15-06-2023

Izhiman Coffee: il miglior caffè arabo di Gerusalemme è una storia di famiglia

Da tre generazioni la famiglia Izhiman offre a turisti di tutto il mondo e di ogni religione un caffè arabo di altissima qualità preparato con la tecnica classica e l'aggiunta di cardamomo

Caffè arabo scaldato sulla sabbia - Foto AC

Caffè arabo scaldato sulla sabbia - Foto AC

Inutile negarlo: anche se la situazione politica è sempre "in bilico", entrare a Gerusalemme ha qualcosa di magico. Qui si percepiscono le energie umane connesse da millenni in questo luogo sacro per tutte e tre le religioni monoteiste: Ebraismo, Cristianesimo e Islam.

La Città Vecchia, cioè quella all'interno delle mura, è divisa in 4 quartieri - arabo, ebraico, cristiano e armeno - tra i quli si può circolare liberamente, con una certa tranquillità. I turisti sono tanti in questo periodo e quasi non si riesce a camminare, soprattutto dal venerdì in poi. "Tranquillità" garantita anche dalla massiccia presenza di militari, 50% uomini e 50% donne, visto che la leva in Israele è obbligatoria anche per le ragazze (dura solo un po' meno di quella degli uomini). In questa zona, fortemente presidiata, è facile che si possa essere fermati con la richiesta di esibire il passaporto (che è bene avere sempre con sè durante il viaggio).

Mamoon è la terza generazione della famiglia Izhiman. L'attività è stata aperta dal nonno nel 1921

Mamoon è la terza generazione della famiglia Izhiman. L'attività è stata aperta dal nonno nel 1921

Di una cosa siamo certi, se c'è una cosa che unisce proprio tutte le culture è l'amore per il caffè e abbiamo un posto in cui recarvi senza indugio, se Gerusalemme sarà tra le vostre mete di viaggio: Izhiman coffee. Qui troverete il tipico caffè arabo, che ha una preparazione molto diversa da quella a cui siamo abituati (moka in primis). Cambiano i grani di caffè, cambia lo spessore della macinatura, cambia la modalità di preparazione.

Al negozio si arriva facilmente da Damascus Gate, facendo i gradini che scendono verso la prima biforcazione della strada, ecco proprio lì, verrete attratti da un profumo paradisiaco di caffè. Dietro al banco c'è Mamoon, terza generazione della famiglia Izhiman, che ha imparato il mestiere dal padre (che lavoro al suo fianco) e dal nonno. 

Decine di militari presidiano la città per garantire sicurezza - Foto AC

Decine di militari presidiano la città per garantire sicurezza - Foto AC

«Gerusalemme è oggi una città fortemente turistica - spiega Mamoon - e c'è chi se ne approfitta, dimenticando la qualità e lasciando prezzi alti. Da noi non è così: fare un buon caffè per la famiglia Izhiman è da sempre una missione. Io cerco di trattare ancora meglio il turista, che può sentirsi spaesato appena entrato in città e ha bisogno di essere protetto e trattato con gentilezza. Sarà poi lo stesso turista a diventare ambasciatore nel mondo della nostra qualità e a portare nella nostra splendida città altre persone curiose. Per me i turisti sono una risorsa preziosissima. Davvero non capisco chi cerca di "fregarli" con prezzi alti e qualità bassa, anzi è una cosa che mi fa arrabbiare».

Mamoon mentre prepara il caffè. Dietro di lui, la foto del papà

Mamoon mentre prepara il caffè. Dietro di lui, la foto del papà

E, mentre parla, i suoi gesti sono fluidi e precisi. Prima di tutto mischia in una ciotola di metallo due tipologie differenti di caffè al momento, grani più scuri e tostati ed altri più verdi, per creare una miscela forte ma ben bilanciata. Arriva poi il momento più importante, che rende caffè arabo o gahwa, davvero unico: l'aggiunta di bacche di cardamomo, molto secche e rigide, che vengono macinate insieme al caffè. E, a questo punto, il profumo è inebriante. 

La Cupola della Roccia -Foto AC

La Cupola della Roccia -Foto AC

«L'abbinamento tra caffè e cardamomo è molto antico nella cultura araba, specialmente in quella dei beduini del deserto per i quali il caffè è da sempre un rito legato all’arte dell’ospitalità - spiega Mamoon - mi piace pensare che sia lo stesso per me oggi».

Le mura della Città Vecchia

Le mura della Città Vecchia

Mentre parla, mi spiega con precisione i passi successivi: «Ho un boiler di acqua calda, ma non bollente. Metto l'acqua nel cezve, che è un apposito pentolino di rame, dal manico lungo. Per una tazza, servono due cucchiaini di caffè. Spesso si aggiunge anche un cucchiaino di zucchero, ma io lo preferisco senza».

Dopo aver mescolato caffè, cardamomo e acqua con un cucchiaino, appoggia il pentolino su una piastra elettrica ricoperta di sabbia. «La sabbia è un eccellente conduttore di calore e permette di cuocere il caffè senza bruciarlo». Mamoon fa dei movimenti rotatori, facendo muovere in modo circolare il pentolino di caffè sulla sabbia calda. Non appena il caffè bolle e "sale" fino all'orlo, versa la prima parte nel bicchiere, poi rimette il pentolino sul fuoco. Il caffè sarà pronto in tre "versate". 

Knafe: dolce a base di capelli d'angelo croccanti, formaggio di capra fuso e dolce sciroppo all'acqua di rose - Foto AC

Knafe: dolce a base di capelli d'angelo croccanti, formaggio di capra fuso e dolce sciroppo all'acqua di rose - Foto AC

Si devono aspettare circa 30 secondi perché la polvere di caffè si depositi sul fondo. Dovrete quindi tenere conto che ciurca il 20-25% della tazza sarà occupato dalla polvere di caffè e quindi, ad un certo punto, dovrete smettere di bere perché sentirete la polverein bocca.

Anche a Gerusalemme, l'ironia non manca... Foto Annalisa Cavaleri

Anche a Gerusalemme, l'ironia non manca... Foto Annalisa Cavaleri

Il caffè arabo è una vera delizia perché sa unire la forza del caffè all'aroma balsamico del cardamomo. Se lo unirete a un dolce tipico come il Knafe - a base di capelli d'angelo croccanti, formaggio di capra fuso e dolce sciroppo all'acqua di rose - avrete l'energia per girare per la città senza mai cali di zucchero o di umore. 

 

Izhiman coffee

Damascus Gate

Jerusalem


Dal Mondo

Recensioni, segnalazioni e tendenze dai quattro angoli del pianeta, firmate da tutti gli autori legati a Identità Golose

a cura di

Annalisa Leopolda Cavaleri

giornalista professionista e critico enogastronomico, è docente di Antropologia del Cibo e food marketing all'Università di Milano e all'Università Cattolica. Studia da anni il valore simbolico del cibo nelle religioni e collabora con alcune delle più importanti testate del settore

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