11-04-2013
138 produttori da 9 Paesi diversi, vignaioli pronti a produrre vino "natualmente buono, con le persone e con l’ambiente". Sono la forza di VinNatur, espressa dal 6 all'8 aprile a Villa Favorita (Vicenza)
Fra le spesse pareti di Villa Favorita non si sentiva il caldo tipico delle fiere. Quella temperatura che sommata al vino degustato e al rimbombare delle voci fiacca il fisico e riduce l'entusiasmo. Si percepivano invece chiari sentori di curiosità e buonumore. La pluralità di sale tra il piano terra e il piano interrato, assieme a una disposizione di banchi di assaggio che francamente non abbiamo capito, ci ha un poco disorientato, ma rincuorati dalle tacche sul telefono e dal 3G presente non ci siamo lasciati andare a facili lamenti. E come formiche in cerca di cibo, ci siamo mossi in gruppo rimbalzando di qua e di là spinti dai ferormoni del vino naturale. In marcia verso Villa Favorita VinNatur, l'associazione che organizza questo Salone e che riunisce 138 produttori dal forte autocontrollo, sta riuscendo a spostare l’attenzione verso un modo di fare il vino a cui negli ultimi 30 eravamo sordi, ciechi e anche un po’ grattacheccamente snob. Anticamente il fondo del vino veniva dato all’ospite più gradito, perché ne è la parte più viva. Alzi la mano chi, vedendo il fondo dentro una bottiglia, non l’ha mai cambiata. E siate onesti. Il fondo è solo un primo indizio dell’approccio del vignaiolo naturale, per cui i difetti del vino spesso sono il loro pregio. Colore torbido? Un frutto netto, massimo due e non un bouquet tropicale? La capacità di aspettare un vino, una volta versato nel calice? Odori spiazzanti all’apertura della bottiglia? Il vino vero, quello in cui la natura fa il suo corso e la mano dell’uomo la accompagna e veglia su di lei come un amico ha certamente bisogno di più attenzioni e di maggiore fatica. Assaggiando i vini di De Bartoli, come lo Zibibbo secco Integer o i bianchi di Cos o la Falanghina Masseria Starnali con una acidità da applausi. O ancora una Spergola - vitigno autoctono emiliano - Metodo Classico Cà de Noci o il Cruasè Pas Dosé di Bacco dei Quaroni si coglie il gusto di un mestiere fatto con coscienza, passione e quasi immune all’ingordigia, come le vigne robuste di questi vignaioli lo sono a oidio e peronospora.
In marcia verso Villa Favorita
Cruasè Pas Dosé di Bacco dei Quaroni
Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo
a cura di
Milanese incastrato dalla Romagna. Copywriter. Vorrebbe invecchiare in una botte di rovere. Twitter @martinolapini