20-04-2023

Quando e come un cocktail bar può definire i valori di un brand di spirits

Milano ha un ruolo importante, che la rende sicuramente un punto di riferimento a livello nazionale e non solo. Alcuni esempi pratici di luoghi iconici che rappresentano al meglio i nuovi trend della mixology

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La rinata vocazione della città a raccogliere e proporre in veste nuova gli stimoli che arrivano dalle altre capitali europee, ma anche da est e ovest del pianeta ne fanno la piazza principe in cui raccontare nuovi brand, lanciare prodotti o ridare nuova linfa a marchi che vogliono ben posizionarsi sul mercato.

Il 2023 e la Bar Industry regalano a Milano un importante ruolo, che la rende sicuramente un punto di riferimento a livello nazionale e non solo. Nel capoluogo lombardo convergono, interagiscono e si generano nuovi trend e mode che attraversano tutti i settori e non è da meno il mondo degli spirits e dei cocktail bar.

La rinata vocazione della città a raccogliere e proporre in veste nuova gli stimoli che arrivano dalle altre capitali europee, ma anche da est e ovest del pianeta ne fanno la piazza principe in cui raccontare nuovi brand, lanciare prodotti o ridare nuova linfa a marchi che vogliono ben posizionarsi sul mercato.

Le aziende di distillati e liquori, piccole o grandi che siano, perseguono questi obiettivi nel momento in cui scelgono Milano quale miglior palcoscenico per raggiungere una platea che è già alfabetizzata e al passo con le mode presenti del bere miscelato. Inoltre, la presenza sul territorio di un numero importante di cocktail bar di nuova o rodata apertura rendono ancora più vivace il panorama di scelte che si aprono a qualsiasi azienda.

Tuttavia l’ampia mappatura di locali non facilita la scelta; i criteri da sottoporre a valutazione variano dall’ambiente, la filosofia del locale, il barman e il suo stile così come la capacità di attivare una narrazione che sia allineata con il prodotto e le sue esigenze di marketing e posizionamento.

A nostro avviso è possibile individuare quattro tendenze che, in larga parte, descrivano sia l’immagine che le aziende vogliono restituire sia i locali con cui si affiancano per supportare i loro valori e messaggi.

La socialità è, in primis, uno degli aspetti che contraddistingue quei locali in cui la condivisione, lo stare insieme così come l’interazione fra persone sono un motore fondamentale. È la scelta di Vetz, nuovo “sweet bitter” tutto italiano realizzato con 22 botaniche tra cui fiori di sambuco, vaniglia, genziana, cassia, cedro, camomilla, che gli conferiscono note fresche e agrumate senza perdere le tipiche note amaricanti del bitter.

Il nome Vetz è un richiamo all’amicizia, in dialetto emiliano – romagnolo, che ben si sposa con i valori della socializzazione e della condivisione alla base dell’aperitivo stesso; mentre il locale individuato per consolidare e affermare i valori del brand è il LOM – Dopolavoro, che nasce proprio con l’idea di accogliere i clienti dopo l’ufficio bevendo un buon drink e lasciando fuori dall’ingresso le preoccupazioni quotidiane.

Parte del team Vetz all'evento del 15 marzo: Federico, Massimiliano, Alberto, Linn, Giuseppe Foto: Nick Mascioletti

Parte del team Vetz all'evento del 15 marzo: Federico, Massimiliano, Alberto, Linn, Giuseppe Foto: Nick Mascioletti

Per l’occasione la cordata di soci e amici Alberto Corti, Federico Ronca e Nicholas Denai hanno trovato nel barman Giuseppe Mancini il miglior ambassador di Vetz, grazie al suo curriculum ricco di esperienze in grandi aziende come Diageo e una particolare predisposizione nell’ideare drink che riescano a restituire la versatilità di un prodotto. Infatti per l’occasione Mancini ha giocato sia con i grandi classici come Spritz, Americano e Negroni, sia con dei signature come Otra Vetz a base di Tequila, succo di lime e top di soda al pompelmo rosa e il Tropicana Vetz a base di Gin, succo di agrumi e succo di ananas e banana.

Vetz - Foto: Nick Mascioletti

Vetz - Foto: Nick Mascioletti

Una seconda tendeza è quella invece della ricercatezza, in cui un brand vuole posizionare in un settore Premium optando quindi per un cocktail bar che racchiuda gli stessi valori ma abbia anche altri punti in comune come l’origine, l’arte, il lusso… GinArte propone infatti, il lancio della sua nuova bottilia al 10_11 all’interno dell’hotel Portrait Milano, trovando in questa nuova insegna milanese il consolidamento di un rapporto già vivo con la catena Lungarno Collections e l’identità fiorentina che entrambi condividono. Non solo ma nel DNA stesso di GinArte vi è l’attenzione alla pittura e al design con packaging che hanno celebrato diverse personalità importanti quali Lou Thiessen prima, Frida Kahlo successivamente e oggi l’artista Manuela Merlo, in arte LIMAN. Merlo e la sua “street art” vogliono consolidare, in ciascuna opera realizzata, la forza comunicativa dell’arte offrendo un vero e proprio viaggio nella bellezza, che caratterizza anche le scelte del Bar Manager del 10_11 Andrea Maugeri. L’attuale drinklist vuole essere un ritorno all’essenzialità della miscelazione con i cocktail ancestrali, che richiamano un passato di storia e profonda conoscenza farmaceutica e benedettina in cui il sapere era una forma di arte che oggi diventa eleganza e cura del dettaglio.

GinArte al Portrait

GinArte al Portrait

Maugeri, in occasione del lancio della nuova bottiglia di GinArte e LIMAN, utilizza il Dry Gin toscano dalle caratterizzanti note di angelica, lavanda, fiori di sambuco e pino mugo per realizzare dei twist su due classici ovvero l’Arte French75 con GinArte, limone, sciroppo di lavanda e Prosecco, e l'Arte Collins con GinArte, basilico, liquore di gelso e soda all’hibiscus.

Vi sono scelte diverse quando un’azienda già consolidata vuole lanciare un nuovo prodotto, come Ginepraio, decide di sposare la miscelazione e la cucina per raccontarne l’evoluzione e i trend che si stanno via via affermando. In questo senso Milano rappresenta un palcoscenico privilegiato, grazie a diversi imprenditori che hanno voluto sposare i drink prima al mondo della pizza per poi approdare a sperimentazioni con la ristorazione contemporanea. In questo caso Ginepraio non ha voluto un semplice “accostamento” bensì uno studio più approfondito in cui tecnica, bilanciamento dei sapori, ingredienti e gradazione alcolica potessero dialogare e fondersi perfettamente. Non a caso la scelta del locale è ricaduta su Ca-Ri-Co dove Domenico Carella e Leonardo d’Ingeo hanno mosso, sin dai primi giorni di apertura, passi importanti nel sondare le possibili interazioni e contaminazioni tra ristorazione e miscelazione.

Fabio e Enzo di Ginepraio

Fabio e Enzo di Ginepraio

Ginepraio celebra qui il suo Organic Mediterranean Dry Gin (terzo gin della famiglia) che approda anche all’estero e che si contraddistingue per l’utilizzo di 3 tipologie diverse di ginepro – della Valtiberina, del Chianti e della riviera maremmana– insieme agli oli di Podere Santa Bianca – mandarino verde, arancia amara, foglie di limone, carota selvatica, lentisco, origano e maggiorana. I soci Enzo Brini e Fabio Mascaretti hanno voluto celebrare un territorio e un bouquet di profumi che rendono unica la percezione di mediterraneità che il distillato riesce a restituire e che il menu di Ca-Ri-Co ha saputo perfettamente rappresentare in occasione della serata di lancio: dalla cucina una Canocchia marinata, gambi di coria lattofermentati, bisque, miso è stata abbinata a un drink a base di Ginepraio, Shiso e pompelmo. La Verza con un’olandese all’umeboshi e semi ha incontrato pomodoro, basilico, Marsala e Ginepraio Mediterraneo. Mentre il Risotto, gorgonzola, erbe ossidate, cipolla bianca marinata nel vermouth bianco è stato abbinato a Ginepraio Mediterraneo, limone nero e Sake.

Ginepraio Mediterranean - Credit Studio Maigiu

Ginepraio Mediterranean - Credit Studio Maigiu

Un’ulteriore tendenza trova Milano in prima linea nella creazione e presentazione di Gin sartoriali, che vengono realizzate per il mondo dell’hospitality di lusso e in cui i cocktail bar ravvisano la necessità di offrire ai propri clienti “di casa”, ma anche esterni un’esperienza ancora più esclusiva e personale. Per questo la scelta ricade sul Gin, che è il distillato principe per essere personalizzato oltre che caratterizzato da botaniche selezionate dal bar manager secondo il suo gusto e stile di miscelazione.

Stilla gin

Stilla gin

È il caso di Luca Angeli, che presenta Stilla Gin all’interno dell’omonimo bar del Four Seasons Hotel di Milano. Il distillato di ginepro e la sua realizzazione vogliono restituire un viaggio sensoriale in cui i valori cardine sono l’artigianalità ricercata, la possibilità di collezionare delle bottiglie dall’edizione limitata e che si possono trovare solo all’interno della catena Four Seasons. La cura con cui Angeli ha studiato il bouquet aromatico del distillato è nel racconto di un territorio come la Val D’Aosta e il suo microclima: la purezza dell’acqua glaciale ma, nel contempo, botaniche legate a un prodotto locale come il Génépy (ginepro selvatico, limone e salvia) e affidandosi alla Distilleria Levi. Ne risulta un Gin ben bilanciato tra le note di erbe alpine e quelle mediterranee, in grado di rivelare tutta la sua versatilità in miscelazione sia in un classico Gin& Tonic sia in signature più complessi.


Shake & shock

ll mondo dei cocktail e dei bartender raccontati da Identità Golose.

a cura di

Claudia Orlandi

sceneggiatrice e scrittrice, dalla scuola di giornalismo enogastronomico del Gambero Rosso è approdata a Identità Golose

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