04-03-2015
Enrico Camelio, romano, classe 1971, con i suoi ragazzi del Majestic. E' docente al Pellegrino Artusi di Roma e consulente per l'alta ristorazione
Creare uno straordinario cocktail di calore ed empatia; seguirti senza cadere nell’invadenza; divertirti evitando di esagerare; entrarti nella testa anticipando le tue esigenze quasi prima che siano espresse. Sembrerebbe l’identikit del partner perfetto, invece parliamo del cameriere di sala. Una professione cui spesso non viene attribuito il giusto valore: non si riduce al semplice “portare un piatto”. Per svolgerla al meglio occorre una conoscenza a 360 gradi, si inizia già nel momento in cui “il nostro cameriere” accoglie in sala. La sala (come luogo): sembra l’antagonista, in realtà non lo è affatto. I colori, le forme, la musica, l’odore e gli spazi sono tutto ciò che insieme “al nostro cameriere” forniscono le prime impressioni del posto dove ci si accinge a consumare un pasto.
Il pasto: la rivelazione del processo creativo che avviene in cucina fa il suo ingresso nella sala. La sala è questo, nient’altro che una rivelazione. Il piatto che ci si trova davanti durante il pasto è il segnale che ci si sta facendo coccolare, accompagnare lungo il magnifico piacere del mangiare. E quando il matrimonio tra sala e cucina riesce bene, il mix è spumeggiante! Non c’è un bravissimo cameriere senza una buona cucina, non esiste un’ottima cucina senza un bravo cameriere. L’equilibrio è sottile, i reparti devono riuscire a fondersi.
La mia vita professionale si divide in tanti momenti importanti. Ho frequentato l'Alberghiero, sono diventato barman e sommelier professionista, mi sono laureato in Economia del turismo: tre esperienze diverse fonte comunque di conoscenza. Sono poi partito per Londra: ciò ha fatto sì che scoprissi nuove realtà ristorative, oltre a donarmi una piena padronanza della lingua inglese, fondamentale al giorno d’oggi per svolgere professioni nel food & beverage. All’età di 24 anni ho avuto la grande fortuna di entrare a far parte della brigata della Pergola a Roma, per poi passare ai vertici della mia carriera nell’operativo all’interno del hotel De Russie, catena Rocco Forte Hotels.
Enrico Camelio, a sinistra, con i ragazzi di sala di Spazio Roma, il locale di Niko Romito (foto Andrea Di Lorenzo)
La molla che mi ha spinto a questo tipo di impegno è stata la continua richiesta di figure qualificate da parte di aziende importanti. Senza neanche rendermene conto, io che prima stavo in sala, mi sono ritrovato a far parte del mondo della ristorazione visto dall'altra parte, con l'occhio di grandi professionisti: ho conosciuto Antonello Colonna che mi ha dato la carica per crederci, poi è stata la volta del grande Massimo Riccioli. Due guru. E in seguito altri incontri, fino ad arrivare alla mia ultima sfida: da mesi collaboro all'interno di Eataly Roma con lo chef Niko Romito in Spazio Roma, dove curo il servizio in sala. Io e Niko abbiamo fatto tanta strada insieme, collaboriamo da 15 anni...
Oggi sono dunque consulente della Niko Romito Formazione, insegno all'Alberghiero, sto seguendo un progetto/brevetto unico al mondo, di un forno che cucina in aereo, per mangiare cibo fresco in prima classe. la mattina ho una rubrica in radio, “Non solo cucina”. Sono super soddisfatto ma mai appagato: non sono mai stanco di crescere, di studiare, di apprendere. Perché una crescita non è mai solo personale, è sempre per tutti.
Il lato pubblico del ristorante visto dai suoi protagonisti: maître e camerieri
di
Romano, classe 1971, laureato in Economia dei servizi turistici, è consulente per l'alta ristorazione e docente di sala e bar all'Artusi. Ha lavorato con Heinz Beck, Antonello Colonna e Niko Romito
Retroscena e curiosità di un mestiere affascinante, storie di grandi donne e uomini che hanno scritto la storia della ristorazione italiana e internazionale, visioni e consigli per alimentare nel tempo un ritorno al vero polmone dell’ospitalità: dritti In sala