07-12-2020
La viticultura veneta può sommariamente essere divisa in tre macro zone: il veronese, l’area del prosecco e la fascia collinare pedemontana che corre lungo le provincie di Vicenza, Padova e Treviso. Aree totalmente diverse fra loro per tipologia di vitigni, intensività delle coltivazioni, microclimi e tecniche di produzione. Le differenze e le peculiarità di ognuna ne hanno determinato la fortuna e la notorietà.
Alcuni dei territori veneti restano piccoli tesori da esplorare, conoscere, e apprezzare. Fra questi certamente la zona del Montello, in provincia di Treviso, una terra devastata dal primo conflitto mondiale, difficile da coltivare con condizioni selettive e basse rese per la viticoltura. Diciotto comuni abbarbicati sui pendii che dalla pianura alluvionale e dall’Adriatico salgono verso i contrafforti della prealpi bellunesi, sparsi tutt’attorno al Comune di Asolo, noto per una delle tre doc del Prosecco.
Il Consorzio dei Vini del Montello raggruppa i produttori delle due denominazioni: la Docg Montello e la Doc Montello Colli Asolani. La prima è esclusivamente vocata ai vitigni bordolesi - Cabernet, Merlot, Carmenère – mentre la seconda valorizza anche rare varietà locali salvate dall’estinzione come Recantina e Bianchetta.
La personalità è quella tipica dei territori pedemontani – fra 200 e 500 metri di altezza - stemperata dai venti che soffiano dal mare verso le montagne e donano gradevole acidità a vini di per sé longevi che amano restare in cantina anche per decenni per poi offrirsi alle degustazioni e ad abbinamenti importanti.
Il Consorzio dei produttori lavora per promuovere notorietà e sostenere il brand e per questo ha recentemente rinnovato il marchio – dove campeggia le bellissima Rocca di Asolo su fondo rosso Merlot, il colore dei terreni ferrosi della zona – e organizza iniziative di comunicazione interessanti anche a sfondo sociale.
Dalla seconda settimana di dicembre il Consorzio dei Vini del Montello ha promosso un’asta di beneficenza, sulla piattaforma Catawiki, dove saranno messi all’incanto undici vini del Montello – tutti di annate pregiate – in abbinamento ad altrettanti grandi rossi italiani, alcuni dei quali vere rarità.
Abbazia di Sant'Eustachio
I rossi del Montello inseriti nel catalogo - fra i quali il Pat del Colmèl, El Zuitér 2001 e il Venegazzù Superiore Capo di Stato 1997 Loredan Gasparini – saranno ognuno abbinato a vini importanti fa cui Amaroni, Valtellina Superiore Riserva, Aglianico del Vulture, Barbaresco Pinot Nero Riserva.
Ugo Zamperoni
Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo
a cura di
Giornalista professionista, classe 1966 con una laurea in Fisica e, oggi, docente in IULM e comunicatore. Cultore del bello e del buono, attento osservatore della società e dei suoi cambiamenti, appassionato e commentatore televisivo di golf. Amo e racconto il cibo, quello schietto, vero e senza fronzoli. Scrivo di luoghi, persone, vino, rum e distillati e, quando capita, di politica