14-04-2023

Mandarin Garden: quando il bistrot sa dare soddisfazione

Una buona serata non è fatta solo di piatti creativi ma anche di grandi classici ben eseguiti. E se i cocktail sono eccezionali, tutto prende un altro gusto. Tra le specialità l'Ossobuco con il cocktail Kioumi

Guglielmo Miriello, direttore del Mandarin Garden,

Guglielmo Miriello, direttore del Mandarin Garden, col suo cocktail Kioumi, perfetto con l'Ossobuco alla milanese - Foto Annalisa Cavaleri

Atmosfera rilassata, musica jazz la domenica, divertimento e quel tocco elegante sulla tradizione che solo i grandi chef sanno regalare. E, poi, cocktail, cocktail e ancora cocktail. Ora che arriva la bella stagione, c'è un giardino segreto che merita una e più visite. Nascosto con discrezione a pochi passi da Piazza della Scala, il Mandarin Garden unisce la cucina comfort del bistellato Antonio Guida, che qui gioca molto sul classico, e gli ottimi cocktail di Guglielmo Miriello, che qui, oltre che bar manager è anche direttore. 

La sua accoglienza è sempre garantita in sala, con quell'amore per la mixology che non passerà mai. «Per la cocktail list mi sono ispirato al romanzo di Jules Verne Il Giro del Mondo in 80 Giorni, capolavoro della letteratura ottocentesca che proprio nel 2022  ha celebrato i 150 anni dalla pubblicazione - spiega Miriello-. La lista propone 11 cocktail che, come potrete notare, sono anche le stecche del nostro iconico ventaglio, simbolo del Gruppo».

Guglielmo Miriello

Guglielmo Miriello

«La parte esperienziale qui al Mandarin Garden vuole essere il nostro punto di forza - continua -. L'obiettivo è avere una lista cocktail che duri un anno, per lasciare all'ospite la possibilità di gustarla, provarla, affezionarsi. E' anche una questione di valorizzazione delle risorse: quando si progetta un percorso così complesso c'è un investimento di tempo per lo studio e la ricerca, un importante acquisto di bicchieri e materiali, un investimento nella grafica e nella comunicazione. Non sarebbe sostenibile cambiare ogni 2-3 mesi. Certo, abbiamo sempre i grandi classici e qualche cocktail di stagione, ma il focus resta sul Giro del Mondo in 80 giorni. Qui al Mandarin Garden, oltre agli ospiti inhouse, abbiamo molti frequent client che tornano tre volte a settimana, alcuni anche cinque. Sono persone desiderose di compiere con noi un viaggio e questa fidelizzazione si ottiene anche con lo storytelling e l'approfondimento. Undici cocktail non sono pochi e ciascuno ha una complessità unica che vogliamo valorizzare, dedicando il giusto tempo di approccio e degustazione».

Lo chef Antonio Guida

Lo chef Antonio Guida

Il menu del Mandarin Garden è diviso in classici - Vitello tonato, Risotto alla milanese con zafferano di Novelli, Minestrone di verdura biologica, Tagliolino al pomodoro e basilico, Cotolette alla milanese con purè di patate e misticanza - uniti a piatti comfort ma con accostamenti più complessi come la Cervice di ricciola, l’Uovo in camicia di principe di Fino con crema di topinambur alla vaniglia, la Verza brasata al tamarindo con crescione sedano rapa, il Polpo alla  griglia con purea di patate e pistacchi.

In sala Giovanni Allocca

In sala Giovanni Allocca

Tra i primi piatti si può scegliere tra il Risotto con carciofi, tartare di manzo e nocciola del Piemonte, gli Gnocchi alla romana con Parmigiano e coppa croccante, la Fregola risottata con zuppa di pesce, le Fettuccine al ragù di agnello dei Pirenei, peperoni, robiola di capra di Roccaverano e i Ravioli di grano saraceno con fonduta di pecorino di Pienza e salvia.

Secondi piatti sullo stello stile - cioè predominanza di ingrediente e sostanza - con il Rombo con spinaci e salsa al limone, il Branzino con mela verde e bieta, il sontuoso Ossobuco della macelleria Damini Affini con risotto allo zafferano, il Filetto di manzo con patate dolci al ginepro e cime di rapa, la Coscia di pollo cacciatora. Viene subito da dire: che meraviglia trovare piatti così ben cucinati, cullati dalla musica jazz.

In carta anche  una serie di delizie da condividere con i Baozi al vapore con stracotto di maiale in agrodolce, la selezione di dim sum al vapore servirti con salsa di soia, involtini primavera, la focaccia cinese con prosciutto crudo di Parma e burrata, il pane con burro di Normandia e acciughe del Cantabrico. Possibile scegliere una selezione di formaggi fattoria oppure di Caviale Calvisius.

Insieme alla cucina, si apre quel meraviglioso mondo  di cocktail creato da Guglielmo Miriello e dal suo braccio destro Gaetano Ascone

Gaetano Ascone

Gaetano Ascone

«Il mio stile è dare ad ogni sorso un gusto corposo ma con ingredienti freschi, non usiamo sciroppi artificiali, predominano gli agrumi, i cordiali, i kefir, l'acqua di fragole dafragole fresche, faccimao tutto noi - dice Guglielmo Miriello - Sono creazioni armoniose e senza spigoli, né troppo acide né troppo dolci: diamo il giusto balance rispettando le proporzioni. L'alcolicità è di 60 grammi in media diluita poi con acqua ghiaccio cordiali e seltz».

«Tra i nuovi trend della mixology c'è il No alchol e il Low alchol, una filosofia che sposiamo in modo che il percorso possa essere più lungo ma ugualmente piacevole».

Tra i cocktail da non perdere c'è il Kioumi, nome dell'elefante del Giro del Mondo in 80 giorni, che rappresenta un percorso nella giungla ricco di elementi materici con il sottobosco rappresentato muschio, la pietra che diventa bicchiere, la terra ripresa dall'affumicatura del whisky torbato, intensificato dalle spezie e dalla barbabietola per una ulteriore nota vegetale terrosa. Si completa il tutto con il vino rosso e cordiale al limone nero iraniano e la parte esperienziale data da una nube che irradia profumo attraverso il ghiaccio secco. 

Phileas - Foto AC

Phileas - Foto AC

Ma veniamo a un'idea di possibile percorso per chi ama abbinare cocktail e cibo. Si può iniziare col Phileas cocktail di tiepida purezza. Ci si lascia trasportare dai settori mediterranei, dalle note orientali, con l'Ondina gin, il pepe di Timut, l'americano Rosa Cocchi, l'acqua di fragole fresche, l'Orange, in abbinamento a un ottimo Vitello tonnato chiave classica con capperi croccanti, molto saporito ma presentato in maniera elegante. Il cocktail ci porta da Londra a Suez come inizio del viaggio.

Vitello tonnato - Foto AC

Vitello tonnato - Foto AC

Il percorso può continuare con il Golden Gate. Se la Belle epoque avesse un sapore sarebbe un raffinato mix di dolce, amaro, leggermente affumicato che racchiude tutta l’eleganza di questi meravigliosi anni. Si tratta di un cocktail a base di tequila Casamigos blanco con mezcal Siete misteros, Mastiha, verbena e vaniglia, acqua di mela verde e cetriolo, tintura di Pepi. All’esterno del bicchiere una pennellata burro di cacao e pomodoro. Provatelo con la gustosa e fresca Ceviche di ricciola sesamo e tamarillo.

Miriello mostra il cocktail Golden Gate  con la Ceviche di ricciola sesamo e tamarillo - Foto AC

Miriello mostra il cocktail Golden Gate  con la Ceviche di ricciola sesamo e tamarillo - Foto AC

Si cala l'asso con l'Ossobuco della macelleria Damini e affini con risotto allo zafferano, decisamente buono e sontuoso, in abbinamento a Kioumi che vuol dire, secondo Guglielmo Miriello, "benvenuti nella giungla", in pratica rilassatevi e immaginatw una lenta cavalcata a dorso di un elefante, inebriarti dalle note di tè e gentilmente cullati dal calore del vino.

Gnocco alla romana e pancetta croccante con il cocktail Passepartout

Gnocco alla romana e pancetta croccante con il cocktail Passepartout

Continua il percorso con lo Gnocco alla romana con grano salvia e coppa scottata che sta bene col cocktail Passepartout che porta a scoprire nuove destinazioni con mente aperta. In questo caso abbiamo il Nikka from the barrel, tè oolong, ananas tostato e spezie, vetiver muyu, Peychaud bitter e lattosio.

Costoletta di vitello alla milanese con pure misticanza e pomodorini in abbinamento al French 75 - Foto AC

Costoletta di vitello alla milanese con pure misticanza e pomodorini in abbinamento al French 75 - Foto AC

Gli amanti del classico potranno divertirsi anche con la Costoletta di vitello alla milanese con purè misticanza e pomodorini in abbinamento al French 75 con gin, succo di limone, zucchero e champagne.

Profiterol e il cocktail Harriet che sostituisce al meglio ogni tipo di caffè

Profiterol e il cocktail Harriet che sostituisce al meglio ogni tipo di caffè

Per il dolce potete sbizzarrirvi con dolcezza ordinando i Profiterol al cioccolato con Harriet che sostituisce al meglio ogni tipo di caffè. Si tratta di un cocktail che unisce la dolcezza della vaniglia e della banana al calore del whisky e al carattere del caffè. Abbiamo un Macallan 12anni, di Saronno, vaniglia, velluto tropicale, Giamaica cold brew coffee. Ottimo anche col tiramisù.

il cocktail Carnatic

il cocktail Carnatic

Un altro cocktail da non perdere - il preferito di chi scrive - magari lontano dal pasto e sul finale, è il Carnatic, secco e floreale al profumo di patchouli.


Dall'Italia

Recensioni, segnalazioni e tendenze dal Buonpaese, firmate da tutti gli autori legati a Identità Golose

a cura di

Annalisa Leopolda Cavaleri

giornalista professionista e critico enogastronomico, è docente di Antropologia del Cibo e food marketing all'Università di Milano e all'Università Cattolica. Studia da anni il valore simbolico del cibo nelle religioni e collabora con alcune delle più importanti testate del settore

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