06-09-2024
Albert Raurich, classe 1970, è stato chef de cuisine di elBulli dal 1999 al 2007. Nel 2008 ha aperto a Barcellona Dos Palillos
(La foto è stata scattata dalla fotografa catalana Marta Bacardit)
Il 2024 è stato un anno importante per uno dei ristoranti più creativi e originali del ricchissimo panorama gastronomico di Barcellona: era il 2008 quando aprì, nel quartiere del Ravàl, in Elisabets al 9, Dos Palillos. A guidarlo, allora come oggi, Albert Raurich: un cuoco che aveva passato il decennio precedente ricoprendo il ruolo di chef di cucina a elBulli, con Ferran Adrià, contribuendo a scrivere una storia di innovazione cruciale per la cucina spagnola, europea e mondiale.
Il 2024 è stato infatti l'anno del quindicesimo compleanno di Dos Palillos. E se l'aritmetica vi sembra che non torni, lasciamo allo stesso Raurich la risposta a questa obiezione: «Il 2020 non conta, non conta quasi per nessuno, certo non per noi che siamo rimasti chiusi!».
«L'idea del bancone davanti alla cucina è nata perché volevamo creare un'atmosfera di dialogo diretto tra il cuoco e il cliente. Siamo stati tra i primi a proporre un banco dove si potesse vedere la cucina in azione, come in un anfiteatro. Questo concetto è stato poi ripreso da molti altri ristoranti», spiega Raurich
Raurich con la compagna Tamae Imachi, che guida il Sake Bar di Dos Palillos: un bancone dove assaggiare una delle selezioni più articolate d'Europa di sake Jun Mai, con un menu di proposte gastronomiche selezionate dalla stessa Tamae
Uno scorcio del Sake Bar
Croqueta mochi di jamón ibérico
Shiokara nero di calamaro
Al termine di questo articolo troverete la galleria di immagini completa che racconta il nostro pranzo da Dos Palillos, avvenuto poco prima dell'estate. Prima però, vi proponiamo la nostra intervista con Albert Raurich, frutto di una lunga conversazione con uno degli chef più creativi d'Europa.
Prima del futuro, ancora qualcosa sul passato: da dove nacque l'ispirazione per questo esperimento? Negli anni in cui lavoravo con Ferran Adrià a elBulli, approfittavamo della pausa invernale per viaggiare e imparare. Il ristorante era aperto solo sei mesi l'anno, durante gli altri sei mesi viaggiavamo in giro per il mondo alla scoperta di nuovi sapori, nuove tecniche e culture gastronomiche. Quei viaggi erano fondamentali per la nostra crescita. Abbiamo visitato molti paesi, soprattutto in Asia, come il Giappone, la Cina, la Thailandia, e ogni volta ci immergevamo completamente nella cucina locale, cercando di capire come le loro tradizioni potessero arricchire il nostro lavoro. Ma il punto di svolta è arrivato nel 2006, durante un viaggio a New York, che non aveva all'epoca una forte identità gastronomica propria. Tuttavia, ci colpì il modo in cui la comunità asiatica era integrata nel panorama gastronomico della città. Era il periodo in cui emergevano ristoranti importanti come Masa, come Momofuku: oltre a questi, ci siamo ritrovati a Chinatown, a mangiare in molti ristoranti per analizzare come le cucine asiatiche venissero interpretate in occidente. Il concetto di condividere i piatti, che è centrale nelle tapas, si adattava perfettamente alla cultura asiatica, dove i piatti vengono serviti al centro del tavolo per essere condivisi da tutti. Ma ci sono anche delle differenze interessanti. Ad esempio in Giappone i piatti sono spesso serviti in porzioni individuali, il che crea un’altra interessante connessione con alcune tapas, come i pinchos, che vengono serviti individualmente. Da lì è nata l’idea di creare un ristorante che fondesse la filosofia delle tapas con la cucina asiatica, ma in un contesto più informale.
Con Massimo Bottura
Sembra molto interessante, puoi dirci qualcosa in più? È un progetto che ci sta molto a cuore. E' iniziata circa sei anni fa questa collaborazione con la Bullipedia, ma quello era un momento molto impegnativo per me, avevo appena aperto Dos Pebrots (insegna più casual, che mette al centro le cotture alla brace e il recupero di tecniche ancestrali mediterranee, ndr). Era un periodo intenso anche per Albert Adrià e per il gruppo elBarri, quindi dopo sei mesi di lavoro abbiamo messo in pausa il progetto. Dopo il Covid l'abbiamo ripreso, con l'idea di offrire una risorsa completa e accessibile sulla cucina giapponese. Vogliamo andare oltre la semplice descrizione dei piatti, esplorando la cultura e la storia che stanno dietro alla cucina giapponese. Come dicevo produrremo dei libri, ma anche dei contenuti audiovisivi e una piattaforma digitale interattiva, dove le persone potranno esplorare e comprendere meglio una delle gastronomie più complesse e affascinanti al mondo. Ciò che ci preme è far capire che la cucina giapponese non è solo sushi e tempura, ma una cultura culinaria profondamente radicata nella tradizione, che ha influenzato e continua a influenzare la cucina globale. Inoltre Ferran mi ha anche fatto notare una nostra mancanza...
Con Albert e Ferran Adrià
Tempura di pomodoro datterino
Zampa di pollo croccante
Sunomono di alghe fresche e molluschi
Narezushi di spigola selvaggia
Nigiri ancestrale
Nigiri di caviale al vapore di sake
Usuzukuri di seppia con lardo
Gambero crudo - caldo con olio di te nero
Cirashisushi di granseola galiziana
Curry verde di piselli lacrima del Maresme
Asparago bianco alla brace con batashoyu
Pho vietnamita freddo
Kokotxa di merluzzo al pil pil giapponese
Curry korma di collo di agnello da latte
Guancia di maiale duroc alla cantonese
Mochi di fragola con Campari
Castella no maki di tè matcha
Mochi tartufo
Recensioni, segnalazioni e tendenze dai quattro angoli del pianeta, firmate da tutti gli autori legati a Identità Golose
a cura di
Giornalista milanese. A 8 anni gli hanno regalato un disco di Springsteen e non si è più ripreso. Musica e gastronomia sono le sue passioni. Fa parte della redazione di Identità Golose dal 2014, dal 1997 è voce di Radio Popolare Instagram: @NiccoloVecchia
A Barcellona, al 187 di calle de Balmes, si trova questa insegna. Potrebbe sembrare un locale normale, ma non lo è
Per l'edizione 2024 della World's 50 Best Restaurant, il miglior ristorante del mondo è Disfrutar, a Barcellona.
In seconda posizione, un'altra insegna spagnola, Asador Etxebarri, Axpe - Atxondo. Il terzo posto è occupato da un ristorante di Parigi, Table by Bruno Verjus
Pablo Sacerdotte, argentino, classe 1979, direttore del ristorante Cocina Hermanos Torres di Barcellona, 3 stelle Michelin