22-06-2023

Svelato il tema di Identità 2024: La disobbedienza

"Non esiste innovazione senza disobbedienza: la rivoluzione oggi". Se una tradizione nasce da una novità, una novità da dove nasce? Ne discuteremo dal 9 all'11 marzo all'Allianz MiCo di Milano

Ancora rivoluzione, fortissimamente rivoluzione ma muovendo da tutt’altri presupposti rispetto al tema di Identità Golose 2023. Nell’edizione numero 19, dal 9 all’11 marzo 2024 a Milano, daremo per scontato che pandemia e guerra abbiano sconvolto il nostro mondo. Intendiamo infatti porre l’accento su un aspetto molto vicino, sull’imperativo di essere protagonisti diretti. Non più subire i fatti, ma aggredirli quale che sia l’ambiente e la realtà in cui ci si ritrova, in ogni aspetto della ristorazione, sala o cucina, rapporti umani e professionali, nuove forme di organizzazione e comunicazione, la carta dei vini e il commercio on line. Cambiare le regole, cercarne di nuove, ipotizzare scenari diversi, scartare a un lato del cammino per vedere se scaturiscono fattori positivi. Entrare in un altro film, il più possibile inedito.

Tutto nasce dall’avere sempre detto che in cucina, e nella vita, “la tradizione è una innovazione riuscita”, gradita a sempre più persone, tanto che a un certo punto nessuno ne coglie più la forza innovativa. Ma è solo una parte della verità. Come tutte le medaglie, anche questa ha una sua seconda faccia, sulla quale leggiamo, o dovremmo leggere, che “l’innovazione è una disobbedienza andata a buon fine”. In pratica si tratta di porre l’accento su un altro aspetto, di scegliere altre direzioni, senza più chiedersi da dove nasca l’abitudine bensì la novità.

Sovente, sembra quasi che un creativo, in ogni ambito, cucina, arte, design, moda, scienza…, debba giustificarsi per avere rotto una situazione nota, per essere uscito dal seminato agitando il quieto vivere quotidiano. Le nuove idee andrebbero giudicate per il loro valore, tanto o poco che sia, non per il fastidio che possono arrecare. L’accusa di avere disubbidito è comoda, esime dal dovere di pensare, dall’analizzare i motivi che hanno portato le persone e le cose a percorrere sentieri diversi, originali. Chi crea, inevitabilmente disubbidisce. Non può esistere innozione senza disobbidienza: la rivoluzione oggi. E di questo discuteremo al centro congressi di via Gattamelata.

Siamo lontani anni luce dagli improvvisatori, da chi lo fa strano sperando di suscitare interesse e di ritrovarsi qualcosa tra le mani. In cucina non si sommano ingredienti, temperature e tempi di cottura a caso, per vedere l’effetto che fa, con la speranza di azzeccare qualcosa di positivo. Certo, si può arrivare a servire una buona pietanza per una combinazione fortuita, una svista, un prodotto caduto nella pentola senza che lo sapessimo. Il cuoco o il pasticciere di razza deve però carpirne il motivo, comprendere cosa mai sia accaduto per poterlo replicare. Questo è il caso di una disubbidienza accidentale che va trasformata in una ricetta, in una

positività, l’errore che si rivela un’opportunità. A patto di capirlo, cosa non da tutti, e fare così in modo non diventi una meteora.

Non è facile. Tanti, quale che sia la loro professione, affermano che hanno compiuto quel certo passo “perché nessuno ci aveva pensato prima”. Ma non basta. Davanti a risultati modesti, viene spontaneo rispondere loro che “se nessuno ci aveva ancora pensato, un motivo ci sarà” ovvero che se storicamente non stava in piedi, bastava approfondire meglio per evitare inciampi. Se però non si osa mai, se non si va contro le regole vivremmo ancora nelle caverne. La fantasia, l’estro devono poggiare su terreni solidi, non su nuvole o sabbie mobili.

Chi disubbidisce sceglie di camminare su un filo teso nel vuoto, in equilibrio tra successo e fallimento sfidando le regole dominanti per liberarsene. Quello che è vero adesso, prima o poi non lo sarà più. In questo vale quello che si dice dei record, che sono fatti per essere battuti. Adesso più che mai.


IG2024: la disobbedienza

Tutti i contenuti di Identità Milano 2024, edizione numero 19 del nostro congresso internazionale.

a cura di

Paolo Marchi

nato a Milano nel marzo 1955, al Giornale per 31 anni dividendosi tra sport e gastronomia, è ideatore e curatore dal 2004 di Identità Golose.
blog www.paolomarchi.it
instagram instagram.com/oloapmarchi

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