Che cosa vi fa venire in mente la località di Paestum? Quali straordinarie costruzioni di epoca romana, templi e are sacre, colonne e musei, peristili e timpani... Tutto in riva al mare del Cilento, luogo storico, mitologico e meraviglioso. Destinazione perfetta per stuoli di turisti americano-tedesch-inglesi-francesi, fiumi di ragazzini in gita scolastica coi professori, gruppi organizzati di gite "delle pentole" con visitatori della terza età.
Ecco. Ci viene in mente tutto questo. Ma c'è un'altra attrattiva incredibile, in quest'era di richiamo enogastronomico? C'è un altra calamita più forte delle colonne e dei peristili: è rotonda, immacolata, soave. È la bufala. La mozzarella di bufala. La piana dei templi di Paestum è infatti il territorio principe di allevamento della bufala. E decine di stalle modernissime si susseguono nelle campagne attorno al centro abitato, mescolando all'aroma dei fiori di campo effluvi di non altrettanto piacevole sentore.
Ma cosa c'entra tutto questo con il turismo, diranno i miei piccoli lettori? C'entra, c'entra! Sapete ormai tutti quanti mi stia a cuore il
marketing territoriale enogastronomico. Ebbene, mai come qui l'equazione
cibo + territorio = promozione (e aumento fruizione turistica) è non solo valida, ma applicata in modalità alquanto singolare.
Una volta, per comperare formaggio, si andava dal casaro, grande storico meraviglioso artigiano che ci confezionava tome, caciotte, stracchini e caciocavalli con le sue mani. Oggi gli artigiani campani si sono evoluti: qui infiliamo viali alberati, arriviamo a casali ristrutturati di tutto punto, in mezzo a maneggi dove i bimbi possono vedere e interagire con asini e cavalli, scopriamo stalle linde e pulitissime (non fosse per il caratteristico olezzo che è rimasto, inevitabile) e che sembrano zoo neanche tanto in miniatura. E musei della bufala. E biblioteche della bufala. E bufale in miniatura nei parchi giochi per i bimbi E gelaterie e yogurterie di bufala. E negozi di borse, cinture e oggettistica di pelle di bufala. E
piazze della bufala, e
viali della mozzarella. E orti ornamentali e giardini di rose (solo perché la bufala non fa fiori, ti verrebbe da dire... Sennò sarebbero di bufala pure le aiuole!).
Insomma: un incrocio tra parchi giochi tematici e villaggi esperienziali. Dei grandi luna park che hanno come principale, anzi direi unica attrazione le nostre amiche cornute e i prodotti del loro latte.

Dalla bufala alla mozzarella, in tre immagini di caseificio Barlotti
I moderni casari attirano così migliaia di visitatori all'anno: le scuole, le famiglie, gli stranieri. Questi, dopo una visita ai templi romani, si riversano in massa in questi nuovi templi dell'abbondanza. Vedere per credere,
siore e siori... Venghino venghino! Si accomodino, e assaggino. Alla fine, entri e assaggi anche tu, per quanto attonito. Ti siedi un po' stordito a uno dei tavolini in terrazze e giardini fioriti, ordini uno dei tantissimi piatti diversi a base del bianco prodotto. E lì succede la magia: tutto scompare, giostre, altalene e altoparlanti. E ti perdi nel sapore del latte e nel candore della vista e del gusto.
Barlotti,
Vannulo,
Il Granato. Dico a tutti voi, grandi casari. Anzi, vi prego: continuate così. Divertitevi pure con le giostre e i balocchi. Fate divertire le masse. Ma tenete la barra a dritta sul prodotto. Per quello, se continuate a farlo in questo modo, pagheremo sempre il biglietto.