06-09-2015
Un piatto del Make Out, "raw food café", uno dei locali di Matthew Kenney: si trova a Culver City, California. Cristina Bowerman grazie a Kenney ha riscoperto la sua vocazione crudista, ci spiega come e perché
Non è un mistero quanto mi piaccia viaggiare, ma ogni viaggio è diverso dall’altro. Gli ultimi due mi hanno aperto scenari culinari e umani così particolari e diversi che, come spesso accade, poi non riesco a dormire la notte cercando di tenere insieme tutte le cose che ho visto e imparato. Vi racconto, intanto, il primo.
Negli Stati Uniti ho avuto il piacere di incontrare Matthew Kenney, considerato il guru della cucina raw. Mi ero imbattuta per la prima volta in questa cucina grazie a Roxanne Klein quando vivevo nel Sud della California, a fine anni ’90, ma l’avevo considerata solo una moda tra l’altro assai criticata, poiché accessibile a pochi. Così salutista ed elitaria com'è, faceva storcere il naso ai vegetariani e vegani più moderati.
Matthew Kenney all'opera
Certo, non potrei mai seguire una dieta così rigida, basata su ingredienti che possono essere portati solo a una temperatura poco più alta di quella corporea (e se cucini crudista, devi anche esserlo nella vita di tutti i giorni, su questo non ho alcun dubbio. Il crudismo va oltre la tavola, è uno stile di vita). Anche se ho avuto in effetti la tentazione di "convertirmi" quando ho incontrato un gruppo di crudisti miei coetanei: sembravano ragazzetti!
Già durante il viaggio di ritorno avevo iniziato a pensare a piatti e tecniche crudiste da inserire nel menu del mio Glass Hostaria romano. Alcune, come la “cottura” dei funghi o il pickling delle melanzane, hanno dato ottimi risultati. Quello che Matthew Kenney mette in primo piano è la materia prima: il sapore delle verdure e della frutta diventa fondamentale. Le cagliate fatte con il latte ricavato dalla frutta secca possono davvero determinare la riuscita il piatto. Ho trovato tutto incredibilmente coinvolgente dal punto di vista emotivo.
Donne che abbandonano per un attimo mestoli e padelle per raccontare le proprie esperienze e punti di vista
di
Cuoca laureata in Legge e in Arti Culinarie, parla tre lingue e continua a studiare e fare stage. Oltre 15 anni all’estero, nel 2006 apre Glass Hostaria. È primo presidente dell'associazione Ambasciatori del Gusto