09-08-2020

L'evoluzione del mondo degli amari raccontata da Andrea e Anna Maschio. E presentano i loro Amari Bonaventura

Dalla dispensa della nonna alla contemporaneità: il mercato cresce e Bonaventura Maschio lancia due novità, diverse tra loro, dalla forte identità. Una profuma di fiori, l'altra di spezie

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La risposta di Bonaventura Maschio alla crescita impetuosa e interessantissima del mondo degli amari: ecco l'Amaro Bonaventura - Erbe e Fiori e l'Amaro Bonaventura - Erbe e Spezie

È indubbiamente il momento degli amari. Fino a non molto tempo fa considerati "vecchi", un po' da dispensa della nonna, sono invece oggi tra gli spiriti più amati anche dai giovani. Dopo il boom dell'amaromania negli Stati Uniti, in Australia e in Sud America, anche in Italia si sta affermando questa tendenza ad esaltare il ruolo dell’amaro da gustare in purezza, come aperitivo o after dinner, oppure come ingrediente o semplice dash per realizzare cocktail creativi, dalla forte personalità. Senza dimenticare che l’amaro si sta rivelando anche un perfetto alleato per gli chef più innovativi che lo scelgono per dare carattere ai loro piatti.

Andrea e Anna Maschio, quinta generazione della famiglia che è cervello ed anima della distilleria Bonaventura Maschio, a Gaiarine, provincia di Treviso, seguono con attenzione questi trend: «Dal punto di vista del mercato - ci spiegano - ora siamo in pieno rilancio e, accanto alle produzioni storiche, la nuova tendenza sta dando impulso alla produzione di amari contemporanei, dalla spiccata identità a partire da una sempre più originale e attenta selezione delle botaniche».

Andrea e Anna Maschio

Andrea e Anna Maschio

Da qui l'idea di proporre un nuovo prodotto - un amaro appunto - d'eccellenza, firmato Bonaventura Maschio. E poi un'ulteriore idea: studiarne la composizione facendo leva su tre pilastri forti. Primo, quello dell'identità aziendale, dunque un amaro che sapesse rappresentare la "linea" stessa della distilleria trevigiana; secondo, il riferimento a una tradizione italiana, nella quale gli amari sono sempre stati presenti, con le loro differenze, da Nord a Sud; terzo e ultimo, il legame col territorio veneto e la sua storia. «Quello degli amari è un mercato importante, più grande di quello della grappa, perché tende a essere sempre più intergenerazionale oltre a essere meno localizzato in determinate zone del Paese. L'amaro "comunica di più" perché ha una minore gradazione alcolica; perché presenta una parte zuccherina; perché deriva da una ricetta comprensibile a tutti; perché si rifà a radici diffuse nell'intera Penisola, non c'è zona dove mancasse "l'amaro del posto", mentre i distillati presentano forti legami con le zone specifiche dove sono prodotti».

Son tutte le considerazioni che hanno portato Bonaventura Maschio a lanciare sul mercato, da poche settimane, il suo Amaro Bonaventura. Anzi, i suoi due Amari Bonaventura, come vedremo. È andata così, la parola ancora ad Andrea e Anna: «Quello che abbiamo fatto è andare a scavare nelle nostre radici. Si parla della nostra azienda perlopiù con riferimento a Prime Uve (distillato d’uva intera, una delle più interessanti innovazioni che hanno segnato il passo nel mondo della distillazione negli anni ’80 del secolo scorso, ndr) oppure alle grappe 903. Ma in realtà, andando a cercare cosa producessimo in passato, abbiamo scoperto come fino agli anni Settanta realizzassimo anche un Amaro Bonaventura, con un'etichetta che ci ha colpito, perché raffigurava dei fiori. Strano: le scelte grafiche di quei tempi esaltavano semmai altre componenti...».

È stato l'assist per avviare la sperimentazione e poi la produzione dell'Amaro Bonaventura - Erbe e Fiori, etichetta verde: «Abbiamo colto lo spunto antico e l'abbiamo tradotto nella contemporaneità, guardando al nostro territorio e all'idea stessa di un giardino. Volevamo un amaro fruttato, floreale, fresco... In sintesi: un'armonia gentile. Tutte caratteristiche che fanno parte del dna di quest'azienda, si ritrovano infatti anche in Prime Uve Bianche», non a caso componente della ricetta. Amaro Bonaventura - Erbe e Fiori regala note di tiglio, fiordaliso, rosa, geranio, foglia di limone, camomilla, accanto a sfumature fruttate di mela e pera, che derivano proprio dall'uva, attraverso l'acquavite. La componente amaricante, oltre a un poco di china, è data da arancia amara, ortica e trifoglio fibrino, che apporta anche richiami erbacei.

Parlavamo però non solo di un amaro, ma di due... «Man mano che andavamo avanti col progetto, abbiamo voluto cercare anche una strada ulteriore, che esaltasse un'altra parte importantissima per la nostra azienda, dove accanto agli aromi primari dell'uva troviamo quelli da affinamento in botte, dunque sensazioni più tostate, speziate».

Il primo "gancio" è stato Prime Uve Nere, con i suoi sentori caratteristici. L'altro rimando è stato alla storia: «Noi siamo in provincia di Treviso, dunque in Veneto. E quella della Serenissima Repubblica di Venezia è stata una epopea millenaria di commerci e scambi culturali, di aromi esotici e note speziate. Ci siamo detti: dobbiamo omaggiare questa storia che c'inorgoglisce, con un secondo amaro, capace di richiamarne l'essenza». Ecco Amaro Bonaventura - Erbe e Spezie, etichetta rossa: cannella, vaniglia e fava tonka sono gli elementi alla base del complesso bouquet, insieme a una parte amaricante più tradizionale, data dalla china; ad altre molto "italiane", un po' di genziana e di arancia amara, con salvia sclarea. Il tutto rinfrescato da una nota balsamica di finocchio e cumino dei prati.

Due amari molto diversi tra di loro, ugualmente però ricchi di suggestioni; figli di radici forti, poi legati alla tradizione e pensati in modo moderno. Insomma, perfettamente contemporanei. Sono in vendita anche sull’e-commerce della distilleria.


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