Jordi Butron
Riso latte e zucca (versione dolce)
Primo piano Su Identità Digitali, sette piccole rivoluzioni e un unico comune denominatore: la pasta
Malcesine (foto Frank Witthaus)
Quel che i no ga ciapà con lo scioppo lo ga ciapà con il Marco, inteso come moneta. Sono le parole che sentivo ripetere da bambino, quando venivo a Malcesine. La Perla del Lago era già una perla, ma non era ancora la località turistica che sarebbe diventata: c’erano pochi alberghi, le prime case erano state acquistate dai tedeschi che arrivavano grazie alla direttrice dell’autostrada del Brennero, inaugurata da poco. I campeggi spuntavano tra un ulivo e l’altro per iniziativa dei proprietari dei terreni che intuivano possibilità di un business. La vita a Malcesine era una vita di paese, con le sue botteghe, ma d’estate cominciava a stravolgersi: i poco meno di 4mila abitanti diventarono 20mila, nonostante non ci fosse una vera e propria vocazione turistica che si è poi creata con il fai da te. Era sostanzialmente un paese di agricoltori, di contadini. La lingua madre era il tedesco. Entravi in un negozio tra giugno e settembre e se eri alto con gli occhi azzurri ti dicevano «bitte?». Nel 1962 è arrivata la funivia e gli impianti sciistici, proprio per dare una spinta al turismo tutto l’anno. Nel corso degli anni le seconde case si sono moltiplicate, sono nati nuovi alberghi, qualche residence. La qualità del turista si è evoluta. Sono arrivati gli inglesi con le compagnie aeree low cost e la moda dei matrimoni al sole del Lago invece che sotto la pioggia del Regno Unito. Sono spuntati gli Americani. La percentuale degli stranieri è sempre rimasta più alta, con punte di oltre il 90%. Le seconde case le costruivano soprattutto i veronesi e qualche milanese, come la mia famiglia. Ci sono pochi posti che uniscono, in un territorio contenuto, tutte le qualità che riassume Malcesine con il suo famoso Castello dove sarebbe rimasto prigioniero una notte Goethe, accusato di spionaggio, perché armato di matita che riproduceva la rocca medievale. Il clima, tipicamente mediterraneo, permette la coltivazioni degli ulivi da cui si estrae un olio, pregiato per la bassissima acidità. Il lago più grande d’Italia è indubbiamente un piccolo mare. Mio padre, cresciuto tra Istria e Dalmazia, capitato per caso qui, si è subito sentito a casa e ha sognato di avere un piccolo ricordo di gioventù a neppure 200 chilometri da Milano. Così, dalla nascita sino all’adolescenza, ho passato qui tutte le estati. Mi sento un po’ malcesinese e vorrei vedere Malcesine sempre più valorizzata.
La funivia sale fino al 1.700 m di quota
foto thespiritofmalcesine.it
I tavoli vista-lago del ristorante Vecchia Malcesine
I rifugi sul Monte Baldo
Giornalista sportivo a Eurosport con 16 Olimpiadi all’attivo (l'ultima, Pyeongchang 2018), ha un’antica passione per il cibo. Assaggiatore di Identità Milano dalla prima edizione
Recensioni, segnalazioni e tendenze dal Buonpaese, firmate da tutti gli autori legati a Identità Golose