Solo 5 vini per raccontare la propria filosofia di produzione. Quella di Cantina Cembra è una vera e propria rivoluzione: da una dozzina di etichette differenti, infatti, la produzione si è concentrata solo su cinque vini rappresentativi.
«Si tratta della rinascita della cantina – afferma con soddisfazione l’enologo Stefano Rossi – che arriva a settant’anni dalla sua fondazione, avvenuta nel 1952. All’inizio i pochi soci si sono messi insieme e vendevano il vino a prezzi bassi. Oggi, invece, siamo arrivati a 300 soci, per 300 ettari complessivi».
Una media di un ettaro a testa, ma qualcuno possiede piccolissimi appezzamenti. «Sono tutte persone umili e grandi lavoratori – sottolinea
Rossi – Basti pensare che c’è un impegno annuale di mille ore per ettaro. L’obiettivo dei singoli contadini è lasciare i vigneti ai figli, tramandare la terra».
In tal senso la Cantina Cembra ha un ruolo fondamentale: «Il nostro obiettivo è selezionare i migliori vigneti, vinificarli separatamente e vedere insieme come possano comunicare al meglio la valle di Cembra».
C’è, per esempio, la Vigna delle Forche, a 900 metri di altitudine, che è anche il punto più alto della vinificazione del Trentino: «Noi dobbiamo comunicare la forza di queste terre, nel suo insieme. Cembra deve essere considerata come un unico “cru”».
La bollicina ne è un esempio: Oro Rosso, che prende il nome dal porfido di cui è ricco il terreno dal quale provengono le uve, è un Trentodoc realizzato di Chardonnay in purezza. «La gamma di prodotti si è ristretta: dai tre spumanti di prima, ora realizziamo solo questo Pas Dosé Riserva millesimato». L’annata 2017 è un’ottima espressione territoriale: grande verticalità e profondità, ma anche facilità di beva, per un sorso lungo e appagante.

L'obiettivo è valorizzare il territorio
Il
Müller Thurgau 2020 è prodotto da uve coltivate proprio a 900 metri. «Non lavoriamo più in iperriduzione – sottolinea
Rossi – ma cerchiamo di far emergere il territorio, con un affinamento sulle fecce fini per un anno abbondante, prima dell’imbottigliamento. Esce un anno dopo i normali
Müller d’annata».
Lo Chardonnay cerca di puntare alla complessità: anche qui annata 2020 e un passaggio in barriques, per circa il 20%. Ne risulta un vino piacevolmente ricco al naso, ma senza eccessi di frutta esotica o vaniglia, e con variazioni su spezie dolci. Al sorso è appagante e pieno, senza essere pesante.

Le tante sfaccettature dei vigneti della Val di Cembra
Il
Riesling 2020 dimostra come il territorio abbia effettivamente grandissime potenzialità: il vino è al momento giovane, ha bisogno di tempo per esprimersi al meglio, ma fin da subito è complesso ed elegante, riuscendo a coniugare le tipicità del vitigno a quelle del territorio, della montagna, puntando molto sulla sapidità. Sarà interessante riassaggiarlo tra un anno. E anche di più. Ci facciamo il classico “nodo al fazzoletto”.
L’unico vino rosso rimasto in gamma è il Pinot Nero: «Abbiamo allungato la permanenza sulle bucce con uva diraspata a bassa temperatura – spiega l’enologo - poi aumentiamo la temperatura per altri 10 giorni e ancora per altri 10 giorni dopo la fermentazione. Metà del vino va in legno, mentre il 25% viene portato in anfora con le vinacce per 4 mesi, senza effettuare la malolattica».

L'enologo Stefano Rossi mostra i 5 vini di Cembra
Un procedimento complesso che porta ad avere un vino dal bouquet ampio, senza essere invasivo. Piacevolezza al sorso e la montagna che fa sentire la sua forza, dando una decisa verticalità.
Un altro segnale della rinascita è il nuovo simbolo: un triangolo che evoca fin da subito la montagna. Semplice e immediato: una scelta azzeccata.