02-09-2015
L'extravergine di Coppini Arte Olearia è tra i protagonisti a Expo. Vi raccontiamo la storia di questa azienda che è riuscita ad iscriversi tra le eccellenze del nostro Paese
L’anno prossimo saranno 70 anni, portati benissimo. Era un martedì, quel 26 marzo 1946, quando Amèrico Coppini, già mastro casaro di provata esperienza nella produzione del parmigiano reggiano, insieme alla moglie Anita volle intraprendere l’attività in cui già era impegnato il nonno paterno a Pistoia: realizzare un ottimo olio di oliva.
Sembrava nel posto sbagliato, il signor Amèrico: Parma non è il luogo d’elezione per gli uliveti. Però aveva due carte da giocare: l’intraprendenza e la laboriosità tipici di quelle parti, in primis. E poi quel genius loci che ha fatto del Parmense la “food valley” italiana per eccellenza, luogo insomma di prelibatezze non sempre autoctone, ma proprio qui declinate al meglio.
Ebbene, settant’ anni dopo Coppini Arte Olearia ha sviluppato quell’intuizione iniziale come meglio non avrebbe potuto fare. Sotto la guida prima del figlio di Amèrico, Ernesto, e ora dei nipoti Paolo, Matteo, Francesco e Pier Luigi, l’azienda ha proseguito un percorso vocato all’eccellenza, definendo già nel 1988 il proprio progetto Top (acronimo per “tracciabilità origine prodotto”) attraverso il quale per prima ha riportato su ogni bottiglia di extravergine una vera e propria carta di identità. Dal 1992, infatti, l’etichetta racconta tutto, ben prima che vi fossero iniziative legislative o pressioni dell’opinione pubblica in questo senso: cultivar, anno di raccolta, classificazione organolettica certificata da un panel accreditato, profumo e sapore.
I protagonisti del cooking show di ieri: da sinistra Alberto Turati del Kitchen & Coffee di Abbiategrasso, Mirko Sbernini sales manager Coppini, Francesco Coppini e lo chef Matteo Monfrinotti
Oggi sono 3mila gli olivicoltori di queste tre regioni che, seguendo un preciso disciplinare, conferiscono le olive a Coppini, poi destinate a processi di produzione che prevedono un’estrazione rigorosamente a freddo, documentata dal 2005 con un sistema di sonde lungo tutta la frangitura, così da poter trasmettere per via informatica la temperatura ad un pc, per un completo monitoraggio e la registrazione dei dati. Ciò sfocia nella certificazione Csqa di rintracciabilità di filiera, sorta di mappa del prodotto che permette di ripercorrerne la storia.
Un lavoro d’eccellenza che sta facendo bella mostra di sé anche a Expo, dove Coppini è presente con una propria struttura sul cardo, è partner di Padiglione Italia e “olio ufficiale” a Identità Expo S.Pellegrino. Proprio ieri l’azienda è stata al centro anche di un cooking show nel cluster del cacao, in tandem con Icam, storica azienda lecchese produttrice di cioccolato, nata anche lei nel 1946.
La sede dell'azienda
Monfrinotti ha preparato, con l’olio Coppini Arte Olearia e il cioccolato Icam, una Spugna al cioccolato, bon bon (sorta di gnocchi dolci fritti) ed emulsione di mango, mentre Mirko Sbernini, sales manager Coppini, guidava la degustazione dei propri extravergine, così come degli oli aromatizzati: al limone, al mandarino, al basilico, al peperoncino, all’aglio, al rosmarino.
E non è casuale, la presenza di Coppini all’interno di un’Expo dedicata anche agli sprechi e alla sostenibilità: nel 2013 ha inaugurato il suo nuovo stabilimento di produzione, sul fronte autostradale A1 accanto alle Fiere di Parma, detto Opificio Verde, pensato per aderire al progetto 20/20/20 dell’Unione Europea, che prevede entro il 2020 un incremento del 20% nell’uso delle fonti di energia rinnovabile e la riduzione delle emissioni di gas serra del 20%. La nuova sede si estende su una superficie totale di 73mila mq di cui 11mila coperti.
Linea diretta con l'Esposizione Universale 2015
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A cura della redazione di Identità Golose