11-03-2023
Da Marco Stabile non manca mai il sorriso, un'accoglienza calorosa e sincera, che si riflette nei piatti del ristorante
Marco Stabile è un punto di riferimento importante, solido, riconosciuto (dal 2019 è il presidente dell'Associazione dei Ristoratori della provincia di Firenze), per la cucina toscana e fiorentina in particolare. Il suo ristorante Ora d'Aria da diciassette anni interpreta nel modo più riuscito, concreto e raffinato al tempo stesso, la contemporaneità di una storia gastronomica celebrata, ricca, tanto nobile quanto popolare.
L'amore profondo che ha per la sua terra lo si ritrova ascoltandolo parlare dei prodotti e ancor di più dei produttori con cui lavora, intorno ai quali costruisce la sua proposta gastronomica. L'avevamo raccontato anche su queste pagine, nel 2021, facendo conoscenza con uno di loro: Simone Menichetti dell'azienda Terre Alte, a Pietramala, nel comune di Firenzuola. Che allora veniva celebrato per le sue straordinarie patate, e ancora le si ritrovano nel primo assaggio del nuovo menu, con una buonissima Crema di patate, pino mugo e patè di faraona; ma che in questi giorni fornisce anche dei grossi e carnosi fagioli alla Pasta, fagioli e astice (e Stabile, nel raccontare il piatto, si appassiona nel descrivere quella pianta, con i suoi frutti di colori diversi, che poi in cottura prendono un tono amaranto scuro).
Marco Stabile a Pietramala, con uno degli zii di Simone Menichetti
Marco Stabile con una parte della brigata di sala e cucina del ristorante. Sullo sfondo, le volte decorate da Gianluca Biscalchin
Gianluca Biscalchin ha firmato anche una targa, che si vede all'ingresso del ristorante: "La mia stella sei tu", recita. Il riferimento sarà chiaro a molti, con la scelta (per tanti, e pure per chi scrive, incomprensibile) della guida Michelin di togliere con l'edizione 2022 una stella mantenuta per dodici anni. «L'ho voluta mettere all'entrata del ristorante perché è vero, è proprio così. Io non lavoro per una guida, ma per i nostri clienti. Che hanno riempito il ristorante nei suoi primi cinque anni di vita, in cui la stella non c'era, e anche adesso che non c'è più. Non c'è stata alcuna flessione nel nostro lavoro in seguito a quella scelta e per quanto mi riguarda non c'è acrimonia». Ed è giusto che sia così, soprattutto quando Ora d'Aria continua a essere un luogo in cui si mangia meravigliosamente, con una sala che gira alla perfezione, in equilibrio tra sorrisi informali e sollecite attenzioni.
La targa realizzata da Biscalchin
Ci parla delle sue partnership all'estero, ci parla di un progetto che lo vedrà come architetto gastronomico di una barca di extra-lusso per crociere molto esclusive. Ci parla anche d'altro, che per ora è prematuro scrivere, ma è certo che si tratterà di una bella sorpresa per chi ama la sua cucina.
Stabile fotografato quest'estate a Castiglioncello, dove ha aperto un pop up per la stagione calda sulla terrazza della gelateria artigianale Dai Dai
«Non voglio mettermi nella posizione di indicare quello che mangeremo nel futuro, preferisco giocare con quello che, secondo noi, potrebbe essere il cibo del futuro. Magari oggi molti parlano di cucina vegetale come il futuro: posso dire che la scelta dei clienti del ristorante, nel periodo in cui il menu era tutto di ingredienti vegetali, non sembrava dare conferme di questo, lo ordinava solo una piccola percentuale. Allora ho scelto a proporre l'idea del pesce: mi piace provare ad aprire un dialogo su questo, parlare con i clienti, scambiarsi pareri e riflessioni».
Il Futuro si snoda così tra la freschezza delle capesante e l'incontro felicissimo di fagioli e astice, o tra calamari e carciofi. Celebra l'opulenza con un raviolo ripieno di ricotta e acciughe, bagnato da un lussurioso burro della Loira e decorato dal caviale. Reinterpreta le tradizioni locali unendo quella della trippa con quella delle seppie in zimino. Una carrellata di piatti impeccabili, che danno molta concretezza ai prossimi anni dell'Ora d'Aria e di tutto quel che saprà costruire ancora il suo chef.
Di seguito, le immagini dei piatti che abbiamo assaggiato.
Il primissimo benvenuto, caldo e confortante: Brodo di faraona al Vin santo
Crema di patate di Pietramala, pino mugo, aceto sferificato, patè di faraona (quella usata per il brodo)
Capesante marinate al lime, nocciole tostate
Raviolo di ricotta e acciuga, burro e caviale
Tortellini ripieni di manzo alla chiantigiana, panna, lemongrass, capperi. Un fuori menu, un'aggiunta al nostro percorso, e che aggiunta...
Pasta, fagioli e astice: per chi scrive, il piatto più riuscito del menu. I fagioli (che sono in prevalenza fagioli del purgatorio, mentre i tre più grossi e scuri vengono da Pietramala) vengono cotti in un brodo ottenuto dalle teste degli astici, un brodo delicato, che preservi il tono dolce delle carni del crostaceo, che vengono servite morbide, lasciando il morso più consistente ai fagioli
Calamaro, carciofi. Un altro piatto molto riuscito, in cui entrambi gli ingredienti vengono trattati con tecniche diverse, mostrando ciascuno le proprie sfaccettature
Inzimino di trippe di baccalà
Lattaiolo, caramello al marsala, aria al sale. Anche in questo caso, si tratta di un aggiunta al percorso, tratta dal menu Passato
Zuppetta di fragole con gelato allo zabaione
Recensioni, segnalazioni e tendenze dal Buonpaese, firmate da tutti gli autori legati a Identità Golose
a cura di
Giornalista milanese. A 8 anni gli hanno regalato un disco di Springsteen e non si è più ripreso. Musica e gastronomia sono le sue passioni. Fa parte della redazione di Identità Golose dal 2014, dal 1997 è voce di Radio Popolare Instagram: @NiccoloVecchia
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