27-10-2022

Tutti i premiati dell’edizione 2022 dei Food&Wine Italia Awards 2022

Al The Stellar di Firenze, il meglio del settore cibo, vino e della ristorazione (ma anche responsabilità sociale, design, packaging...): vi presentiamo gli Under35 che non hanno paura di osare

I vincitori della terza edizione dei Food&Wine Ita

I vincitori della terza edizione dei Food&Wine Italia Awards 2022 assieme all'Editor in Chief Italia, Federico De Cesare Viola e Mel Hansche, Deputy Editor di Food&Wine

 

Firenze è stata la vetrina scelta per la terza edizione dei Food&Wine Awards dove sono stati premiati i giovani Under 35 del panorama enogastronomico italiano. All’interno di The Stellar, ex Granaio dell’ Abbondanza dei Medici si è svolta la premiazione che, come dichiara il direttore Responsabile Food&Wine Italia, Federico De Cesare Viola:«A due anni dalla prima edizione, questa continua a essere un’occasione per fare il punto su quanto di più interessante accade in Italia nel settore del cibo, del vino e della ristorazione. Siamo orgogliosi di dare spazio a giovani professionisti che non hanno paura di cambiare le regole e tentare nuove strade, di premiare aziende all’avanguardia e altri progetti virtuosi che, dalla tavola, si allargano a molti altri ambiti: dalla responsabilità sociale al design, e questo resta sempre un momento di festa. Siamo stati particolarmente felici di aver condiviso la serata con amici e colleghi che da tutta Italia ci hanno raggiunti a Firenze, città che, dopo Milano nel 2020 e Roma lo scorso anno, abbiamo scelto per continuare la tradizione itinerante degli Awards. Oggi nessuna o poche destinazioni italiane hanno una scena così vibrante e in fermento».

A decretare i vincitori dell’edizione 2022 una giuria di esperti e stampa di settore, capitanata dalla redazione della rivista Food&Wine Italia, l’edizione italiana del celebre magazine statunitense lanciato nel 1978 e oggi pubblicato da Meredith Corporation. Alla serata ha partecipato anche la redazione americana tornata in Italia per l’occasione tra cui Melanie Hansche, Deputy Editor di Food&Wine.

 

Questi i vincitori Under 35 nelle rispettive categorie:

Best Chef - Giorgio Pignagnoli, Nove di Villa della Pergola (Alassio) in collaborazione con Monograno Felicetti

Best Chef Under 35 - Giorgio Pignagnoli, Nove di Villa della Pergola (Alassio)

Appassionato fin da piccolo di cucina, Giorgio Pignagnoli decide di immergersi in questo mondo dopo aver concluso gli studi al liceo scientifico. Si diploma all’Alma, la rinomata Scuola Internazionale di Cucina, per poi affrontare la sua prima esperienza lavorativa al ristorante di Claudio Sadler a Milano. Ne seguono altre significative al Principe delle Nevi di Cervinia con lo chef Federico Zanasi e soprattutto al Lume di Milano con lo chef savonese Luigi Taglienti. Richiamato da Sadler, torna al fianco dello chef milanese come responsabile del suo bistrot Chic’n Quick a Milano. Giorgio decide in seguito di spostarsi in Francia, da sempre sua grande passione, dove lavora al Pavillon Ledoyen (tre stelle Michelin) di Yannick Alléno. Conclusa l’esperienza francese, ritorna in Italia per affiancare ancora i suoi due maestri: prima al Lume come chef di cucina e poi con Sadler al Baglioni Resort di San Teodoro, dove conquista una stella Michelin. Dal gennaio 2022 è Executive Chef al Ristorante Nove di Villa della Pergola ad Alassio, una stella Michelin e parte di Relais & Chateaux.

Best Chef Under 35 - Giorgio Pignagnoli, Nove di Villa della Pergola (Alassio)

Appassionato fin da piccolo di cucina, Giorgio Pignagnoli decide di immergersi in questo mondo dopo aver concluso gli studi al liceo scientifico. Si diploma all’Alma, la rinomata Scuola Internazionale di Cucina, per poi affrontare la sua prima esperienza lavorativa al ristorante di Claudio Sadler a Milano. Ne seguono altre significative al Principe delle Nevi di Cervinia con lo chef Federico Zanasi e soprattutto al Lume di Milano con lo chef savonese Luigi Taglienti. Richiamato da Sadler, torna al fianco dello chef milanese come responsabile del suo bistrot Chic’n Quick a Milano. Giorgio decide in seguito di spostarsi in Francia, da sempre sua grande passione, dove lavora al Pavillon Ledoyen (tre stelle Michelin) di Yannick Alléno. Conclusa l’esperienza francese, ritorna in Italia per affiancare ancora i suoi due maestri: prima al Lume come chef di cucina e poi con Sadler al Baglioni Resort di San Teodoro, dove conquista una stella Michelin. Dal gennaio 2022 è Executive Chef al Ristorante Nove di Villa della Pergola ad Alassio, una stella Michelin e parte di Relais & Chateaux.

Best Pastry Chef - Christian Marasca, Zia Restaurant (Roma) in collaborazione con Consorzio dell'Asti e del Moscato Docg

Best Pastry Chef Under 35 - Christian Marasca, Zia Restaurant (Roma)

Nato a Roma nel 1993, dopo gli studi scientifici e aver iniziato l’università nel 2013, decide di cambiare rotta e seguire la sua passione, frequentando così la scuola Alma di Gualtiero Marchesi a Colorno. Subito dopo lavora per Luca Montersino ad Alba e poi per Tiziano Mita a Roma. Quest’ultimo sarà per lui il suo mentore negli anni, chef che ha formato la maggior parte del carattere di Christian e della sua professionalità. Nel 2016, lavorando al Pagliaccio di Anthony Genovese, ristorante due stelle Michelin a Roma, conosce chef Antonio Ziantoni, con il quale stringe un rapporto di amicizia. Dopo l’esperienza da Gruè e a Le Meurice con lo chef Cédric Grolet, riceve la chiamata di Antonio nel 2018 per l’apertura di Zia Restaurant per il quale, dall’inizio, ricopre il ruolo di pastry chef. Nel 2020 arriva la prima stella Michelin a premiare il ristorante

Best Pastry Chef Under 35 - Christian Marasca, Zia Restaurant (Roma)

Nato a Roma nel 1993, dopo gli studi scientifici e aver iniziato l’università nel 2013, decide di cambiare rotta e seguire la sua passione, frequentando così la scuola Alma di Gualtiero Marchesi a Colorno. Subito dopo lavora per Luca Montersino ad Alba e poi per Tiziano Mita a Roma. Quest’ultimo sarà per lui il suo mentore negli anni, chef che ha formato la maggior parte del carattere di Christian e della sua professionalità. Nel 2016, lavorando al Pagliaccio di Anthony Genovese, ristorante due stelle Michelin a Roma, conosce chef Antonio Ziantoni, con il quale stringe un rapporto di amicizia. Dopo l’esperienza da Gruè e a Le Meurice con lo chef Cédric Grolet, riceve la chiamata di Antonio nel 2018 per l’apertura di Zia Restaurant per il quale, dall’inizio, ricopre il ruolo di pastry chef. Nel 2020 arriva la prima stella Michelin a premiare il ristorante

Best Pizza Chef - Jacopo Mercuro, 180grammi (Roma) in collaborazione con Ooni

Best Pizza Chef Under 35 - Jacopo Mercuro, 180grammi (Roma)

Classe 1988, il pizzaiolo romano aveva davanti a sé una strada tracciata come avvocato, nel solco della tradizione di famiglia. Jacopo Mercuro però ha deragliato, cedendo all’attrazione per lieviti e impasti e seguendo la scia di alcuni grandi maestri dell’arte bianca romana. Nel 2015 apre Mani in Pasta, piccolo locale di pizza al taglio in via Ostiense che lo fa conoscere al pubblico. Terminata quell’avventura, nel 2018 apre – inizialmente insieme a Mirko Rizzo – 180grammi in via Tor de Schiavi, zona Centocelle, contribuendo alla fortuna gastronomica del quartiere quanto al rilancio della pizza romana tonda, quella sottile e croccante ottenuta appunto da un panetto di impasto da 180 grammi, steso però a mano e non con il mattarello. Nel 2021 sdoppia l’insegna: il locale a Tor de Schiavi è ora dedicato ad asporto e delivery, mentre nella nuova sede di via Genazzano trovano spazio proposte classiche e sperimentazioni. E sono in arrivo ulteriori sviluppi: da una nuova sede per l’asporto a Roma fino a una probabile apertura all’estero.

Best Pizza Chef Under 35 - Jacopo Mercuro, 180grammi (Roma)

Classe 1988, il pizzaiolo romano aveva davanti a sé una strada tracciata come avvocato, nel solco della tradizione di famiglia. Jacopo Mercuro però ha deragliato, cedendo all’attrazione per lieviti e impasti e seguendo la scia di alcuni grandi maestri dell’arte bianca romana. Nel 2015 apre Mani in Pasta, piccolo locale di pizza al taglio in via Ostiense che lo fa conoscere al pubblico. Terminata quell’avventura, nel 2018 apre – inizialmente insieme a Mirko Rizzo – 180grammi in via Tor de Schiavi, zona Centocelle, contribuendo alla fortuna gastronomica del quartiere quanto al rilancio della pizza romana tonda, quella sottile e croccante ottenuta appunto da un panetto di impasto da 180 grammi, steso però a mano e non con il mattarello. Nel 2021 sdoppia l’insegna: il locale a Tor de Schiavi è ora dedicato ad asporto e delivery, mentre nella nuova sede di via Genazzano trovano spazio proposte classiche e sperimentazioni. E sono in arrivo ulteriori sviluppi: da una nuova sede per l’asporto a Roma fino a una probabile apertura all’estero.

Best Maître e Sommelier - Pascal Tinari, Villa Maiella (Guardiagrele) in collaborazione con Coravin

Best Maître e Sommelier Under 35 - Pascal Tinari, Villa Maiella (Guardiagrele)

Nato a Guardiagrele nel 1989, muove i primi passi in quella che allora era la trattoria di famiglia e oggi è diventato un ristorante di rilievo sul territorio italiano: Villa Maiella, una stella Michelin conseguita nel 2010. La prima esperienza lavorativa fuori casa è Dal Pescatore a Canneto sull’Oglio, tre stelle Michelin, dove inizia a coltivare una visione diversa della ristorazione, collaborando con la famiglia Santini. La formazione continua in Alsazia, patria del vino e del servizio in sala, in un altro tempio della ristorazione: L’Auberge de L’Ill, tre stelle Michelin dal 1967 con la famiglia Haeberlin. Nel 2011 ritorna a casa per riprendere le redini della sala e della cantina di Villa Maiella. Da allora sono diversi i riconoscimenti conseguiti e i molti impegni anche nel campo della formazione.

Best Maître e Sommelier Under 35 - Pascal Tinari, Villa Maiella (Guardiagrele)

Nato a Guardiagrele nel 1989, muove i primi passi in quella che allora era la trattoria di famiglia e oggi è diventato un ristorante di rilievo sul territorio italiano: Villa Maiella, una stella Michelin conseguita nel 2010. La prima esperienza lavorativa fuori casa è Dal Pescatore a Canneto sull’Oglio, tre stelle Michelin, dove inizia a coltivare una visione diversa della ristorazione, collaborando con la famiglia Santini. La formazione continua in Alsazia, patria del vino e del servizio in sala, in un altro tempio della ristorazione: L’Auberge de L’Ill, tre stelle Michelin dal 1967 con la famiglia Haeberlin. Nel 2011 ritorna a casa per riprendere le redini della sala e della cantina di Villa Maiella. Da allora sono diversi i riconoscimenti conseguiti e i molti impegni anche nel campo della formazione.

Best Bartender - Martina Bonci, Gucci Giardino 25 (Firenze) in collaborazione con Bonaventura Maschio

Best Bartender Under 35 - Martina Bonci, Gucci Giardino 25 (Firenze)

Giardino 25 è un all-day café e cocktail bar aperto tutto il giorno, guidato da Martina Bonci. Per Martina la passione per la mixology comincia da piccola, con i sorsi di vino rubati nella cucina della nonna in Umbria, per crescere attraverso diverse esperienze lavorative in tutta Italia. I suoi cocktail si caratterizzano per equilibrio, bellezza, creatività e ricerca dell'eccellenza del prodotto, riflettendo gli stessi valori che fanno parte del dna Gucci. Martina mette lo stesso livello di dedizione anche nei cocktail alcohol-free, spinta dal desiderio di offrire a tutti un'esperienza ricca di divertimento

Best Bartender Under 35 - Martina Bonci, Gucci Giardino 25 (Firenze)

Giardino 25 è un all-day café e cocktail bar aperto tutto il giorno, guidato da Martina Bonci. Per Martina la passione per la mixology comincia da piccola, con i sorsi di vino rubati nella cucina della nonna in Umbria, per crescere attraverso diverse esperienze lavorative in tutta Italia. I suoi cocktail si caratterizzano per equilibrio, bellezza, creatività e ricerca dell'eccellenza del prodotto, riflettendo gli stessi valori che fanno parte del dna Gucci. Martina mette lo stesso livello di dedizione anche nei cocktail alcohol-free, spinta dal desiderio di offrire a tutti un'esperienza ricca di divertimento

Best Winemaker - Chiara Condello (Predappio) in collaborazione con Coravin

Best Winemaker Under 35 - Chiara Condello (Predappio)

Quando Chiara Condello entra nel progetto vitivinicolo di famiglia, tracciando una sua strada e costruendo un suo brand, la cantina “madre”, Condé, non ha l’appeal delle realtà migliori della sua zona. Si dimostra però un’ottima palestra per la giovane vignaiola, tanto che dopo i necessari anni di rodaggio decide di lanciare la sfida individuale, acquistando alcuni ettari a Fiumana di Predappio. Una piccola parcella esposta a est, con suoli di calcare e argilla, ricca di rocce plioceniche, a 250 metri d’altezza, in un terroir storicamente vocato per il Sangiovese. I vini Chiara Condello sono capaci di mostrare un’idea di futuro a tutta la Romagna, per grazia, stile, purezza espressiva e filosofia produttiva

Best Winemaker Under 35 - Chiara Condello (Predappio)

Quando Chiara Condello entra nel progetto vitivinicolo di famiglia, tracciando una sua strada e costruendo un suo brand, la cantina “madre”, Condé, non ha l’appeal delle realtà migliori della sua zona. Si dimostra però un’ottima palestra per la giovane vignaiola, tanto che dopo i necessari anni di rodaggio decide di lanciare la sfida individuale, acquistando alcuni ettari a Fiumana di Predappio. Una piccola parcella esposta a est, con suoli di calcare e argilla, ricca di rocce plioceniche, a 250 metri d’altezza, in un terroir storicamente vocato per il Sangiovese. I vini Chiara Condello sono capaci di mostrare un’idea di futuro a tutta la Romagna, per grazia, stile, purezza espressiva e filosofia produttiva

Miglior Panino d’Autore - ‘Ino, il locale fiorentino di Alessandro Frassica

Miglior Panino d’Autore - ‘Ino (Firenze) di Alessandro Frassica

È Alessandro Frassica a dare origine al concetto di ‘Ino, panineria di alta qualità in pieno centro storico a Firenze. Un passato nella moda e nella critica gastronomica, Alessandro Frassica capisce nel 2006 che il futuro del cibo di strada sarebbe stato all’insegna della qualità e che il panino sarebbe diventato lo strumento per far conoscere grandi ingredienti e bravi produttori. La sua idea ha successo e in brevissimo tempo il laboratorio fiorentino di via dei Georgofili diventa meta di pellegrinaggio per i buongustai dall’Italia e dall’estero. Grande attenzione agli ingredienti e un'attenta selezione delle materie prime rendono i panini di ‘Ino un mito: da New York a Tokyo, passando per Dubai e New Delhi, molti hanno avuto il piacere di morderli durante i suoi eventi e lezioni

Miglior Panino d’Autore - ‘Ino (Firenze) di Alessandro Frassica

È Alessandro Frassica a dare origine al concetto di ‘Ino, panineria di alta qualità in pieno centro storico a Firenze. Un passato nella moda e nella critica gastronomica, Alessandro Frassica capisce nel 2006 che il futuro del cibo di strada sarebbe stato all’insegna della qualità e che il panino sarebbe diventato lo strumento per far conoscere grandi ingredienti e bravi produttori. La sua idea ha successo e in brevissimo tempo il laboratorio fiorentino di via dei Georgofili diventa meta di pellegrinaggio per i buongustai dall’Italia e dall’estero. Grande attenzione agli ingredienti e un'attenta selezione delle materie prime rendono i panini di ‘Ino un mito: da New York a Tokyo, passando per Dubai e New Delhi, molti hanno avuto il piacere di morderli durante i suoi eventi e lezioni

Best Interior Design - Flaviano Capriotti ArchitettiRistorante Andrea Aprea (Milano) in collaborazione con Scuola Politecnica di Design

Best Interior Design - Flaviano Capriotti Architetti, Ristorante Andrea Aprea (Milano), ritirano il premio (da destra) Flaviano Capriotti e Andrea Aprea (a sinistra)

Posto all'ultimo piano della Fondazione Luigi Rovati di Milano, il ristorante raccoglie in una cornice architettonica dalle proporzioni pure tutti i valori dell'esperienza gastronomica che Aprea ha definito in un percorso di ricerca ventennale. L'ambiente, progettato dall'architetto Flaviano Capriotti, è caratterizzato da uno spazio dal grande impatto scenografico, dove una sorprendente vetrata panoramica apre lo sguardo sul parco di Porta Venezia e sullo skyline della città. Gli interni sviluppano in chiave contemporanea l’esperienza gastronomica, dialogando coerentemente con il Palazzo, i materiali nobili e le opere d’arte site specific realizzate dagli artisti Andrea Sala e Mauro Ceolin. Gli interni sono stati ideati per creare un percorso di sorpresa, in un’alternanza tra i toni chiari e scuri delle superfici di bucchero nero e le ampie vetrate, pensate per conferire teatralità allo spazio. I materiali sono puri, lasciati al loro stato naturale, privi di decoro o colore aggiunto: legno, bucchero, gesso e pietra

Best Interior Design - Flaviano Capriotti Architetti, Ristorante Andrea Aprea (Milano), ritirano il premio (da destra) Flaviano Capriotti e Andrea Aprea (a sinistra)

Posto all'ultimo piano della Fondazione Luigi Rovati di Milano, il ristorante raccoglie in una cornice architettonica dalle proporzioni pure tutti i valori dell'esperienza gastronomica che Aprea ha definito in un percorso di ricerca ventennale. L'ambiente, progettato dall'architetto Flaviano Capriotti, è caratterizzato da uno spazio dal grande impatto scenografico, dove una sorprendente vetrata panoramica apre lo sguardo sul parco di Porta Venezia e sullo skyline della città. Gli interni sviluppano in chiave contemporanea l’esperienza gastronomica, dialogando coerentemente con il Palazzo, i materiali nobili e le opere d’arte site specific realizzate dagli artisti Andrea Sala e Mauro Ceolin. Gli interni sono stati ideati per creare un percorso di sorpresa, in un’alternanza tra i toni chiari e scuri delle superfici di bucchero nero e le ampie vetrate, pensate per conferire teatralità allo spazio. I materiali sono puri, lasciati al loro stato naturale, privi di decoro o colore aggiunto: legno, bucchero, gesso e pietra

Best Packaging - Sabadì in collaborazione con Scuola Politecnica di Design

Best Packaging - Sabadì (ritira il premio Bianca Tecchiati)

Veronese di nascita, dopo un’esperienza nel mondo della finanza Simone Sabaini decide di cambiare vita. Dopo quattro anni in Altromercato, dove ha l’opportunità di lavorare a stretto contatto con produttori di cacao e zucchero in Sud America, decide di fare un ulteriore passo verso il suo concetto di qualità della vita e si trasferisce a Modica, folgorato dalla sua bellezza e dai ritmi lenti. Lì fonda la “fabbrica di cioccolato” Sabadì, con l’obiettivo di elevare il livello qualitativo di questo prodotto. Decide pertanto di produrre un cioccolato di Modica che, pur essendo tradizionalmente lavorato a freddo e senza burro di cacao aggiunto, si mantiene lucido e compatto, con una forte persistenza del cacao e senza una troppo invadente percezione dolce. Dal 2012 e per 11 anni consecutivi Sabadì viene premiato con la Tavoletta d’Oro come “Miglior Cioccolato di Modica” dalla Compagnia del Cioccolato, associazione dei consumatori di cioccolato, che ne tutela il consumo, verificandone la qualità. Dopo anni di sperimentazione, nel 2018 apre a Modica la prima cantina al mondo per l’affinamento del cioccolato creando una nuova categoria di prodotti. Un cioccolato “profumato” attraverso un processo naturale: grazie alla sua componente grassa, il cacao assorbe spontaneamente le note aromatiche di cui viene circondato. Il forte tasso di innovazione in tutti i prodotti proposti, unito alla selezione maniacale della materia prima (biologica, da presidi Slow Food ed equo solidale), portano Sabadì a essere presente nei più importanti department stores del lusso del mondo, a esportare in oltre 30 paesi e aessere distribuito in più di mille negozi di eccellenza in Italia. Il packaging, sostenibile e “narrativo”, racconta ai consumatori la storia dei prodotti e la cultura del cioccolato siciliano

Best Packaging - Sabadì (ritira il premio Bianca Tecchiati)

Veronese di nascita, dopo un’esperienza nel mondo della finanza Simone Sabaini decide di cambiare vita. Dopo quattro anni in Altromercato, dove ha l’opportunità di lavorare a stretto contatto con produttori di cacao e zucchero in Sud America, decide di fare un ulteriore passo verso il suo concetto di qualità della vita e si trasferisce a Modica, folgorato dalla sua bellezza e dai ritmi lenti. Lì fonda la “fabbrica di cioccolato” Sabadì, con l’obiettivo di elevare il livello qualitativo di questo prodotto. Decide pertanto di produrre un cioccolato di Modica che, pur essendo tradizionalmente lavorato a freddo e senza burro di cacao aggiunto, si mantiene lucido e compatto, con una forte persistenza del cacao e senza una troppo invadente percezione dolce. Dal 2012 e per 11 anni consecutivi Sabadì viene premiato con la Tavoletta d’Oro come “Miglior Cioccolato di Modica” dalla Compagnia del Cioccolato, associazione dei consumatori di cioccolato, che ne tutela il consumo, verificandone la qualità. Dopo anni di sperimentazione, nel 2018 apre a Modica la prima cantina al mondo per l’affinamento del cioccolato creando una nuova categoria di prodotti. Un cioccolato “profumato” attraverso un processo naturale: grazie alla sua componente grassa, il cacao assorbe spontaneamente le note aromatiche di cui viene circondato. Il forte tasso di innovazione in tutti i prodotti proposti, unito alla selezione maniacale della materia prima (biologica, da presidi Slow Food ed equo solidale), portano Sabadì a essere presente nei più importanti department stores del lusso del mondo, a esportare in oltre 30 paesi e aessere distribuito in più di mille negozi di eccellenza in Italia. Il packaging, sostenibile e “narrativo”, racconta ai consumatori la storia dei prodotti e la cultura del cioccolato siciliano

Migliore Esperienza Enogastronomica in Hotel - Hotel Signum, (Salina) in collaborazione con Lonely Planet magazine Italia

Migliore Esperienza Enogastronomica in Hotel - Hotel Signum (Salina), ritira il premio Luca Caruso

Boutique hotel di lusso, ma anche ristorante e centro benessere, l’Hotel Signum è immerso nel verde rigoglioso di Salina, al centro dell'arcipelago delle Isole Eolie. Un luogo dove nulla è casuale, ma frutto della cura e della dedizione dei padroni di casa, la famiglia Caruso. La struttura si compone di 30 camere, ognuna con uno stile individuale e arredata con mobili d’epoca, oggetti ricercarti e di design. Luce, storia, raffinatezza e qualità dei materiali sono le caratteristiche distintive di ogni ambiente. Un sogno nato nel 1988 quando Clara Rametta e Michele Caruso decisero di ristrutturare alcuni vecchi ruderi, tramandato dai genitori ai figli: Luca al timone della struttura e Martina a tenere le redini della cucina e del ristorante stellato. Che sia un cocktail rinfrescante a bordo piscina o sulla terrazza panoramica, una tranquilla lettura nel verde del giardino o nella biblioteca o ancora una cena gustando le creazioni culinarie di Martina Caruso, tutto è pensato per andare incontro ai desideri degli ospiti

Migliore Esperienza Enogastronomica in Hotel - Hotel Signum (Salina), ritira il premio Luca Caruso

Boutique hotel di lusso, ma anche ristorante e centro benessere, l’Hotel Signum è immerso nel verde rigoglioso di Salina, al centro dell'arcipelago delle Isole Eolie. Un luogo dove nulla è casuale, ma frutto della cura e della dedizione dei padroni di casa, la famiglia Caruso. La struttura si compone di 30 camere, ognuna con uno stile individuale e arredata con mobili d’epoca, oggetti ricercarti e di design. Luce, storia, raffinatezza e qualità dei materiali sono le caratteristiche distintive di ogni ambiente. Un sogno nato nel 1988 quando Clara Rametta e Michele Caruso decisero di ristrutturare alcuni vecchi ruderi, tramandato dai genitori ai figli: Luca al timone della struttura e Martina a tenere le redini della cucina e del ristorante stellato. Che sia un cocktail rinfrescante a bordo piscina o sulla terrazza panoramica, una tranquilla lettura nel verde del giardino o nella biblioteca o ancora una cena gustando le creazioni culinarie di Martina Caruso, tutto è pensato per andare incontro ai desideri degli ospiti

Innovazione nel Cibo - Giovani Pastori - SNAP Scuola Nazionale di Pastorizia in collaborazione con Kellerei Kaltern

Innovazione nel Cibo - Giovani Pastori - SNAP Scuola Nazionale di Pastorizia, ritira il premio Daniela Storti

In molte realtà italiane, soprattutto nelle aree interne, montane e insulari, la pastorizia svolge un ruolo di vero e proprio presidio territoriale, contrastando con la sua presenza radicata e diffusa i crescenti fenomeni di abbandono. Offrendo una forma sostenibile e autonoma di lavoro e reddito, contribuisce a tenere vivi e produttivi questi territori. Ciononostante, la pastorizia soffre di un importante problema di ricambio generazionale. In questo quadro s’inserisce l’“Accordo di collaborazione scientifica” stipulato dal CREA - Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia, l’Università di Torino - con i Dipartimenti di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari (DiSAFA) e Culture, Politica e Società (DiCPS) - ed EuracResearch, che intende, attraverso la realizzazione di obiettivi comuni ai tre enti, agevolare il trasferimento dell’innovazione tecnologica, sociale e organizzativa nei settori agricolo, agroalimentare, forestale, della pesca e ambientale, con particolare attenzione ai contesti produttivi marginali e, segnatamente, alle aree interne e montane. La realizzazione di una "Scuola Nazionale della Pastorizia - SNAP" rappresenta il primo risultato dell’Accordo. La Scuola aspira a fornire elementi di formazione, informazione, innovazione e dialogo e si propone come modulare, itinerante e interattiva

Innovazione nel Cibo - Giovani Pastori - SNAP Scuola Nazionale di Pastorizia, ritira il premio Daniela Storti

In molte realtà italiane, soprattutto nelle aree interne, montane e insulari, la pastorizia svolge un ruolo di vero e proprio presidio territoriale, contrastando con la sua presenza radicata e diffusa i crescenti fenomeni di abbandono. Offrendo una forma sostenibile e autonoma di lavoro e reddito, contribuisce a tenere vivi e produttivi questi territori. Ciononostante, la pastorizia soffre di un importante problema di ricambio generazionale. In questo quadro s’inserisce l’“Accordo di collaborazione scientifica” stipulato dal CREA - Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia, l’Università di Torino - con i Dipartimenti di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari (DiSAFA) e Culture, Politica e Società (DiCPS) - ed EuracResearch, che intende, attraverso la realizzazione di obiettivi comuni ai tre enti, agevolare il trasferimento dell’innovazione tecnologica, sociale e organizzativa nei settori agricolo, agroalimentare, forestale, della pesca e ambientale, con particolare attenzione ai contesti produttivi marginali e, segnatamente, alle aree interne e montane. La realizzazione di una "Scuola Nazionale della Pastorizia - SNAP" rappresenta il primo risultato dell’Accordo. La Scuola aspira a fornire elementi di formazione, informazione, innovazione e dialogo e si propone come modulare, itinerante e interattiva

Responsabilità Sociale nel Cibo - AIW – Association for the Integration of Women, Progetto Roots, (Modena) in collaborazione con Kellerei Kaltern

Responsabilità Sociale nel Cibo - AIW – Association for the Integration of Women, Progetto Roots (Modena), ritira il premio Caroline Caporossi

Donne, migranti, spesso mamme, residenti a Modena da anni, inoccupate. A trasformarle in professioniste dell’ospitalità ci pensa AIW, Association for the Integration of Women, che nel maggio 2021 avvia un programma di formazione in ambito culinario sviluppato dalla chef Jessica per offrire ogni anno a 16 donne appassionate di cucina l'opportunità di iniziare una carriera nel settore dell’ospitalità. E’ nato così nel 2022 Roots, ristorante la sera e spazio multifunzionale di giorno. Il nome, Radici, simboleggia il legame con le proprie origini e, insieme, una rifioritura. A ogni gruppo di tirocinanti, al lavoro per sei mesi nelle cucine di Roots, è destinato un programma di tutoraggio che aggiunge alla formazione gastronomica competenze di gestione e attività di mentoring. Il menu del ristorante parla della storia e dei luoghi di origine delle donne coinvolte, che nei piatti abbracciano la tradizione emiliana e modenese per offrire al pubblico un’esperienza gastronomica priva di confini

Responsabilità Sociale nel Cibo - AIW – Association for the Integration of Women, Progetto Roots (Modena), ritira il premio Caroline Caporossi

Donne, migranti, spesso mamme, residenti a Modena da anni, inoccupate. A trasformarle in professioniste dell’ospitalità ci pensa AIW, Association for the Integration of Women, che nel maggio 2021 avvia un programma di formazione in ambito culinario sviluppato dalla chef Jessica per offrire ogni anno a 16 donne appassionate di cucina l'opportunità di iniziare una carriera nel settore dell’ospitalità. E’ nato così nel 2022 Roots, ristorante la sera e spazio multifunzionale di giorno. Il nome, Radici, simboleggia il legame con le proprie origini e, insieme, una rifioritura. A ogni gruppo di tirocinanti, al lavoro per sei mesi nelle cucine di Roots, è destinato un programma di tutoraggio che aggiunge alla formazione gastronomica competenze di gestione e attività di mentoring. Il menu del ristorante parla della storia e dei luoghi di origine delle donne coinvolte, che nei piatti abbracciano la tradizione emiliana e modenese per offrire al pubblico un’esperienza gastronomica priva di confini

Innovazione nel Vino - Sfusobuono in collaborazione con Treccani Accademia

Innovazione nel Vino - Sfusobuono, ritirano il premio Paolo Vaccarella e Alessandra Costa

Vino artigianale di piccoli produttori da tutta l’Italia, un packaging moderno e sostenibile e una piattaforma online sulla quale acquistare. Sfusobuono è il progetto lanciato da due giovani imprenditori piemontesi, Alessandra Costa e Paolo Vaccarella, per offrire a tutti la possibilità di bere vino di qualità ogni giorno a un prezzo corretto, innovando un packaging mai valorizzato abbastanza. Sfusobuono è un bag in box da 3 litri compatto e moderno, studiato per entrare comodamente nella porta del frigo o nella dispensa di casa, perfetto per le famiglie e ideale per coppie o single che non vogliono “sprecare” l’apertura di una bottiglia senza una reale occasione. “Buono da bere, bello da vedere”

Innovazione nel Vino - Sfusobuono, ritirano il premio Paolo VaccarellaAlessandra Costa

Vino artigianale di piccoli produttori da tutta l’Italia, un packaging moderno e sostenibile e una piattaforma online sulla quale acquistare. Sfusobuono è il progetto lanciato da due giovani imprenditori piemontesi, Alessandra Costa e Paolo Vaccarella, per offrire a tutti la possibilità di bere vino di qualità ogni giorno a un prezzo corretto, innovando un packaging mai valorizzato abbastanza. Sfusobuono è un bag in box da 3 litri compatto e moderno, studiato per entrare comodamente nella porta del frigo o nella dispensa di casa, perfetto per le famiglie e ideale per coppie o single che non vogliono “sprecare” l’apertura di una bottiglia senza una reale occasione. “Buono da bere, bello da vedere”

                              

Responsabilità Sociale nel Vino - Salcheto, (Montepulciano) in collaborazione con Treccani Accademia

Responsabilità Sociale nel Vino - Salcheto (Montepulciano), ritira il premio Michele Manelli

Salcheto: una storia di sangiovese e di Vino Nobile, a due passi dal centro storico di Montepulciano. Il progetto nasce nel 1984 come classica fattoria multi-colturale, fino a divenire oggi, dopo quasi 40 anni di storia vitivinicola, un caposaldo della qualità enoica italiana. Nel 1997 approda a Montepulciano Michele Manelli, attuale winemaker, il quale impronta l’azienda sul sangiovese, la sostenibilità e su vini di alta qualità. Salcheto produce oggi vini neo-naturali: significa aver saputo sfruttare la capacità tecnica di fare vini moderni e portare il tutto nella direzione di produrre vini senza alcuna aggiunta, nemmeno di solfiti o lieviti selezionati. Salcheto è sostenibilità: ambientale, sociale ed economica. Oltre a essere la prima cantina off-gridable in Europa, Salcheto è stata anche la prima ad aver certificato l'impronta di carbonio di una bottiglia di vino. La sua attenzione alla sostenibilità arriva anche alle bottiglie, con una Bordolese tutta speciale, la bottiglia più leggera ed ecologica disponibile sul mercato. Sono innumerevoli però anche gli impegni in ambito sociale, con azioni rivolte al territorio e ai giovani e traguardi aziendali nella gestione del proprio capitale umano, come testimonia il piano welfare per il personale, attivo da oltre un quinquennio, e che ha rappresentato un’assoluta innovazione nel panorama nazionale

Responsabilità Sociale nel Vino - Salcheto (Montepulciano), ritira il premio Michele Manelli

Salcheto: una storia di sangiovese e di Vino Nobile, a due passi dal centro storico di Montepulciano. Il progetto nasce nel 1984 come classica fattoria multi-colturale, fino a divenire oggi, dopo quasi 40 anni di storia vitivinicola, un caposaldo della qualità enoica italiana. Nel 1997 approda a Montepulciano Michele Manelli, attuale winemaker, il quale impronta l’azienda sul sangiovese, la sostenibilità e su vini di alta qualità. Salcheto produce oggi vini neo-naturali: significa aver saputo sfruttare la capacità tecnica di fare vini moderni e portare il tutto nella direzione di produrre vini senza alcuna aggiunta, nemmeno di solfiti o lieviti selezionati. Salcheto è sostenibilità: ambientale, sociale ed economica. Oltre a essere la prima cantina off-gridable in Europa, Salcheto è stata anche la prima ad aver certificato l'impronta di carbonio di una bottiglia di vino. La sua attenzione alla sostenibilità arriva anche alle bottiglie, con una Bordolese tutta speciale, la bottiglia più leggera ed ecologica disponibile sul mercato. Sono innumerevoli però anche gli impegni in ambito sociale, con azioni rivolte al territorio e ai giovani e traguardi aziendali nella gestione del proprio capitale umano, come testimonia il piano welfare per il personale, attivo da oltre un quinquennio, e che ha rappresentato un’assoluta innovazione nel panorama nazionale


Dall'Italia

Recensioni, segnalazioni e tendenze dal Buonpaese, firmate da tutti gli autori legati a Identità Golose

a cura di

Cinzia Benzi

laureata in psicologia, è stata rapita dalla galassia di Identità Golose. Se lo studio del vino è la sua vita, la vocazione di buongustaia è una scoperta in evoluzione

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