19-12-2016
Al lavoro con Renè: lo chef romano Alessandro Proietti Refrigeri ha passato due anni intensi e pieni di soddisfazioni al Noma di Copenhagen
Quasi quattro anni fa non avevo nessuna intenzione di lasciare Roma, se non per diventare parte del miglior ristorante al mondo. Alla fine si trattava di cambiare solo una lettera. E così fu. Mi chiamò un amico, Ludovico Di Vivo, chef della brigata di Capofaro Resort, di cui ero stato il sous chef. Era a Copenhagen per uno stage, mi disse che stava facendo un esperienza strepitosa, che stava cambiando la sua prospettiva sulla cucina, offrendogli un punto di vista che evidenziava l’eleganza del piatto cui dietro c’era una ricerca minuziosa e un’organizzazione che noi in Italia nemmeno potevamo immaginare. Mi disse di raggiungerlo, che avrebbe messo una buona parola con Renè Redzepi, che mi avrebbero fatto iniziare subito lo stage. Non ero convinto, l’ultima volta che avevo fatto uno stage era ai tempi dell’alberghiera; inoltre avevo un buon posto, in una delle terrazze più belle di Roma e, cosa non di poco conto, non parlavo quasi una parola di inglese. Ma avevo voglia di rimettermi in gioco, quindi gli dissi di sì, di parlare con Redzepi, ma non per uno stage: volevo lavorarci nel miglior ristorante del mondo, non volevo essere di passaggio. Due settimane di prova, prendere o lasciare. Il mattino del 16 novembre del 2013 presi l’aereo per Copenhagen, per il Noma. Poco prima dell’ora di pranzo ero davanti al grande edificio a pochi passi dal mare del nord che ospita il ristorante. Conobbi subito Renè Redzepi e Daniel Giusti (head chef), con Ludovico che mi faceva da traduttore, e mi invitarono a pranzare con loro (lo staff meal) una quarantina di ragazzi provenienti da tutto il mondo che si confrontavano e cucinavano ogni giorno gli uni per gli altri.
Il meeting della brigata prima del servizio (foto di Andrea Di Lorenzo)
Recensioni, segnalazioni e tendenze dai quattro angoli del pianeta, firmate da tutti gli autori legati a Identità Golose
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Classe 1988, romano di nascita, ha avuto importanti esperienze al Noma, da Heinz Beck e da Berberé. Da ottobre 2018 è lo chef di Villa Naj a Stradella (Pavia), dove ha conquistato in pochi mesi la sua prima stella Michelin.
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