09-06-2020
Claudia Del Frate, lucchese, 34 anni, capo-pasticciera a Maison Bras
Sono figlia di un macellaio e di una bravissima cuoca: la passione non poteva che manifestarsi da subito. I miei genitori erano molto impegnati, così ero solita trascorrere le estati da mia nonna paterna, Iolanda, la quale mi ha aperto ancora di più le porte a questo mondo magnifico. Ricordo che aveva molte galline. Ogni tanto chiamava mio papà che, nascondendosi nella stalla per non farsi vedere da me, usciva ogni tanto con il bottino. Nonna metteva l’acqua a bollire e con pazienza mi spiegava il modo preciso per spiumarle e guai a intaccare la pelle. La sua precisione mi affascinava: quando arrivava il momento di estrarre le interiora, si metteva sul tagliere di legno e le puliva in modo incredibile, fino a comporre un ottimo ragù di frattaglie. A settembre il profumo della marmellata di fichi del giardino invadeva la cucina e io pensavo che un giorno sarei voluta diventare come lei, capace di stupire con la semplicità e di zittire anche me e i miei cugini più chiassosi, tanto era sublime la sua pasta. Mia mamma Rossana, invece, preparava per il negozio pentoloni di trippa e picchiante (polmone, cuore…) per le cene dei turisti che d’estate trascorrevano le vacanze sulle colline lucchesi. Insomma, tutta la mia famiglia ha contribuito a immettermi sulla strada del buono.
Isa Mazzocchi, prima maestra di Claudia
Souvenir dall'esperienza di Vonnas
Claudia Del Frate con Michel Bras
Con Sebastien Bras, chef, figlio di Michel
Rimaniamo 4 stagioni, ogni anno aperti da aprile a novembre. Poi faccio esperienza a Courchevel, a San Cassiano da Norbert Niederkofler e Andrea Tortora, un grande professionista e pasticciere. Ancora, al Vineyard di Newbury, nel Berkshire, e tre mesi in Australia, al Quay di Peter Gilmore. La nostre strade si dividono e io decido di tornare un Toscana, al Four Seasons di Firenze. L’amico e collega Michele Biassoni, conosciuto qualche anno prima a Parigi, mi offre un’esperienza da Iyo a Milano. Ho il piacere di conoscere da vicino la cucina giapponese e di lavorare accanto a un grande professionista, meticoloso e ambizioso, Claudio Liu. Dopo due anni, nel 2018, mi prendo una pausa per riflettere. Ricevo un’email da Sebastien Bras: mi chiede se sono pronta per tornare a Laguiole come responsabile della pasticceria. Prendo l’aereo, accetto. Dopo una breve parentesi a Milano da Mu Dim Sum, nel marzo 2019 torno in Francia, affianco lo chef di pasticceria e poi termino la stagione da sola, con la mia brigata. Piano piano la partita dolce assume le mie orme. A marzo 2020 faccio le prime prove con la nuova carta e il menu del ristorante ma il coronavirus posticipa la data di apertura. Nell’ultimo trimestre siamo stati a casa, immersi nella natura. Nulla poteva cambiare il corso della primavera con i suoi colori, l’aglio orsino, i fiori di Erytrone, sempre presenti nei menu di inizio stagione. Fortunatamente siamo sempre rimasti in zona verde e quindi potevamo fare passeggiate intorno. Con Michel e Sebastien ci sentivamo via Skype ogni giorno. Con permessi speciali riuscivamo a incontrarci al ristorante una volta alla settimana.
Il leggendario Coulant au chocolat di Michel Bras
Uno spicchio di Maison Bras. Il ristorante Le Suquet riaprirà il 17 giugno, dopo il lockdown francese
Donne che abbandonano per un attimo mestoli e padelle per raccontare le proprie esperienze e punti di vista
a cura di
toscana di Lucca, classe 1986, dopo l'alberghiero in Garfagnana e Alma a Colorno, fa esperienze di cucina alla Palta di Isa Mazzocchi, Gualtiero Marchesi a Erbusco, Georges Blanc a Vonnas, Iyo a Milano. Da marzo 2019 è capo-pasticciera del ristorante Le Suquet alla Maison Bras di Laguiole, 2 stelle Michelin
I Maestri Pasticceri APEI sul Red Carpet della Mostra Internazionale di Arte Cinematografica di Venezia (giunta ormai alla sua 80esima edizione) lo scorso 5 settembre