16-02-2020
Ci sono diverse accezioni che possono fare capo all’aggettivo eroico: anticamente utilizzato per esprimere, soprattutto attraverso la letteratura, le gesta prodigiose di esseri semidivini – versione traslata nell’epoca contemporanea nei supereroi fantastici e fumettistici – oggi, il suo utilizzo più diffuso è soprattutto in riferimento a episodi in cui qualcuno, di propria iniziativa, decida di compiere un particolare gesto di coraggio, che potrebbe comportare anche il sacrificio di sé stesso, al fine di proteggere il bene comune.
Esiste però anche un’altra accezione, diversa dalle precedenti, che non ci riporta alla mente episodi incresciosi o disastri ambientali, che non ha un risvolto triste, nessun martire, nessuna visione tragica, ma anzi un finale a lieto fine, e riguarda proprio la viticoltura, praticata in zone particolarmente impervie, ma capace di regalare vini di grandissima qualità.
Di viticoltura eroica si parla in riferimento a diverse zone italiane – seguendo un disciplinare stabilito dal CERVIM – Centro di Ricerca per la Viticoltura Montana - e fra queste rientra a pieno titolo la Valtellina, regione alpina in provincia di Sondrio, in Lombardia.
Sono proprio i terrazzamenti l’elemento caratterizzante del territorio: circa 2.500 chilometri di muri a secco costituiscono l'area terrazzata più vasta d'Italia, recentemente dichiarata anche Patrimonio immateriale dell’Unesco.
Nel corso di più di un secolo di storia vitivinicola, alcune cose sono cambiate all’interno dell’azienda e nell’area a essa circostante, ma una cosa è rimasta uguale: la vendemmia è totalmente manuale, veramente eroica; ancora oggi, infatti, è possibile vedere i collaboratori della cantina con i portini a spalla – così vengono chiamate le gerle piene di grappoli d'uva – che camminano su scalette e sentieri scoscesi per raggiungere i trattori su cui riversare l'uva per il trasporto in cantina, che spesso distano anche 20 minuti di cammino.
Danilo Drocco
Gli ettari dell’azienda in questo caso sono 35, inseriti nel cuore delle montagne valtellinesi, e proprio le Alpi giocano un ruolo fondamentale, comportandosi da barriera e proteggendo le vigne dai venti freddi, mentre la breva - la brezza che proviene dal lago di Como - porta correnti di aria tiepida benefica; se a tutto questo si aggiungono modeste precipitazioni, distribuite uniformemente nel corso dell'anno, il quadro che ne viene fuori risulta particolarissimo: un microclima al centro delle montagne ma con caratteristiche quasi mediterranee. “Basti pensare – racconta ancora Drocco - che in estate in Valtellina l’irraggiamento che si registra sulle foglie dell’uva è lo stesso che si registra a Pantelleria, c’è la stessa quantità di sole; a conferma di ciò abbiamo fra i nostri vigneti anche i fichi d’india, che non arrivano a maturazione, ma appartengono alla stessa famiglia di quelli siciliani.”
Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo
a cura di
Classe 1987, sognatrice dall’animo romantico, amante del bello e del buono, a tavola come per tutto ciò che ruota attorno alla sua vita. Siciliana felice di esserlo, prestata alla Franciacorta dove sta conoscendo meglio territorio, materie prime e ovviamente bollicine. Collabora con diverse testate e in ogni esperienza mette sempre tutta sé stessa, convinta che l’essere autentici ci renda unici, e per questo speciali