15-10-2015
Rosita Pompili e la chef Viviana Varese, titolare di Alice, sorprese in piena estate sui tavolini sistemati sulla piazza XXV Aprile a Milano proprio davanti a Eataly Smeraldo dove lavora anche la marchigiana
Mi presento. Sono Rosita e sono finita in cucina non a caso. Nemmeno per forza. Come piace raccontare a mio padre, Lucio Pompili, chef e ristoratore marchigiano a Cartoceto, sono cresciuta dentro una pentola e tenendogli la mano ho incontrato alcuni tra i più grandi cuochi (e uomini) d'Italia. Li ho sentiti parlare di sapori e odori come fossero romanzi.
Eppure si tratta di cibo, pensavo. Dobbiamo mangiare soprattutto per sopravvivere, il piacere è un bisogno che l'uomo si è inventato e a cui si è viziato. Ma crescendo ho capito meglio questo canale di creatività, che non solo romanticamente ma chimicamente colpisce le sinapsi e ti emoziona.
Alla domanda cosa vuoi fare da grande? ho sempre risposto “qualcosa di creativo”. Non è una risposta vaga la mia, onesta piuttosto. Perché la creatività si muove sempre con più mezzi, prima della cucina c'è stata la pittura, prima ancora la fotografia e la scultura. Sono in cucina perché l'ho scelta.
Rosita Pompili sorride e posa da cuoca a un ristorantino di Eataly Smeraldo a Milano
Ciò che mi affascina della cucina, oltre a quello che ne esce cotto, è l'atmosfera. Somiglia tanto al teatro, prima di andare in scena si ripassano le battute e si tira fuori dal frigo la linea, alle 7 in punto lo spettacolo ha inizio. Un tran tran di rumori di padelle e scambio di parole d'ordine con i camerieri "Marcia!". Tra inchini e dessert, giù il sipario e fuori il Vetril.
La cucina – e la mia adesso è all’interno di Eataly Smeraldo a Milano - è quel posto, per me, dove tutto si aggiusta. Se è insipido si sala, se il sugo è poco si allunga e se qualcuno ti riporta il piatto, si rifà dall'inizio. Raramente seguo le ricette, non sono brava in matematica. Uso gli occhi e come una chiromante prevedo quello che accadrà tra due minuti, se è il caso di abbassare il fuoco o di aggiungere zucchero.
Lucio Pompili, chef a Cartoceto nelle Marche, ospite con la sua zuppa di pane di Lisa Casali nella trasmissione The Cooking Show su Rai3
Ecco che la cucina diventa simile all'arte. Richiede intuito e grazia innata, regala opere uniche ma riproducibili. Nei miei piatti perciò troverete sempre il calco della mia personalità. Prediligo i sapori freschi e agrumati, le consistenze cremose o croccanti ma mai viscide. Gli odori di spezie o di basilico fresco. Un po' di piccante non guasta mai, come nella vita!
Donne che abbandonano per un attimo mestoli e padelle per raccontare le proprie esperienze e punti di vista
a cura di
cuoca figlia d'arte (papà è Lucio Pompili del Simposium 4 Stagioni a Cartoceto, Pesaro Urbino), oggi lavora a Eataly Smeraldo a Milano