25-06-2013
Panoramica sull'azienda agricola La Mesma di Monterotondo (Alessandria), a un passo dalla Liguria, +39.0143.342012, prima di tre tappe del GoTour, un viaggio concertato da Federico Malgarini alla scoperta di alcuni tra i migliori bianchi del Piemonte
La Rocca di Gavi, aggrappata al colle come se da sempre fosse stata lì, ha segnato l'inizio a testa alta del GOTour, viaggio da mane a sera alla scoperta di tre diversi territori vocati al vino, a poco più di un'ora da Milano. Il gruppo al gran completo tuttavia, una ventina di appassionati che hanno risposto all'appello di Federico Malgarini, si è visto solo nell'aia de La Bella Alleanza, edificio che un tempo aveva assistito alla firma di un importante trattato durante le guerre napoleoniche e che invece oggi assiste il lavoro in vigna e in cantina delle tre sorelle Rosina, proprietarie de La Mesma. Il denominatore comune della giornata? Una sfrenata curiosità nei confronti del vino e Davide Ferrarese, agronomo di tutte le aziende del tour. Uno che, anche senza il bollino della produzione biologica, tratta la vigna e la terra con un rispetto che non si disperde nelle etichette, ma che fiero si muove tra i filari. La Mesma è un'azienda famigliare che sta lavorando sodo per riportare il Gavi, 100% uve cortese, ai fasti di un tempo, di quando era il primo bianco piemontese. All'ombra di uno splendido gelso abbiamo degustato il Gavi Docg La Mesma Etichetta Gialla 2012, floreale ed elegante, e il Gavi Riserva Etichetta Nera, sentori di buccia di mela e maggiore sapidità sul finale. Senza etichetta è arrivata poi la bottiglia esperimento, frutto di 1 ettaro a regime biologico. Ancora un po' troppo sciropposo, ma potenzialmente un gran bianco, se acquistasse acidità.
Altaguardia 2010 di Forti del Vento, +39.0143.849135, da uve Albarossa
Timorasso Derthona de La Colombera, +39.0131.867795
Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo
a cura di
Milanese incastrato dalla Romagna. Copywriter. Vorrebbe invecchiare in una botte di rovere. Twitter @martinolapini