Corrado Sanelli
Melanzane alla Parmigianadi Andrea Berton
In cantina 20 anni di Triple A, il progetto ideato da Luca Gargano, presidente Velier
La casa di champagne Moët & Chandon debuttò nel lontano 1842 con la prima uscita di Vintage, con l’intento di esprimere le caratteristiche della vendemmia in un solo millesimo. Ancora oggi lo Chef de Cave, Benoît Gouez, crea questi grandi champagne con uno stile capace di esaltare il buono e portarlo in un calice.
Un vero gioco di seduzione per catturare l’anima di ogni grappolo, senza perdere di vista un equilibrio che conferisce uno stile universale alle sue creazioni. Durante un webinar lo Chef de Cave ha affermato: «Gli champagne devono essere bevuti e non degustati. Il riscaldamento del Pianeta non ha dimenticato la nostra regione e ha cambiato le campagne. Negli ultimi anni, tendiamo ad avere delle vendemmie anticipate rispetto al passato».
Rese più basse ma le uve sopravvissute hanno espresso un equilibrio di dolcezza e acidità che ritrovi nei calici. La componente di vini rossi, miscelata con l’assemblaggio di vini bianchi per produrre Grand Vintage Rosé, è costituita solo da Pinot Nero. In questo millesimo ha prevalso il Meunier della vendemmia 2012.
Un vino che piace, trasversalmente, a tutti, superando barriere generazionali e demolendo, una volta per tutte, il cliché che sia solo la bollicina preferita dalle signore.
laureata in psicologia, è stata rapita dalla galassia di Identità Golose. Se lo studio del vino è la sua vita, la vocazione di buongustaia è una scoperta in evoluzione
Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo