27-05-2015
Il presidente del Consejo Regulador del Cava, Pedro Bonet Ferrer, inaugura la Settimana del Cava, ieri nel padiglione spagnolo a Expo Milano 2015
Il Cava è all’Expo e forse anche a un bivio. Il noto vino spumante spagnolo è protagonista di una settimana di degustazioni (fino a venerdì sempre alle 17) ed esperienze multimediali ospitate dal padiglione spagnolo a Expo 2015. Nel medesimo tempo, cerca di trovare un giusto posizionamento sul mercato, e lo fa sperimentando nuovi blend di vitigni che vadano oltre i tre tradizionali: Macabeo (che dà acidità e struttura), Xarel-lo (consistenza e grado alcolico) e Parellada, responsabile della qualità aromatica.
La Settimana del Cava durerà fino a domenica 31 maggio. Obiettivo dichiarato dagli organizzatori – in primis il Consejo Regulador del Cava, per bocca del suo presidente Pedro Bonet Ferrer – è quello di promuovere il vino mettendone in luce la versatilità a tavola e la sua piena appartenenza alla dieta mediterranea, con i vantaggi che ne derivano. Dunque un vino fruttato, piacevole, non necessariamente impegnativo, senza sentori troppo forti di lievito.
Un vigneto nel Penedès, area della provincia di Barcellona che è la più vocata per il Cava. Lo spumante spagnolo si produce però anche in numerose altre comunidades, sempre con la stessa denominazione
Una valutazione che ha trovato Bonet Ferrer solo particolarmente d’accordo: «C’è un’evoluzione che implica anche qualche innovazione. Ma siamo quasi al livello di “curiosità”, la gran parte della produzione si rifà ai vitigni classici. E poi c’è da dire che anche un Cava con un’alta percentuale di Pinot nero prenderà una qualche personalità “pinotera” ma rimarrà pur sempre, chiaramente, un Cava».
Cava Experience è l'esperienza multimediale che è stata allestita presso il padiglione spagnolo a Expo 2015
Il Cava gode infatti del vantaggio della denominazione unica, laddove gli spumanti italiani sono parcellizzati tra Trento, Franciacorta, Oltrepo Pavese, senza contare le varie metodologie. In Spagna è tutto, invece, metodo classico (circa 250 milioni di bottiglie, contro i 25 milioni di questo stesso metodo, in Italia), ed ha un’area Do – la nostra Doc – che abbraccia svariate comunidades e province spagnole: Barcellona, Tarragona, Lleida, Girona, Saragozza, La Rioja, Alava, Navarra, Valencia…
Resta il fatto che oltre il 97% della produzione viene dalla “capitale del Cava”, Sant Sadurnì d’Anoia, provincia di Barcellona, nell’alto Penedès, e dintorni. E’ questa l’area più vocata, dalla quale perlopiù provengono i 30 milioni di bottiglie di “Cava Premium”, l’eccellenza di un vino che ha poca penetrazione commerciale in Italia, mentre trova spazi molto maggiori soprattutto nell’Europa del Nord. Un motivo di più per assaggiarlo, a Expo 2015.
Linea diretta con l'Esposizione Universale 2015
a cura di
classe 1974, milanese orgoglioso di esserlo, giornalista professionista dal 1999, ossia un millennio fa, si è a lungo occupato di politica e nel tempo libero di cibo. Ora fa l'opposto ed è assai contento così. Appena può, si butta su viaggi e buona tavola. Coordinatore della redazione di identitagolose.it e curatore della Guida di Identità Golose alle Pizzerie e Cocktail Bar d'autore. Instagram: carlopassera