14-11-2017
Fabio La Barbera di Bioesserì a Identità Chicago, impegnato a preparare una pizza con l'ausilio dei forni firmati Moretti Forni
Si è appena chiuso un ottobre magico per il pubblico di Chicago: una carrellata di kermesse tra il food e lo sport, che hanno animato la capitale dello stato dell’Illinois e hanno soprattutto, denotato come la cultura gastronomica locale stia vivendo una forte rinascita. Per anni patria dello junk food e della deep dish pizza, Chicago ora sembra interessarsi alla ristorazione di qualità e, perché no, anche stellata.
In questo clima di fermento si inseriscono anche gli eventi di Identità Golose che, alla sua terza edizione, portano nell’Eataly store della metropoli tutta la tradizione e innovazione che sta attraversando la cucina italiana. Per questo Paolo Marchi, ideatore di Identità Golose, ha deciso di focalizzarsi su due piatti emblematici della nostra cultura, ovvero la pasta e la pizza. Quest’ultima in particolare trova un terreno fertile in una città che ama la sua pizza, ricca di condimenti e con un impasto biscottato che la rendono più vicina a un “pie” e lontana dalla classica ricetta napoletana. I miti da sfatare per il pubblico presente sono stati affidati a un parterre de roi di grande rispetto: da un lato Bioesserì di Milano con Federico Della Vecchia e Corrado Scaglione dell’Enosteria Lipen di Triuggio; dall’altro Sarah Minnick di Lovely’s Fiftyfifty di Portland e Fernando Darin di Ray’s &Stark Bar nel Museum of Modern Art di Los Angeles. Diversi approcci sul tema dell’impasto, delle farine e lievitazioni impiegate ma, allo stesso tempo, scelte differenti anche quanto a calore e cottura in forno.
Fabio La Barbera, Vittorio Borgia, Sarah Minnick, Federico Della Vecchia, Saverio Borgia
Non solo, ma Moretti Forni è sbarcata anche negli Stati Uniti grazie a importatori e distributori che gli hanno permesso di essere presenti in modo capillare offrendo, inoltre, dei training tecnici al fine di trasmettere il know how necessario per seguire i pizza chef americani.
Diversamente da quanto si può pensare, infatti, un’ottima pizza non si ottiene solo dalla scelta attenta degli ingredienti e nel trovare i giusti abbinamenti, ma studiandone la cottura e affidandosi a forni che siano in grado di tutelare al meglio le materie prime. Nella sua lezione, l’italo-brasiliano Fernando Darin ha spiegato come il fuoco e il calore siano stati per lui fonte d’ispirazione nel dedicarsi alla pizza. Diversamente da altri colleghi più ispirati dalla lievitazione, Darin trova nel momento della cottura e nel calore la massima celebrazione di quanto è riuscito a creare con il suo impasto e le ricche farciture da lui ideate.
Ad esempio, Federico Della Vecchia ha celebrato la classica margherita con una personale versione, Margherita Fake, con salsa agrodolce di peperoni rossi, provola di bufala, Grana Padano 24 mesi, pesto di basilico, pesto di olive nere e acciughe. Sarah Minnick ha invece presentato la sua Fermented Tomato, nella quale gli ingredienti sono stati conditi precedentemente in una ciotola e non direttamente sul disco di impasto come i colleghi.
La successiva cottura in forno serie P, espressamente dedicato alla cottura della pizza in teglia e in pala, ha regalato ottime pizze fragranti grazie al suolo in pietra refrattaria e alla possibilità di regolare la temperatura tra suolo e cielo. La temperatura e, quindi, il calore, sono delle variabili importanti per ciascun pizzachef sia che si lavori in un forno elettrico, sia a legna. Il segreto della cottura perfetta risiede proprio nel calibrare al meglio i gradi del forno e nell’esporre per il minor tempo possibile impasto e ingredienti a quel calore. Così come il forno a legna cuoce una pizza napoletana in circa 60/70 secondi a 400° il proprio disco farcito, così il forno elettrico è in grado di ottenere prestazioni ottimali per prodotti differenti, come possono essere la pizza gourmet in pala o in teglia.
Sarah Minnick in azione
Grazie a una performance di cottura più precisa, è possibile gestire le differenti farciture: ossia una pizza più farcita impiegherà sicuramente più tempo perché gli ingredienti dovranno asciugare e, quindi, l’acqua evaporare. Per questo è possibile dare maggiore potenza sul cielo, così da irraggiare calore significativamente ove richiesto.
Il poter gestire contemporaneamente più camere di cottura, ciascuna con una capienza di 8 pizze da 30cm, ha consentito di poter deliziare tutto il pubblico di Eataly Chicago durante il Dine Around del 7 ottobre. In occasione degli eventi di Identità Chicago, i pizzaioli e gli chef invitati sono stati protagonisti di una cena per più di 100 persone. Una cena a tappe all’insegna della pasta e della pizza, interpretata da Federico Dalla Vecchia con la Fake Margherita e la nuova Identità di Provola, cotta ovviamente in un forno Moretti Forni.
Recensioni, segnalazioni e tendenze dal Buonpaese, firmate da tutti gli autori legati a Identità Golose
di
sceneggiatrice e scrittrice, dalla scuola di giornalismo enogastronomico del Gambero Rosso è approdata a Identità Golose
Dall’Italia è una narrazione in continua evoluzione di tutto il buono che racchiude in lungo e in largo il nostro Belpaese. Una rubrica che ci porta alla scoperta delle migliori trattorie, i ristoranti più esclusivi, osterie, tra le vette più alte o in riva al mare. Delizie che non possono sfuggire alle rotte dei più entusiasti viaggiatori.