22-09-2015
"Ce n'è per tutti?" è la domanda con cui la Svizzera è riuscita a centrare perfettamente la questione dell'alimentazione mondiale proposta da Expo. Nutrire il pianeta significa anche una gestione responsabile delle risorse, in esaurimento così come quelle contenute nelle torri che formano il padiglione
Non si può dire che il messaggio portato a Expo Milano 2015 dal Padiglione della Svizzera non sia immediatamente comprensibile, evidente, chiaro. “Ce n'è per tutti?”: questa scritta campeggia su una delle quattro torri che sono l'elemento più visibile e riconoscibile dello spazio espositivo, composto infatti da una piattaforma e da queste quattro costruzioni mobili, dinamiche, in continua evoluzione. Le torri sono piene (o meglio: lo erano a maggio, all'apertura di Expo) di prodotti alimentari. I visitatori possono arrivare in cima alle torri attraverso degli ascensori e una volta arrivati possono prendere questi prodotti, svuotando progressivamente gli enormi contenitori. Svuotandosi le torri, le piattaforme sui cui poggiano si abbassano, modificando di fatto la struttura del Padiglione e rendendo molto evidente l'effetto del consumo degli alimenti sul Padiglione, che chiaramente rappresenta il pianeta. Il progressivo svuotamento delle torri è registrato in tempo reale e può essere seguito anche sui social media.
Il luogo da cui materialmente si prendono gli alimenti contenuti nelle torri
La "mascotte" del padiglione
Linea diretta con l'Esposizione Universale 2015
di
Giornalista milanese. A 8 anni gli hanno regalato un disco di Springsteen e non si è più ripreso. Musica e gastronomia sono le sue passioni. Fa parte della redazione di Identità Golose dal 2014, dal 1997 è voce di Radio Popolare Instagram: @NiccoloVecchia
La Sella di camoscio alla Groven, servita in due portate con 10 contorni diversi, proposta dallo chef Alan Rosa al suo ristorante Groven di Lostallo, 35 minuti di auto da Lugano, in Svizzera
Luca Bellanca, siciliano, classe 1983, al timone del Ristorante Meta di Lugano, Svizzera, dal 2013