Le chiesi il perché voleva fare la cuoca. Veronica, 28 anni, dai lunghi ricci strozzati in un cappello da panettiera. Era cresciuta nella periferia di Napoli Nord e aveva indosso la giacca gigante della scuola che aveva frequentato per tre mesi. "È una passione, cucino da sempre ma ho studiato legge per i miei genitori e oggi lavoro in uno studio. Ma di mattina, sono una che si organizza. Sono separata e ho una bambina di 7 anni. Ecco perché ho deciso di iniziare con una chef donna. Così lei avrebbe capito molte più cose".
Le cose da capire mi sono state chiare due mesi dopo, quando mi chiese di rimanere a casa per Natale. Era davvero stanca, a casa ci andò e ci rimase. In due mesi capii che Veronica aveva mollato quattro volte il fidanzato, che poi l'aveva ripreso per tre ma che poi aveva abbandonato per l'istruttore di Zumba. Che l'avvocato l'aveva promossa e toccato il culo nello stesso giorno. Capii anche che i bambini di 7 anni possono avere molte febbri, molte recite, molteplici balletti e pigiama party a giorni alterni. Indispensabile mi fu capire che Veronica aveva 15-16 amiche del cuore che gestivano la sua mancanza di ubiquità.

Aveva scelto per esigenza il piano tariffario telefonico della
Sbiltz, che offriva 201 messaggi gratis al giorno. Diecimila e rotti sms che in due mesi partirono dalla cucina di
Sud per controllare lo stato di: fidanzato, ex fidanzato, palestra, genitori ambiziosi, avvocato avvenente, bambina stabilmente in pigiama e tutte le santissime 15-16 amiche di Napoli Nord.
L'errore fu mio perché sbagliai la domanda. Dovevo solo chiederle:"perché vuoi tutto?"
A Napoli non si può neanche immaginare di avere tutto. Conosco donne che di sera preparano per i mariti cosa fargli indossare il giorno dopo, che mantengono i bambini in silenzio se un uomo in casa è stanco. Ho amiche sempre gravide e in giro per mega ipermercati e altre amiche che vivono a Londra, a Bologna, a Latina, emigrate con i fidanzati storici che lavorano sempre nei mega ipermercati. Dove sto io e dove sono rimasta spesso non lo so, dove voglio andare me lo ripeto tutti i giorni. Porterò però con me la stima, il rispetto e l'ammirazione verso tutti i gesti d'amore delle donne che conosco che sono felici perché hanno tutto quello che vorrebbero.
Per essere una persona di successo oggi non puoi rischiare e quindi nessuna debolezza o passo indietro. Mai parlare di figli, vacanze, situazioni sentimentali, religione. Sei in commercio, sei in vendita e quindi asessuata, apolitica, senza famiglia, sana, atea e soprattutto "sei il tuo lavoro". Faccio il cuoco non si dice, perché se non sei cuoco non risulti credibile. Se poi ti dicono che sei un artista allora ammicchi e sorridi pure anche se sei convinto che
Pollock sia una società avicola svedese. Se poi sei una donna di successo, tutta questa serietà dovrà essere una costante di vita, con conseguenti ovvie e semplici illazioni, perché se non sei una madre e moglie felice allora sei gay, acida e cesso.
Ça va sans dire.

Con le colleghe Cristina Bowerman e Rosanna Marziale
Come faccio a fare la cuoca? Nello stesso modo in cui puoi fare l'idraulico. Studia, lavora, studia, lavora, e viceversa. Compagno di viaggio: il sacrificio e tutto quello che sei stata in grado di non distruggere della tua vita, perché amici, parenti, mariti, amanti, cani non hanno mai fatto male a nessuno e potrebbero accettare di amarti lo stesso e incondizionatamente. La vita è una vetrina, abbagliante e disonesta, ma è aperta a tutti. Il futuro è certo, tutti e tutte faremo quello che abbiamo bisogno di fare in quel preciso momento, dove e come ci va. E se non siamo pronti ad essere quello che vuole il mercato, se il passato e il futuro comune non ci rappresentano, c'è sempre un'alternativa: il coraggio, del provare finalmente a diventare noi stessi. E questo è veramente tutto.
"Fai sempre il possibile per metterti spalle alla vita"
(L'uomo in più di Paolo Sorrentino)
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