19-03-2024

Umbria e Tuscia: territori da scoprire, modelli da emulare

Una rinnovata sinergia tra enti, istituzioni, ma anche imprenditori e chef porta alla ribalta un'incantevole porzione d'Italia che nel 2022 registra ben 7 milioni di visitatori. La formula vincente? "L'economia della bellezza"

Identità Milano 2024 vuol dire anche dare a voce

Identità Milano 2024 vuol dire anche dare a voce a territori che finalmente si rivestono di luce, splendono e diventano veri e propri modelli di un'imprenditoria sana, disobbediente (contro ogni pensiero comune) e di condivisione, sia di valori sia di prospettive future: l'Umbria e la Tuscia. A testimoniarlo il panel d'eccezione de "La disobbedienza al pensiero comune – Umbria and Tuscia: scrigni da scoprire" organizzato in collaborazione con Fondazione Cotarella. Foto a cura di Brambilla-Serrani

L'Umbria come modello capace di scardinare il pensiero comune. L'Umbria come realtà che ha saputo valorizzare il territorio con progetti innovativi e condivisi.

Organizzato in collaborazione con Fondazione Cotarella, il panel "La disobbedienza al pensiero comune – Umbria and Tuscia: scrigni da scoprire" ha scardinato il pensiero di chi crede che la Regione non ce l'abbia fatta a emergere. Lo ha fatto, invece, lasciando che prendessero voce le istituzioni, gli Enti, gli imprenditori e gli chef, i quali incarnano questo spirito di 'disobbedienza' costruttiva.

«Non è vero - dichiara Roberto Morroni, vice presidente e assessore alle politiche agricole e agroalimentari e alla tutela e valorizzazione ambientale della Regione - L'Umbria ce l'ha fatta eccome, e chi la visita ha tanti scrigni da scoprire, dall'arte alla cultura, dal paesaggio alla spiritualità, dall'enogastronomia alla Storia». A dare la loro testimonianza in tal senso, Pompeo Farchioni di Olio Farchioni, la chef Ada Stifani, del ristorante Ada Gourmet e la chef Cristina Bowerman, titolare e chef di Glass Hostaria, una stella Michelin per entrambe le insegne.
«Negli ultimi anni la ristorazione ha saputo valorizzare i prodotti del territorio e sono arrivati anche i riconoscimenti», racconta la chef Stifani, di origini salentine, arriva in Umbria nel 1991 e conquista la stella Michelin a meno di un anno dall'apertura del ristorante. Farchioni, uno dei principali attori del settore agroalimentare umbro, fortemente radicato nel territorio, ha sottolineato la necessità di fare rete. Un esempio di collaborazione che funziona è Sviluppumbria. «Abbiamo iniziato un percorso di centralità dell'Umbria su più fronti, a partire da quello della comunicazione. Oggi l’Umbria è percepita come una regione ricca, attrattiva, grazie allo sforzo delle istituzioni, anche in un’ottica pubblico-privato - ha dichiarato l'amministratore unico di Sviluppumbria, Michela Sciurpa - E più aumenta il livello della promozione, più si accresce la qualità dei servizi, delle strutture, dell’accoglienza. Questo risultato si ottiene solo attraverso un lavoro di squadra con chi opera nel settore. Non è un caso che nel 2023 l’Umbria abbia raggiunto quasi 7 milioni di presenze turistiche, con un +9% rispetto al 2022 e, addirittura, un +13% delle presenze straniere».

E se gli ingredienti di questa attrazione sono territorio, tradizione e innovazione, la formula vincente non potrà che essere l'economia della bellezza. «Dobbiamo accostare lo sviluppo delle città a quello dei piccoli borghi della nostra Regione - ha commentato Francesca Caproni, dottore commercialista e Direttore del Gal Trasimeno-Orvietano - centri minori solo nelle dimensioni, ma veri scrigni di arte, di tradizioni e di quel buon vivere che fa innamorare tanti stranieri, i quali se all’inizio arrivano per una vacanza, spesso scelgono i nostri villaggi per iniziare una nuova vita, apprezzando la lentezza e la condivisione».


IG2024: la disobbedienza

Tutti i contenuti di Identità Milano 2024, edizione numero 19 del nostro congresso internazionale.

a cura di

Roberta Rampini

classe 1968, giornalista professionista, corrispondente de Il Giorno dal 2000. Coautrice del libro Storie di cibo nelle terre di Expo. Poco addestrata ai fornelli, amante della buona cucina, adora raccontare le "anime" della tavola

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