23-01-2025
Niko Romito (in uno scatto recente di Albin Durand) e l'ingresso di Casadonna a Castel di Sangro (L'Aquila), sede del ristorante Reale
Se dieci anni fa mi avessero detto che mi sarei ritrovata a scrivere un articolo che riguardasse il Reale di Niko e Cristiana Romito, non ci avrei mai creduto. Impossibile.
In tutto quest'arco di tempo io e lo chef abbiamo vissuto tante importanti fasi di vita, per ovvi motivi diversi visti i due percorsi differenti, ma questo non ci ha mai impedito di confrontarci. Per questo, oggi posso dire che il mio mese di formazione al Reale del 2016 in realtà è durato anni.
Anni a insegnarmi a ragionare, analizzare, confrontare, capire. Per me insegnare è questo; a copiare o replicare una ricetta penso siano capaci tutti, ma i processi che avvengono manipolando un prodotto, quella è un’altra storia. Alleggerire i piatti della mia città, non cambiandone la struttura, il sapore, e l’aspetto visivo è stata all’inizio una grande sfida. E farmi innamorare dei vegetali lo è stato ancora di più.
2015. Assoluto di cipolle, parmigiano e zafferano
2015. Calamaro, pepe rosa e lattuga
Ho iniziato il 2025 con un pranzo da lui: è una tradizione, ormai. Qui parliamo di Spaghettone cime di rapa e limone, Rapa rossa uva fragola e rucola, Cavolfiore gratinato. Ma i due piatti che rimarranno indelebili per me sono Lingua tartufo bianco, lenticchie e nocciola e Sedanorapa, olive e vermut.
2025. Foglia di broccolo e anice
2025. Sedano rapa, olive e vermouth
Se devo guardare oltre, penso che per il modo di sperimentare di Niko Romito, il suo stile unico, la visione che ha della cucina italiana, l’idea di bellezza e contenuto, il suo essere imprenditore, la sua versatilità, le sue collaborazioni nel mondo, e il progetto di formazione, penso che anche Niko Romito precorra il futuro. Se quel 2 gennaio 2015 non avessi attraversato, tra la neve fitta, mezzo paese in macchina fino al giardino del Reale, scambiandolo per un parcheggio, sicuramente oggi per me sarebbe tutto diverso.
Niko Romito e Irina Steccanella
Donne che abbandonano per un attimo mestoli e padelle per raccontare le proprie esperienze e punti di vista
di
nata a Sassuolo (Modena), classe 1979, nel curriculum esperienze con Massimo Bottura e Niko Romito. Da febbraio 2019 è chef e patron del ristorante Irina di Savigno (Bologna), che dopo il Covid ha trasformato in pizzeria
Paolo Marchi con i due protagonisti della serata: Irina Steccanella e Ciro Salvo
Niko e Cristiana Romito, fratello e sorella, insieme al lavoro da un quarto di secolo (2000-2011 col ristorante Reale a Rivisondoli, 2011-2024 con Reale Casadonna a Castel di Sangro, L'Aquila). foto Andrea Staccini
Irina Steccanella (a destra) con Francesca Romana Barberini al termine della sua masterclass all'ultima edizione di Identità Milano 2024. Foto Brambilla-Serrani