03-04-2020
"Ferran Adrià vive questi giorni di confino a casa, preoccupato come tutti gli altri per la situazione sanitaria e senza smettere di osservare incredulo l'agonia del settore". È l'incipit dell'articolo pubblicato dalla rivista spagnola 7canibales.com - appartiene al gruppo editoriale Vocento Gastronomía, che organizza Madrid Fusión e San Sebastian Gastronomika - che racconta le "Reflexiones de Ferran Adrià sobre la crisis del Coronavirus", non c'è bisogno di traduzione.
Adrià, intervistato da David Salvador, mostra la consueta lucidità («Tre date importanti all'orizzonte: luglio 2020, settembre 2020 e gennaio 2021») e una comprensibile preoccupazione: «Lo supereremo, ma sarà devastante. Occorre iniziare ad aiutare i piccoli ristoranti e le piccole e medie imprese una volta superata questa situazione anomala». Non prevede una ripresa economica a breve termine: «Molti ristoranti potrebbero non essere più in grado di aprire fino a gennaio». Lui stesso affronta molte problematiche, il progetto elBulli1846 è in ritardo di alcuni mesi.
L'articolo di 7canibales.com
«Potrebbe esserci un cambio di paradigma, un'accelerazione. L'evoluzione del settore può essere accelerata e possono esserci grandi cambiamenti. Non dobbiamo avere paura, ma dobbiamo essere realisti»
Le riflessioni di Adrià si basano anche sulle notizie che arrivano dal mondo. Ad esempio, il rinvio delle Olimpiadi di Tokyo: «Sono indizi per capire che non torneremo presto alla normalità». E, quando quest'ultima finalmente arriverà, «forse sarà diversa da quella che conoscevamo prima. Potrebbe esserci un cambio di paradigma, un'accelerazione. L'evoluzione del settore può essere accelerata e possono esserci grandi cambiamenti. Vedremo, per esempio, come se la caverà la Michelin, anche se non è certo la cosa più importante in questo momento».
Conclude il genio catalano: «Non sono pessimista, sono realista e penso che occorreranno quattro, cinque o sei anni per tornare alla normalità nel settore della ristorazione, almeno per come l'abbiamo conosciuto fino ad ora. Calcolo che fino a maggio 2021, il turismo non si normalizzerà in tutto il mondo». È un lungo periodo, «ma stiamo parlando degli effetti di una grande crisi. Ripeto: non dobbiamo avere paura, ma dobbiamo essere realisti».
Recensioni, segnalazioni e tendenze dai quattro angoli del pianeta, firmate da tutti gli autori legati a Identità Golose
a cura di
classe 1974, milanese orgoglioso di esserlo, giornalista professionista dal 1999, ossia un millennio fa, si è a lungo occupato di politica e nel tempo libero di cibo. Ora fa l'opposto ed è assai contento così. Appena può, si butta su viaggi e buona tavola. Coordinatore della redazione di identitagolose.it Instagram: carlopassera
Rene Redzepi sul palco della Nuvola Lavazza di Torino. Con lui, da sinistra a destra, Giuseppe Lavazza, Massimiliano Alajmo, Paolo Griffa, Davide Scabin, Antonella Fassio, Elena Peirone, Matteo Baronetto, Ferran Adria, Stefano Cavallito, Marco Bolasco e Luca Iaccarino
Bernard Pacaud, 75 anni, di Rennes, dal 1981 al timone del ristorante L'Ambroisie di Parigi, 3 stelle Michelin dal 1986, l'anno in cui traslocò da rue de Bièvre a place des Vosges, l'indirizzo attuale (foto Annah Assouline, Causeur)
L'ingresso del ristorante Condividere, a Torino