Ci sono luoghi che resistono al tempo perché sanno trasformarsi. E poi ci sono marchi che, nel farlo, non perdono mai la propria identità. È il caso di Marchesi 1824, che per l’estate 2025 ha scelto di fare un passo inaspettato, aprendo un pop-up in un’edicola nel cuore di Milano, in Piazza Bruno Buozzi, vicino allo storico chiosco del pollo allo spiedo Giannasi e in collaborazione con Nss magazine.
Non si tratta solo di una trovata creativa. È qualcosa di più sottile: un’operazione di riconquista dello spazio urbano attraverso la lente della pasticceria. Un nuovo modo di raccontare sé stessi, senza banchi scintillanti né chandelier, ma con il profumo del panettone all’albicocca - diventato il dolce simbolo dell'iniziativa, proprio perché fuori stagione, anzi "fuori contesto": il panettone in edicola, ad agosto - che si mescola al rumore del traffico e al passaggio veloce di chi, fermandosi anche solo un attimo, respira qualcosa di più bello del previsto.
Al centro del progetto c’è un’idea precisa: ripensare l’edicola non come un relitto del passato, ma come spazio vivo, relazionale, esperienziale.

La Pasticceria Enigmistica
Marchesi ha trasformato un’edicola urbana in hub creativo, ossia un simbolo di cultura di quartiere e di connessione con la città. Dentro l’edicola si trovano appunto il nuovo panettone estivo con limone d’Amalfi e albicocca semicandita, la
Pasticceria Enigmistica (una pubblicazione giocosa che unisce dolcezza e memoria), e una
tote bag in edizione limitata. Ma quello che si respira è soprattutto uno stile ben preciso: quello di chi sa che eleganza e accessibilità possono non essere in contraddizione.
L’iniziativa ha un merito profondo: restituire la bellezza ai luoghi semplici. Restituire alla città un gesto di cura. E raccontare che anche un panettone, se pensato con visione, può abitare un’edicola in piena estate.

Panettone, Pasticceria Enigmistica e tote bag

Panettone e tote bag all'Edicola Marchesi
Fino a settembre, chi passa da Piazza Buozzi ha la possibilità di incontrare una pasticceria che ha scelto di non restare ferma nel proprio salotto dorato, ma di uscire, contaminarsi, dialogare. Ed è proprio in questa capacità di dialogo che
Marchesi mostra, ancora una volta, cosa significa fare cultura attraverso il gusto.