14-07-2020

Cinzia Alfieri, la sua pasticceria a Correggio e l'amore per il cioccolato

«Mi sono appassionata a questo prodotto favoloso grazie a Gianluca Fusto», spiega lei. Che porta tatuato sul collo il fiore di cacao simbolo di Valrhona...

La torta Love di Cinzia Alfieri, Pasticceria Alf

La torta Love di Cinzia Alfieri, Pasticceria Alfieri a Correggio (Reggio Emilia)

L’amore di Cinzia Alfieri per il cioccolato è talmente infinito da essere celebrato dalla pasticciera di Correggio con il tatuaggio di un fiore di cacao stilizzato dietro il collo. E non si tratta di un disegno qualsiasi, ma della riproduzione del logo del cioccolato Valrhona. «Mi sono innamorata del cioccolato grazie a Valrhona e a Gianluca Fusto, ho frequentato due corsi all’École du chocolat di Tain l’Hermitage e apprezzo molto il lavoro al servizio dell’artigiano di cui sono stati precursori», ammette la professionista emiliana che mette il cibo degli dei al primo posto nelle sue realizzazioni.

Cinzia Alfieri e il suo team

Cinzia Alfieri e il suo team

«Il cioccolato è stato un comfort food in questo periodo di lockdown e per noi che, dopo una chiusura obbligata, abbiamo ripreso a lavorare il 1° aprile, in pieno periodo pasquale, ha rappresentato la rinascita: ho messo tutto l’amore che ho potuto nell’unico uovo di cioccolato messo in assortimento», dice la pasticciera classe 1973 che condivide oneri e onori con il marito Luca Lusetti, classe 1972, diventato a sua volta pasticciere per amore. Cioccolato a parte, per Cinzia e Luca è stato subito evidente che la gente aveva bisogno di coccolarsi con un dolce. «A ogni consegna vedevamo accendersi di gioia lo sguardo di chi lo riceveva, e abbiamo capito che anche noi stavamo svolgendo un ruolo importante», sottolineano i due coniugi che a Correggio, cittadina di 25mila abitanti, hanno dato alla loro produzione un’identità ben precisa. «Nel nostro laboratorio realizziamo solo quello che sappiamo fare bene: pasticceria e paste da colazione la cui vendita ha subito un’impennata durante questo periodo perché è stata riscoperta l’abitudine della colazione a casa», fa notare Cinzia, ex operaia che a 22 anni ha deciso di lasciare la fabbrica per inseguire il suo sogno di fare dolci per professione, coronandolo 5 anni dopo con l’apertura del suo locale.

Cioccolato di Alfieri

Cioccolato di Alfieri

Non l’avesse fatto, aggiungiamo noi, avremmo dovuto rinunciare a una leccornia come la brioche Gaia realizzata con un impasto croissant farcito di crema al pistacchio di Bronte con pistacchi salati tritati e salsa alla fragole di stagione. Oltre Gaia, alla pasticceria Alfieri si trovano Love, una pasta frolla ai grani antichi, financier alla nocciola, confit all’albicocca, vaniglia e fior di sale, più amaretto morbido agli agrumi e mousse al cioccolato Dulcey, limone e vaniglia e una crema cheese cake con cioccolato Opalis e vaniglia; e Hope, una torta moderna nata il 25 aprile, «fatta con biscotto morbido al pistacchio, cremoso al pistacchio, composta di fragola e mousse alla mandorla». Spiegano: «Abbiamo deciso di battezzare tutte le nostre creazioni, anche le nostre brioche, per dare loro importanza, per coccolare i clienti e anche noi stessi, per dare un senso a tutto ciò che facciamo. Da poco abbiamo anche cominciato a raccontare sul nostro profilo Instagram la storia di ognuno dei nostri dolci e continuiamo a emozionarci ogni volta che le leggiamo».

All’emozione di Cinzia e Luca è legata anche la speranza che, alla luce di questo periodo appena trascorso, «la gente riesca ad apprezzare sempre di più il valore della vita e il valore delle cose fatte con cuore, professionalità e materia prima di qualità». Tutte peculiarità della Pasticceria Alfieri, che si fa forte di scelte precise come quella di vendere soltanto mignon e torte moderne. «È una politica che abbiamo deciso 17 anni fa, a tre anni dall’apertura. In quel momento alcuni dei nostri clienti si sono allontanati, salvo poi tornare quando hanno compreso la nostra filosofia. La seconda svolta, invece, è coincisa con l’utilizzo del cioccolato Valrhona la cui lavorazione è una mia prerogativa». E non è un caso che il signature al cioccolato di Cinzia Alfieri si chiami Orizaba, proprio come il cioccolato al latte 39% utilizzato per preparare («Sono in pochissimi a sapere che è il nome del cioccolato stesso») un cremoso che viene dressato con un sac a poche su uno streusel al grué di cacao, la finitura è di lamponi freschi e sfogline di cioccolato.


Dolcezze

Anticipazioni, personaggi e insegne del lato sweet del pianeta gola

a cura di

Mariella Caruso

Giornalista catanese a Milano, classe 1966. «Vado in giro, incontro gente e racconto storie su Volevofareilgiornalista» e per una quantità di altre testate. Inscalfibile

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