11-02-2020
Vini Migranti, edizione zero, si è tenuto a Montelupo Fiorentino lo scorso 19 e 20 gennaio. L’evento, patrocinato dal comune di Montelupo, è stato ospitato da Facto Molino Bistrò, ex mulino e ora sede di mostre d’arte e di un coworking con cucina.
Stefano Secci, sommelier e comunicatore, e Teseo Geri, consulente per la ristorazione, si sono conosciuti alcuni mesi fa e hanno deciso di imbarcarsi in questo progetto che ha portato 60 aziende italiane e del resto del mondo in Toscana. “Inizialmente dovevano essere presenti una quarantina di cantine” - dice Secci - “ma poi si è sparsa la voce fra i vignaioli che hanno iniziato a cercarci per esserci e alla fine ci siamo ritrovati in sessanta. In fondo è questo il concetto che sta dietro Vini Migranti: l’accoglienza di vini da contesti assai differenti, vini che percorrono un cammino per ritrovarsi insieme”.
Il filo conduttore, non dichiarato ma sotteso, è l’artigianalità dei vini in assaggio, con quasi tutte le aziende biologiche certificate, biodinamiche o produttrici di vini naturali.
Tra i rifermentati in bottiglia, piacevoli il WAI 2015 di Tenuta Belvedere - qui siamo nell’Oltrepo pavese, con un metodo ancestrale di Pinot Nero e Riesling - e il Cattabrega 2018 di Podere Sottoilnoce, un rosato frizzante da Lambrusco Grasparossa, Lambrusco di Sorbara e Trebbiano Modenese.
Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo
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Napoletana di nascita e lucchese di adozione, parte dalla critica letteraria per arrivare poi a raccontare di cibo e di vino (che sono anche le sue passioni). Adora viaggiare e va matta per la convivialità che si crea intorno alla tavola
Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo, dando voce a grandi blasoni, insomma delle vere e proprie istituzioni, ma anche a piccole aziende: tutto questo è In cantina.