25-01-2025
La foto di gruppo dello Young Club nella prima riunione dell'aprile del 2023
Il presente è dei giovani, almeno a Conegliano Valdobbiadene. Non solo il futuro.
Quello che è avvenuto negli ultimi anni, infatti, è un grandissimo ricambio generazionale nelle aziende vitivinicole, che ha portato nuove idee, visioni più moderne e un’interpretazione attuale del mondo del vino. Il dato fornito dal Consorzio è lo specchio di questo andamento: nel 2013 i giovani (under 35) nel settore erano poco meno di 800, nel 2024 la quota ha superato le 1.300 unità, rappresentando quasi il 40% degli addetti del distretto. E anche la presenza femminile, in questo gruppo, è molto elevata: 37%.
In tante occasioni si dice che i giovani vanno incoraggiati e seguiti, ma spesso alle parole non sono seguiti i fatti. Ma il Consorzio Tutela del Vino Conegliano Valdobbiadene Prosecco ha voluto invece creare, due anni fa, lo Young Club Conegliano Valdobbiadene, che mira a coinvolgere i giovani tra i 25 e i 35 anni che operano in ogni settore delle aziende socie del Consorzio, dall’ambito tecnico-viticolo a quello commerciale e marketing, per discutere insieme del futuro della denominazione e del prodotto. Insomma, i giovani hanno voce in capitolo anche per quanto riguarda le decisioni sul futuro della Denominazione.
Da sinistra, Davide Montesel, Mirko Balliana, Luca Stramare ed Edoardo Buso
La discussione ha riguardato molti temi, che sono gli stessi sui quali i giovani hanno modo di riflettere: l’identità dei vini, la loro unicità, la forza del territorio da comunicare sempre meglio, il posizionamento sul mercato, la sostenibilità ambientale ed economica, la valorizzazione dei vini legata al territorio e anche i benefici portati dal riconoscimento delle Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene come Patrimonio dell’Umanità da parte dell’Unesco. Ma c’è anche l’ormai eterna diatriba sul nome della Denominazione: Prosecco di Conegliano Valdobbiadene Superiore Docg racchiude sicuramente le informazioni necessarie per offrire un’identità precisa al vino, ma è un po’ lungo e macchinoso.
Le Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene
La cosa che maggiormente sorprende è comunque la voglia di fare di questi giovani: non si tirano di certo indietro e sono pronti ad accettare consigli e critiche.
Edoardo Buso indica sulla mappa del Conegliano Valdobbiadene l'ubicazione dei vigneti utilizzati per il Màndre
Il Valdobbiadene Extra Brut Màndre 2023 è uno dei prodotti che maggiormente segna questa volta. Nasce dall’assemblaggio di tre vigne, e il 5% del vino è invece dell’annata 2022. Il risultato è molto interessante: elegante al naso, ma poi anche piacevole all’assaggio e dal buon equilibrio.
Mirko Balliana mostra sulla cartina la vigna del 26° I° Rive di Col San Martino
L’esempio arriva da 26° I° Rive di Col San Martino, Valdobbiadene Docg Extra Brut, che arriva dai vigneti più alti dell’azienda, fino a 400 metri di altitudine. Si tratta di una bollicina estremamente fine, dai sentori complessi che variano dalla classica frutta bianca, al floreale e alle erbe aromatiche, per poi trasformarsi al sorso in un vino dalla buona complessità ma soprattutto dall’ottima profondità.
Luca Stramare e la vigna del Pioniere Rive di Santo Stefano Extra Bru
«Abbiamo sette ettari di produzione – racconta Luca Stramare – con una produzione di 500mila bottiglie. Seguiamo tutta la filiera, dalla vigna fino alla bottiglia finita». Valorizzare il territorio passando dalle Rive, come dimostra il Pioniere, Rive di Santo Stefano Extra Brut: «Il nome è in onore del nonno, uno dei pionieri del nostro territorio. Il vigneto si trova su un terreno salino, con piante di oltre 50 anni; il vino viene lasciato per ben 7 mesi sui lieviti in autoclave. Ne produciamo solo 4mila bottiglie». Il risultato rispecchia la volontà di puntare a vini di finezza: è un vino dalla grande verticalità al sorso, sapido, che riesce a trovare un ottimo equilibrio.
Davide Montesel segna la zona delle Rive di Colfosco
Quattro produttori, quattro zone produttive differenti, quattro vini diversi, che hanno come “fil rouge” l’eleganza e la piacevolezza. Ma soprattutto quattro ragazzi (in rappresentanza dei giovani della zona) con le idee chiare che sapranno dare qualcosa in più al distretto del Conegliano Valdobbiadene. Anzi, lo stanno già facendo.
(3 / fine)
La prima parte: Conegliano Valdobbiadene Docg: lasciarsi stupire da vino e territorio La seconda parte: «Il nostro Prosecco? Un famoso sconosciuto. Ma dobbiamo puntare sull'identità»
Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo
di
giornalista de La Provincia di Como, sommelier e appassionato di birra artigianale. Crede che ogni bicchiere di vino possa contenere una storia da raccontare. Fa parte della redazione vino di Identità Golose
Continua il viaggio nell'area del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Docg: alla scoperta di questo "famoso sconosciuto"
La difficoltà della vendemmia sulle colline del Conegliano Valdobbiadene
Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo, dando voce a grandi blasoni, insomma delle vere e proprie istituzioni, ma anche a piccole aziende: tutto questo è In cantina.