07-08-2012

Metti una sera a cena da Apreda

Gran degustazione all'Hassler di Roma. Firmato da uno dei protagonisti di Identità New York

Francesco Apreda, executive chef in forze all'Imà

Francesco Apreda, executive chef in forze all'Imàgo dell'hotel Hassler di Roma, +39.06.699340, e protagonista nella terza edizione di Identità New York, 12-14 ottobre prossimi. Il cuoco campano terrà una lezione domenica 14 al fianco di Anita Lo del ristorante della Grande Mela Annisa e firmerà il risotto nella cena a 10 mani di sabato 13. Con lui, Cesare Casella, Antonio Guida, Pino Lavarra e Fortunato Nicotra

Metti una sera a cena la cucina d’autore di Francesco Apreda, la vista mozzafiato sulla città di Roma e scatta, quasi in automatico, la voglia di raccontarlo in “giro”. Da quando varchi la soglia dell'Hassler Roma, uno degli alberghi più fascinosi al mondo, ti senti subito un po’ speciale; poi sali al sesto piano dove si trova il roof garden del ristorante Imàgo, e capisci che sei finito dentro un mondo privilegiato. Certo, gli arredi lussuosi aiutano, ma è soprattutto la sua posizione unica, proprio sopra la scalinata di Piazza di Spagna, a donarti la forte emozione di dominare con lo sguardo l’intera città eterna, con quell’incredibile distesa sotto di te di monumenti, tetti e cupole.

Per fare una provocazione: tanta bellezza può quasi rivelarsi un’arma a doppio taglio per lo chef, la riuscita dei suoi piatti deve entrare in perfetta sintonia, s’impone naturale l’esigenza di non essere da meno con le emozioni del palato. A questo, il cuoco Apreda risponde con talentuosa sicurezza: una cucina dai sapori nitidi e pieni, mai esasperati, misurati dall’uso di sapienze e calibrati da tecniche rigorose.

Splendida la vista dalla terrazza dell'hotel Hassler

Splendida la vista dalla terrazza dell'hotel Hassler

Una storia professionale che sembra quasi la trama di film: origini partenopee, classe 1974, inizia giovanissimo come commis in cucina proprio in quest'albergo. Poi parte: duro lavoro e sacrificio in importanti esperienze nella ristorazione di alto livello soprattutto a Londra e in seguito a Tokyo. Rientra di nuovo all’Hassler Roma, ricoprendo il ruolo di excutive chef nel nuovo ristorante Imàgo e arriva, come happy end, anche la stella.

La sequenza della nostra cena, in una calda serata estiva, segue il ritmo godurioso e cadenzato del menu degustazione, muovendosi in sincronia con la piacevolezza dei vini dell’azienda Olmo Antico. Il produttore Paolo Baggini, organizzatore del conviviale incontro, mette sull’avviso che a un momento preciso, per stimolare la curiosità, si berranno alla cieca due misteriosi vini: stessa annata 2005 e stesso vitigno come unico indizio.

Si apre con la Tartare di gobbetti al cedro, pane olio e germogli, davvero convincenti per una studiata semplicità di utilizzare solo delicati aromi, così da esaltare qualità e freschezza della materia prima. Il Marty Rosè Brut di Olmo Antico ci accompagnerà d’ora in poi fino alla fatidica prova delle bottiglie servite coperte. Si prosegue con le Capesante impanate e ripiene di mozzarella di bufala, sedano e tartufo nero, che si rivelano più che gustose. Poi ecco il piatto che ha raccolto più consensi: i Cappellotti di parmigiano in brodo freddo di tonno, doppio malto e 7spezie. Una preparazione che parla di culture gastronomiche diverse, che dialogano tra loro senza sovrapporsi, richiama ricordi di viaggi esotici ma anche il conforto del rientro a casa. Si ritorna nelle tradizioni nostrane, con il gusto ricco e saporito del Risotto allo spumante e blend di pepe e sesamo, caciotta e Balsamico invecchiato.

Arriva il Piccione arrostito al tè nero e mandorle, verdurine all’olio di sesamo: è il piatto prescelto per la prova. I due vini rossi, serviti in ampi calici, lo aspettavano da un po’ sulla tavola. Alcune note degustative su colore e profumi: rosso rubino luminoso, piccoli frutti del sottobosco, delicate note floreali, spezie, ma la maturità del frutto e differenti sfumature aromatiche lasciano intravedere diversi paesi di provenienza.

I Cappellotti di parmigiano in brodo freddo di tonno, doppio malto e 7spezie di Francesco Apreda

I Cappellotti di parmigiano in brodo freddo di tonno, doppio malto e 7spezie di Francesco Apreda

All’assaggio arriva una conferma del vitigno: la varietà Pinot Nero parla chiaro. Si scoprono le carte: il vino più morbido, pieno e maturo, è il Pinò 2005, un Pinot Nero prodotto nella provincia di Pavia in un numero limitatissimo di bottiglie. Per l’altro vino, diciamolo subito: niente confronti, niente sfide, solo stima. Di fronte a un Pinot Nero Savigny les Beaune 2005 di Leroy, mitica cantina della Borgogna, ti rimane impresso solo il grande piacere di averlo bevuto, riuscendo a cogliere già nella sua estrema gioventù, la sua innata raffinatezza. Come sempre, attesa da tutti la chiusura in dolcezza: Sfogliatelle calde di pasta di riso, salsa ciliegie e gelato al tè, sapientemente abbinate nella dolce concordanza di un’aromatica Malvasia delle Lipari 2009 di Hauner.


Dall'Italia

Recensioni, segnalazioni e tendenze dal Buonpaese, firmate da tutti gli autori legati a Identità Golose

Laura Di Cosimo

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Laura Di Cosimo

Romana, sommelier master class e sommelier dell’olio, ha scritto per alcune delle più note riviste e guide enologiche e oggi collabora per Spirito di Vino e Identità Golose. Ama viaggiare, scoprire vini e cibi, raccontare di aromi, sapori e saperi.

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