07-07-2022
La scenografica terrazza di Porta di Basso in via Cristoforo Colombo 38 a Peschici (Foggia), una stella Michelin
“Ci sono giorni che diventa un chiodo fisso, altri che te lo scordi. Ma senza dubbio, sono storie che lasciano il segno”. Tutto sta nella capacità di trasformare il nero in bianco, di cavare qualcosa di buono anche dal brutto più brutto, come l’ordigno che nella notte fra il 18 e il 19 novembre 2021 fece esplodere la Range Rover dello chef Domenico Cilenti, patron del ristorante Porta di Basso a Peschici (Foggia). Il firmamento sarebbe tornato a risplendere sul ristorante arroccato alla scogliera (letteralmente) a perpendicolo sul mare da lì a poco: esattamente 5 giorni dopo quella deflagrazione, su Porta di Basso si è accesa la prima stella della Rossa più amata e temuta del mondo. Ecco come cambiare di segno persino il più cupo dei giorni. Cilenti, pioniere stellato in terra garganica, ha incassato il riconoscimento con un surplus di commozione, a cinquant’anni suonati, l’aria da ragazzino scapigliato e una gran voglia di seppellire con una risata ogni tentativo di cavargli via dal cuore la speranza. Vedi il piatto ispirato a quella notte, battezzato Tutto fumo e niente arrosto: pane al nero di seppia, paella, tuorlo Biancofiore cotto in affumicatore, gel di pomodoro, scampo dell’Adriatico e buccia di limone. L’affumicatura è la nota dominante ma di arrosto, nessuna traccia. C’è invece fra le righe un omaggio alla cucina mediterranea fra le coste italo-ispaniche, di cui Cilenti è tifoso innamorato anche grazie alla fratellanza con Joan, Jordi e Josep Roca. Anche così Peschici si riprende la sua grande bellezza dispiegata fra mare e terra, pioniera nell’aprire le porte del gran tour pugliese sin dai remoti tempi in cui la Puglia voleva dire Vieste, Tremiti e poco più. Più che la criminalità, di basso e alto cabotaggio, le difficoltà di fare ristorazione a queste latitudini secondo Cilenti si scontrano con quelle di far quadrare i conti in luoghi belli da capogiro tutto l’anno, ma frequentati in una sola stagione. “Noi ci abbiamo scommesso e vinto”, spiega il cuoco con più di un pizzico d’orgoglio.
Domenico Cilenti, Porta di Basso
Non è l’unico frutto della buona ostinazione di fattura garganica, dove la gente ha assunto per osmosi le asperità del promontorio, non meno delle dolcezze. Quintessenza e distillato delle quali è prova tangibile il gelato a tutta natura di Iginio Ventura, artigiano amanuense della Gelateria Pina Gel di Peschici, passato da orafo, avvezzo a cesellare capolavori e preziosità, a elevare il lusso del superfluo ad arte del necessario. Provare per credere i suoi gelati ai sapori garganici in purezza: il limone, una cultivar dotata di corredo zuccherino più alto che altrove; le more selvatiche o l’amarena: “La uso con parsimonia, è un frutto raro di cui sono molto geloso”. Le une e le altre sono frutto della raccolta avventurosa di raccoglitori esperti, spesso anziani, in grado di guadagnarsi dei varchi nella foresta umbra senza compromettere l’integrità dei boschi, e la natura ricambia con more che crescendo indisturbate arrivano a raggiungere il peso di 30 grammi. “Praticamente una pepita”, spiega Ventura, adattando il lessico sentimentale della sua prima vita a quella nuova. Eppure, per ragioni affini e complementari a quelle illustrate da Cilenti, anche Ventura ammette le difficoltà di vivere e fare in terra garganica: “Provate a lavorare in un posto dove la prima uscita autostradale è a un’ora da Peschici, niente treni, niente aerei, niente pullman. Le vie alternative, come i percorsi ciclabili, nessuno sa dove siano. Mi trovo spesso a soccorrere turisti smarriti di fronte a uffici informazioni puntualmente chiusi”. “Tutto il mondo conosce il Gargano, i ricercatori arrivano dalla Finlandia e da tutto il Nord Europa per le orchidee, noi ci camminiano sopra”, conclude. Come avere l’ora in bocca, quello di una straordinaria biodiversità anche paesaggistica (mare, foresta, entroterra e laghi), e non saperlo.
Iginio Ventura, Gelateria Pina Gel, corso Umberto I 7, Peschici, Foggia (foto Brambilla Serrani)
Alcune specialità di Gelateria Pina Gel
Antonio Cera, Forno Sammarco, San Marco in Lamis (Foggia)
Specialità del Forno Sammarco
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Cronista di professione, curiosa di fatto e costituzione, attitudine applicata al giornalismo d’inchiesta e alle cose di gusto. Scrive per Repubblica, Gambero rosso, Dispensa
BIANCANEVE ROSSO SANGUE: peperone crusco, tartare di cervo, fiori di aglio orsino in salamoia, salsa bbq di gelso antico è il Piatto della bella stagione 2024 firmato da Libero Antonio Ratti, chef del ristorante Il Rifugio dell'Elda Hotel, a Monte Sant'Angelo (Foggia)
Delizia speciale al limone è il gusto dell'estate 2023 ideato da Iginio Ventura, maestro artigiano della gelateria Pina Gel a Peschici, Foggia
Cubo all’acquasale di pomodoro, carpaccio di muggine e femminiello fermentato è il Piatto dell'estate 2023 di Domenico Cilenti, chef del ristorante Porta di Basso, una stella Michelin a Peschici, Foggia