Le nuove frontiere della comunicazione rendono gli chef, oltre che deliziatori di palati, anche ambasciatori dei loro territori. Quanto producono in termini di posizionamento e di identità competitiva i racconti, le storie, i sapori che escono dai piatti di Bottura, Romito, Uliassi per Emilia, Abruzzo o per le Marche? Molto, moltissimo. Ed ecco perché il lavoro di Marco Sacco nell’alto Piemonte, dalle parti di Verbania, meriterebbe una laurea honoris causa in un ateneo della comunicazione.

Sacco davanti alla piscina del Piccolo Lago, dove nuotano gli storioni da lì a poco chiamati a regalare le proprie uova
Il Lago di Mergozzo uscì dalle cartine dei sussidiari e dalle interrogazioni delle prof di geografia negli anni 70. Grazie alle gesta di
Roby Zucchi, primo e unico italiano olimpionico di sci nautico a Monaco '72 che, sulle placide acque di Mergozzo, compiva i suoi slalom trainato da un potente motoscafo. Oggi quando si parla di Mergozzo si parla invece di
Marco Sacco e del suo
Piccolo Lago. Un parallelepipedo di vetro slanciato verso l’acqua a testimoniare, anche architettonicamente, l’idea di cucina e di legame dello chef con il suo territorio. Un legame che si è vieppiù consolidato grazie la lavoro del
Movimento Gente di Lago, nato per promuovere la cultura del territorio e delle acque interne.
Uno dei fulcri su cui si incentra il
Movimento è la cucina di
Marco, che qualche giorno fa ha voluto deliziare e stupire i suoi accoliti con una cena a base di storione e caviale. Le preziose uova dell’
Attinopterigio più pregiato del globo sono state oggetto di una spettacolare serata nella quale, grazie alla collaborazione della azienda russa
Volzhenka, è stato mostrato in anteprima italiana il metodo incruento per l’estrazione del caviale. Sperimentato in Russia ormai da qualche anno, il procedimento prevede la “pesca” del pesce dalle vasche di allevamento, il suo delicato posizionamento su piani di acciaio e quindi, grazie a un massaggio prolungato degno delle migliori spa degli hotel di lusso, l’estrazione dal canale tramite un rilascio spontaneo delle uova. Al termine lo storione, vivo e vegeto, viene reimmesso in acqua con grande soddisfazione da parte del pesce, che sguazza felice, e dell’allevatore, che potrà nuovamente raccogliere da quell’esemplare le preziose sfere nere.
Il periodo migliore per adottare questa tecnica sono i mesi primaverili da aprile a giugno. Ed è per questo che a Mergozzo in una serata autunnale il bottino non è stato così abbondante. «Abbiamo fatto un miracolo – commenta soddisfatto
Marco Sacco – portando gli storioni da Astrakhan, sede di
Volzhenka, sino a Mergozzo. Un viaggio durato due mesi per non compromettere la salute dei pesci. Volevo fortemente mostrare quello che un allevamento attento alla sostenibilità può fare e volevo farlo dal vivo, non solo dentro uno schermo. Questa è una delle vie che dovremmo percorrere per ridare pregio e valore al nostro lago e ai nostri fiumi che oggi sono pronti per poter intraprendere nuove strade».
Alla guida di
Volzhenka c’è il 22enne
Vlade Pankin, cresciuto a Omegna e oggi vicedirettore dell’azienda russa che produce caviale secondo una
mission basata su tre concetti chiave: qualità autenticità e sostenibilità ambientale. Gli storioni arrivati al
Piccolo Lago, mai incrociati con altre specie per mantenere la purezza della razza, sono allevati in vasche profonde e aperte sul Volga dove i pesci si nutrono di quello che il fiume offre loro. Una parte delle uova estratte con il sistema
cruelty-free viene poi utilizzato per il ripopolamento del salmone selvatico nel Mar Caspio. «Oggi realtà come queste – prosegue
Sacco – sono la dimostrazione di come si possano valorizzare le acque interne con progetti economicamente vantaggiosi e ambientalmente sostenibili. Attività che vorremmo portare anche nelle nostre acque, oggi pronte ad ospitare iniziative simili».

Storione marinato al melograno, mele golden, salsa di ostriche, foglie di peperoncino e caviale

Ventresca fritta, lenticchie di Spello al profuo di curry, maionese al suo midollo
Oltre al caviale nei piatti di
Marco Sacco è entrato lo storione stesso, pesce dal gusto delicato e dalle carni morbidissime, esaltato dalle bollicine di
Bellavista servite dall’aperitivo al dolce, dalle mani sapienti dello chef e dagli accostamenti scelti. Alcuni dei quali anche estremi, come quello della
Ventresca di storione fritta accompagnata da lenticchie di spello al profumo di curry e maionese del suo midollo. Un piatto dove convivono la creatività e la maestria di
Sacco, chef poliedrico a cui la sua terra non può che dire grazie.