenti. Insomma, la vista non rientra nell'analisi sensoriale e l'olio meno lo vediamo, meglio è. Il paradosso è che oggi l'extravergine italiano soffre proprio della poca trasparenza, intesa come mancanza di ambiguità, nel settore. Negli ultimi lustri la qualità dell'extravergine italiano ha fatto passi da gigante, in qualche modo simili a quelli che fece il vino dopo lo scandalo del metanolo: raccolte precoci, tecnologie all'avanguardia e produttori sempre più competenti e aggiornati hanno portato il livello qualitativo a punte di vera eccellenza, spesso accompagnata da una straordinaria costanza. Purtroppo però non si è ancora verificata la “svolta” dal punto di vista commerciale, e oggi l'olio italiano se la deve vedere sullo scaffale (reale o virtuale che sia) tanto con gli oli industriali di dubbia provenienza a 2 euro a bottiglia, che con la concorrenza agguerrita di vecchi e nuovi competitor, dalla Spagna alla California. Cosa sta succedendo a uno dei settori principali del Made in Italy gastronomico? Che quello dell'extravergine non sia un comparto ricco (fatti salvi i marchi industriali che spesso di italiano portano solo il nome, e i fondi europei gestiti dalle grandi associazioni) è cosa nota. Chi si ostina a voler fare qualità – veri e propri custodi del paesaggio e del territorio italiano - lo fa solitamente per passione piuttosto che per interesse economico.
Il libro del giornalista americano Tom Mueller intitolato Extra Virginity ha generato un ampio dibattito. L'autore si è però dissociato dalla vignetta del New York Times che ha attaccato l'EVO italiano
La terza edizione del concorso olivicolo internazionale Extrascape si svolge nel comune di San Martino in Pensilis, piccolo borgo del Basso Molise (foto extrascape.org)
Ci ha provato Extrascape, il concorso “atipico” organizzato dall'Associazione Molisextra giunto alla sua terza edizione che si e' svolta a San Martino in Pensilis dal 27 al 29 aprile: l'idea è quella di premiare paesaggio e olio, come a dire due facce della stessa medaglia di cui l'uno è garanzia dell'altro (avete mai visto degli oliveti superintensivi, dove filari ordinati di alberi crescono su prati immacolati a causa dell'uso di diserbanti?). Quest'anno l'Italia ha raccolto premi a man bassa, con l'eccezione di due aziende spagnole e il premio per la Migliore architettura del frantoio e miglior paesaggio a una azienda uruguayana che fa ben sperare per il futuro dell'extravergine nel Nuovo Mondo. Proprio da Extrascape arriva la risposta al NY Times, con una serie di vignette che ne riprendono il layout per tentare di ristabilire la verità, pur senza fare gli struzzi come qualcuno vorrebbe, celebrando la “risurrezione” dell'olio italiano. Extrascape ha promosso anche la E.V.O. VERO unconventional conference, una conferenza aperta in cui esperti, produttori, istituzioni e ristoratori hanno preso la parola per ristalbilire la verità dell'extravergine e trovare una nuova via in grado di soddisfare esigenze sociali e di salvaguardia dei veri extravergini del mondo. Tra di essi Danielle Aquino Rothmayr di Gustiamo, che importa in Usa le eccellenze italiane, e Amedeo De Franceschi, a capo del Nucleo Agro-alimentare del Corpo Forestale dello Stato, che ha definito l manifestazione “Una tre giorni per scrivere il diritto di proprietà intellettuale collettivo dei territori rurali”. Chissà che non si possa cominciare proprio dal Molise a ritrovare la trasparenza nell'extravergine.
Tematiche e identità legate all'olio extravergine d'oliva, raccontate da Luciana Squadrilli
a cura di
giornalista, napoletana di nascita e romana d'adozione, cerca di unire le sue tre passioni: mangiare, viaggiare e scrivere