04-10-2011
Immagazzinamento di olio d'oliva nel frantoio dell'associazione no profit Sindyanna nella città di Kufr Kana, Galilea (foto JLB Photo)
Quando a maggio scorso sono stata a Gerusalemme, per TerraOlivo, qualcuno mi aveva fatto notare con un po’ di risentimento come non ci fossero oli palestinesi in concorso. Per fortuna la mainfestazione non aveva nulla di politico, ed è anzi stata l’occasione per conoscere Hadas Lahav, una delle due fondatrici israeliane (lei è ebrea, l’altra è l’araba Samya Nasser) di Sindyanna of Galilee . Nata nel 1996, è un’associazione non-profit che supporta e coordina coltivatori e produttori (soprattutto coltivatrici e produttrici, trattandosi di un’associazione fatta dalle donne per le donne) appartenenti alla popolaziona araba della Galilea e dei Territori Palestinesi Occupati. L’attività principale dell’associazione consiste nel sostenere l’indipendenza delle donne arabe attraverso la produzione e la vendita di olio d’oliva (e altri prodotti) commercializzati attraverso il fair trade, ma anche di preservare l’ambiente e il territorio locale.
L'olio d'oliva dà forma anche a fantastici saponi
Tra gli altri prodotti commercializzati da Sindyanna – realizzati dalle donne arabe sotto la guida di esperti artigiani che tramandano i metodi tradizionali - ci sono i cesti di foglie di palma, il miele di fiori selvatici, lo sciroppo di carrube, le pregiate mandorle di Iksal e i saponi all’olio d’oliva – arricchiti con miele, limone, fanghi del mar Morto e latte – realizzati (e consegnati non senza difficoltà) da un artigiano di Nablus, città un tempo considerata «la Singapore del Medio Oriente», prescelta per divenire uno degli snodi commerciali principali dell’area palestinese, che oggi fa parte dei Territori Occupati. Infine, lo za'atar, una fantastica miscela di erbe – soprattutto il biblico issopo, o maggiorana della Siria, che dà il nome al mix, più timo e sommacco – con semi di sesamo, olio e sale marino. È buonissimo per condire carni, verdure e hummus, ma anche spolverato e condito con olio d’oliva sulla pita, che in Isreaele mangiano anche a colazione.
La città di Kufr Kana
Tematiche e identità legate all'olio extravergine d'oliva, raccontate da Luciana Squadrilli
di
giornalista, napoletana di nascita e romana d'adozione, cerca di unire le sue tre passioni: mangiare, viaggiare e scrivere