Di Jack Nicholson ricorda la sua passione/ossessione per il Margarita fatto a regola d’arte. George Clooney è uno dei suoi clienti più affezionati, tanto da aver creato a quattro mani con lui un cocktail che porta il nome, a metà, di uno dei film dell’attore e regista: Good Night (il Good Luck è l’alter ego non alcolico, che qui non interessa). Leggenda vuole che una ricca signora americana, non potendo avere l’originale in carne e ossa, si accontentasse di chiedere al room service, non appena il marito si allontanava, un paio di “George” in camera: una perfetta miscela di vodka, angostura, ginger, cetriolo, lime e mirtilli. Buonanotte, appunto.
Da oltre trent’anni head barman all’Hotel Cipriani di Venezia – una delle grandi icone dell’hotellerie italiana – Walter Bolzonella è fiero custode di uno dei (non molti) luoghi in Italia dove il bere miscelato è una cosa seria. In questo, la distanza del nostro Paese con gli Stati Uniti è siderale. New York, Chicago, Los Angeles: ogni ristorante che si rispetti ha un bancone bar. E un Martini cocktail perfetto è il minimo sindacale in attesa di un tavolo. Non si tratta solo di far cassa, come in effetti i locali americani fanno da un secolo. Il mondo degli spirits merita e ottiene rispetto, perché ha regole e fascino da vendere.

Il Gabbiano Bar del Cipriani
In attesa di un vero e proprio sdoganamento culturale che ancora manca al pubblico del nostro paese,
Bolzonella ci racconta le novità del
Bar Cipriani e ci invita a sperimentare i suoi
signature cocktail, anche in abbinamento alla cucina di
Renato Piccolotto, chef del
Fortuny, il ristorante fine dining dell’hotel. Una cucina colta, stagionale, sobria, poco incline al compromesso con la viziata clientela internazionale e le sue bizzarre richieste. L’esempio in un piatto? L’ottimo risotto Carnaroli mantecato agli scampetti dell’Adriatico e fave. Degli stereotipi culinari italiani nemmeno l’ombra.
Il gioco del
Cipriani è proprio questo:
expect the unexpected. Ci sono i fasti mondani, il lusso delle suite, il fascino dei
Riva tirati a lucido, certo. Ma ci sono anche un orto e una vigna (sui cui risultati in bottiglia ancora bisogna lavorare) per sentirsi come a casa, nascosti nel
Giardino Casanova, luogo perfetto per letture intime nella quiete della Giudecca. Qui Piccolotto cresce amorevolmente pomodori, zucchine e un’ampia quantità di erbe aromatiche, dalla maggiorana al timo, dalla salvia al finocchio selvatico. Materie prime preziose, da un po’ di tempo oggetto del desiderio anche dei colleghi del bar.
Al Cipriani si viene per bere “Il”
Bellini, un must – soprattutto quando le pesche tabacchiere sono in stagione. Da qualche mese, però, sono le erbe aromatiche a dettare i tempi della carta dei cocktail. Non di soli
Gimlet,
Kir Royal e
White Lady si vive. Prendiamo il
Cipri-Ami Martini, ad esempio. E lo abbiniamo al Duo di ravioli farciti al branzino e finocchietto selvatico in “guazzetto” leggero, piatto fresco e aromatico, di grande eleganza. La ricetta (del cocktail) è alla portata anche di un aspirante bartender: pestate nel Boston shaker 1/4 di lime tagliato a pezzetti, 1/4 di pera William matura, 2 semi di anice stellato e 2 ramoscelli di finocchietto selvatico. Aggiungete un cucchiaino di zucchero di canna liquido e 5 cl di gin. Un morbido e speziato
Hendrick’s andrà benissimo. Filtrate il tutto con un doppio passino (in gergo lo stile si chiama “a doppio strainer”) e servite in una doppia coppa a cocktail ghiacciata. Il tocco finale – oltre al bouquet di fiori di verbena – lo dà una piccola spruzzata di essenza all'anice stellato della linea creata da
Massimiliano Alajmo con il maestro profumiere
Lorenzo Dante Ferro.

Renato Piccolotto, cuoco del Fortuny, l'insegna fine dining del Cipriani
Il jolly da aperitivo in terrazza si chiama
Fresh Passion, perfetto con una Tartare di tonno e frutto della passione. Il calice, questa volta, è un ampio tulipano da vino bianco, dove pesterete leggermente 3 foglioline di verbena (se è stagione potete includere anche il fiore) e aggiungerete 1,5 cl di Saint Germain (il liquore ottenuto dai fiori di sambuco) e 15 cl di Champagne Rosé. Quattro cubetti di ghiaccio prima di lasciar cadere nel bicchiere la polpa di mezzo frutto della passione. Et voilà.
Se poi siete i tipi abitudinari da spritz, provate almeno la versione – indovinate un po’? –
Casanova, che oltre ai normali Campari, prosecco e soda prevede succo di lampone, spremuto rigorosamente espresso (tutti gli sciroppi sono banditi). Ultimo consiglio del nostro barman per la stagione estiva, il
Green Tea Martini: infusione di tè verde nella vodka con una goccia di limoncello, aromatizzata all’essenza di bergamotto. Da bravi inglesi, può diventare il nuovo (cocktail) tè di rito delle cinque.
Hotel Cipriani
Giudecca, 10
Venezia
t. +39.041.5207744
info@hotelcipriani.it