03-07-2020

Ode a Malcesine

Se il mantra di quest'anno è «vacanze in Italia», pochi posti battono in bellezza, discrezione e servizi la Perla del Lago, stretta tra Garda e Monte Baldo

Malcesine (foto Frank Witthaus)

Malcesine (foto Frank Witthaus)

Quel che i no ga ciapà con lo scioppo lo ga ciapà con il Marco, inteso come moneta. Sono le parole che sentivo ripetere da bambino, quando venivo a Malcesine. La Perla del Lago era già una perla, ma non era ancora la località turistica che sarebbe diventata: c’erano pochi alberghi, le prime case erano state acquistate dai tedeschi che arrivavano grazie alla direttrice dell’autostrada del Brennero, inaugurata da poco.

I campeggi spuntavano tra un ulivo e l’altro per iniziativa dei proprietari dei terreni che intuivano possibilità di un business. La vita a Malcesine era una vita di paese, con le sue botteghe, ma d’estate cominciava a stravolgersi: i poco meno di 4mila abitanti diventarono 20mila, nonostante non ci fosse una vera e propria vocazione turistica che si è poi creata con il fai da te. Era sostanzialmente un paese di agricoltori, di contadini. La lingua madre era il tedesco. Entravi in un negozio tra giugno e settembre e se eri alto con gli occhi azzurri ti dicevano «bitte?».

Nel 1962 è arrivata la funivia e gli impianti sciistici, proprio per dare una spinta al turismo tutto l’anno. Nel corso degli anni le seconde case si sono moltiplicate, sono nati nuovi alberghi, qualche residence. La qualità del turista si è evoluta. Sono arrivati gli inglesi con le compagnie aeree low cost e la moda dei matrimoni al sole del Lago invece che sotto la pioggia del Regno Unito. Sono spuntati gli Americani. La percentuale degli stranieri è sempre rimasta più alta, con punte di oltre il 90%. Le seconde case le costruivano soprattutto i veronesi e qualche milanese, come la mia famiglia.

Ci sono pochi posti che uniscono, in un territorio contenuto, tutte le qualità che riassume Malcesine con il suo famoso Castello dove sarebbe rimasto prigioniero una notte Goethe, accusato di spionaggio, perché armato di matita che riproduceva la rocca medievale. Il clima, tipicamente mediterraneo, permette la coltivazioni degli ulivi da cui si estrae un olio, pregiato per la bassissima acidità. Il lago più grande d’Italia è indubbiamente un piccolo mare. Mio padre, cresciuto tra Istria e Dalmazia, capitato per caso qui, si è subito sentito a casa e ha sognato di avere un piccolo ricordo di gioventù a neppure 200 chilometri da Milano. Così, dalla nascita sino all’adolescenza, ho passato qui tutte le estati. Mi sento un po’ malcesinese e vorrei vedere Malcesine sempre più valorizzata.

La funivia sale fino al 1.700 m di quota 

La funivia sale fino al 1.700 m di quota 

L’uscita dalla pandemia dev’essere un’occasione. I viaggi all’estero sono complicati. Se si desidera rimanere in Italia questa è una destinazione imperdibile, tra lago e montagna. Perché il Monte Baldo è un giardino botanico unico al mondo, perché qui è nato uno dei primi noleggi di Mtb (allora si chiamavano rampichini) d’Italia, perché la traversata della catena in senso nord-sud o viceversa è un trekking che può durare anche tre giorni, dormendo in rifugio e camminando sempre tra i 1.800 e i 2.200 metri. In giornate di impareggiabile limpidezza, c’è una vista che arriva fino alla laguna veneziana.

A Malcesine i casi di Covid, si sono contati sulle dita di una mano. Di fatto, è un paese covid-free, ma la chiusura delle frontiere, fino a poco tempo fa, ha causato centinaia, se non migliaia, di disdette. La ripartenza è stata incerta, ma ora c’è la volontà di recuperare il tempo perduto e di far conoscere meglio il fascino de La Perla del Lago al turismo italiano. Se il mantra nazionale è: “rimaniamo in Italia”, Malcesine è una meta straordinaria. L’offerta negli anni è cresciuta in qualità: oggi ci sono 5.500 posti letto con un centinaio di strutture ricettive, molte con piscina e centro benessere, una dozzina di campeggi per altri 2.750 posti, più le case private.

La funivia, rinnovata completamente nel 2002, rappresenta un’avanguardia mondiale. Nel secondo tronco gira su se stessa offrendo una vista a 360°C su lago e montagna, come la più famosa Skyway di Courmayeur, ma qui sul Garda è arrivata dieci anni prima. In 15 minuti si sale dal lago a 1.700 metri di quota.

Anche l’offerta gastronomica è cresciuta. Una volta il piatto tipico di Malcesine, che veniva offerto nelle poche trattorie, era Polenta e coniglio, oggi c’è un ristorante stellato da oltre 15 anni (La Vecchia Malcesine) e molte altre valide offerte. Grazie soprattutto alla qualità del prodotto locale: il pesce di lago, la carne della Garronese veneta da allevamenti non intensivi, le erbe spontaneee, il tartufo estivo e naturalmente l’olio extravergine d’oliva. Per questo, per tutta l’estate, i locali offriranno nei loro menu un piatto speciale chimato Centopercento Garda, creato esclusivamente con materie prime dell’Alto Garda, abbinato ai vini dell’azienda Ca’ Maiol di Sirmione.

I tavoli vista-lago del ristorante Vecchia Malcesine

I tavoli vista-lago del ristorante Vecchia Malcesine

I rifugi sul Monte Baldo

I rifugi sul Monte Baldo

Da non dimenticare infine la vocazione sportiva, legata strettamente agli sport del vento che qui tra il mattiniero Peler e la pomeridiana Ora trovano una regolarità unica. Non a caso Malcesine ha offerto alla vela italiana atleti campioni del mondo e olimpionici e oggi il circolo Fraglia della Vela è centro di allenamento federale. Anche molti campioni stranieri scelgono il Garda come campo di allenamento. I colori delle vele di kite e windsurf rallegrano il lago tutto il giorno.

Abbiamo già raccontato di come il Monte Baldo sia stato uno dei punti di partenza del successo della mountain bike. Si può portare la bici sul Baldo in funivia e scendere da sentieri di ogni difficoltà, ma ci sono tanti itinerari segnalati senza dover salire sulla cima. Ci sono i tracciati di nordic walking, e la novità dell’estate 2020 si chiama “camminare insieme”: vedrà numerosi albergatori, gestori di campeggi e b&b disponibili ad accompagnare gli ospiti alla scoperta dell’entroterra lungo percorsi facili e panoramici, tutti dog friendly. Un modo diverso e guidato di scoprire il territorio.


Dall'Italia

Recensioni, segnalazioni e tendenze dal Buonpaese, firmate da tutti gli autori legati a Identità Golose

a cura di

Stefano Vegliani

Giornalista sportivo a Eurosport con 16 Olimpiadi all’attivo (l'ultima, Pyeongchang 2018), ha un’antica passione per il cibo. Assaggiatore di Identità Milano dalla prima edizione

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