Jorge Martín
Ostrica marinata con musetto di maiale e spinacidi Jordi Vilà
Carlo Mangio I Cerea, Portofino e Belmond: ma che trinomio perfetto al DaV Mare (con il nuovo menu)
Antonia Klugmann, triestina, da fine 2014 chef e patron de L'Argine a Vencò, Gorizia (foto Gerdt Schebular)
Vencò. Frazione di Dolegna del Collio. Provincia di Gorizia. Un chilometro e mezzo dal confine con la Slovenia. Colline, campi di girasoli e vitigni di Ribolla e Pignolo. All’anagrafe, 21 abitanti e nessuna parrocchia. Una terra di confine che da qualche anno, più precisamente dal 2014, ospita il ristorante di Antonia Klugmann, L’Argine a Vencò. Una cuoca che non ha bisogno di troppe presentazioni: triestina, classe 1979, studi in Legge prima degli apprendistati in cucina, nel 2004 padrona di casa dell’Antico Foledor Conte Lovaria (Pavia di Udine); e poi ancora un paio di esperienze – al Ridotto di Venezia e al Venissa di Mazzorbo, dove conferma la stella della precedente gestione – fino all’apertura dell’Argine, un macaron a 10 mesi dall’apertura. Agli atti, anche la partecipazione a Masterchef, primo giudice donna dell’edizione Italiana del format. Un’occasione che, come ha ripetuto la Klugmann in diverse occasioni, le ha dato l’opportunità di dedicare tempo a se stessa e alla narrazione del suo territorio. Se l’esperienza televisiva ne ha fatto conoscere il personaggio a un pubblico vasto, coloro i quali avessero voglia di conoscerne davvero la cucina – e per quella, al di là degli occhi, ci vogliono naso, bocca, mani e testa –, non potranno fare altro che mettersi in viaggio verso questo ristorante di provincia, situato nel bel mezzo della campagna, all’interno di un triangolo i cui vertici si chiamano Gorizia, Udine e Trieste.
Il menu lo fanno per la maggior parte l’orto annesso e le foreste circostanti: frutta, ortaggi, verdura, semi, fiori. Una cucina diretta e autentica, che è rappresentazione di un “ecosistema culturale”, non strettamente legata a ricette e tradizioni, ma consapevole della propria dimensione geopolitica ed espressione di cicli naturali propri del territorio. L’interpretazione è il risultato della personalità e sensibilità dello chef e nel caso della Klugmann, per citare il nazionalpopolare Mario Brega di "Bianco, Rosso e Verdone", «Questa mano po' esse fero o po' esse piuma»: nei suoi piatti Antonia mette dolcezza ed eleganza, ma anche caparbietà, acidità e prepotenza – per inteso, solo quella delle idee.
Siamo andati a trovarla ad agosto, a due mesi dalla riapertura. Se è vero che il covid-19 ha fermato le attività commerciali, non ha di certo arrestato il corso della natura e chi, come lo staff dell’Argine, la asseconda e coniuga in colori e sapori. Così tra maschere monouso, gel igienizzanti e posate lasciate appositamente sulla sinistra per non accostarsi troppo ai commensali, abbiamo cominciato il nostro percorso degustazione.
sangue siciliano, adora i gamberi rossi crudi e l’odore del soffritto di cipolla. Si occupa di marketing, intelligenza artificiale e hungryitalianintown.com
Antonia Klugmann: come sempre interessantissima, ieri, la sua lezione a Identità Milano 2023. Tutte le foto sono di Brambilla-Serrani
Antonia Klugmann fotografata da Tanio Liotta appena fuori dalle cucina del suo L'Argine, in Friuli
Dal profilo Instagram di Matteo Baronetto, uno scatto nella cucina dell'Argine a Vencò insieme ad Antonia Klugmann
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