Daniel Canzian
I taroz tradizionalidi Franco Aliberti
Dall'Italia Daniel Canzian: non si interrompe il fascino dell’Alta cucina veneta
Soave Versus, l’evento dedicato alle migliori interpretazioni del vino Soave, DOC riconosciuta nel 1968. Oltre 40 cantine selezionate con più di 200 referenze
Un algoritmo gentile cavalca il tempo e percorre le colline del Soave. Sbircia dentro la sabbia che è pegno dell’oceano e si scurisce poco più avanti, rendendo omaggio al vulcano. Un processo naturale, quello che unisce la bella gioventù emergente tra i produttori e quell’esperienza antica che affonda le radici nella terra.
Soave Versus – evento di riferimento dedicato al grande bianco italiano, a cavallo tra agosto e settembre – quest’anno più che mai ha rivelato questa personalità che non è doppia, bensì ricca. E il traboccare di voglia da parte dei giovani di scrivere un capitolo speciale si è respirato tutto. Per dirla con le parole del presidente del Consorzio Tutela Vino Soave Sandro Gini che annunciava la marcia di Soave Versus: «Stiamo arrivando a un momento importante del nostro viaggio, dove la terza generazione dei produttori che si sta affacciando sta dimostrando una forte consapevolezza nei propri punti di forza, avendo comunque alle spalle l’esperienza di chi è venuto prima».
Ma è appunto da Zambon che vogliamo confrontarci dopo la degustazione della mattina. Il Soave Doc “Le Cervare” 2018 conduce nei segreti del vulcano, ma non quanto il Soave Doc “Duello”. I lieviti tessono un racconto che va così lontano da essere attuale e la vinificazione avviene con tre ore di macerazione in atmosfera di azoto e fermentazione in acciaio a temperatura controllata tra i 14 e i 16 gradi.
Poi spingendoci a Montecchia, sulle colline vulcaniche, ecco Casarotto con il Soave Doc classico “Vigne di Fittà” 2018. I sentori di frutti freschi si accostano alla mineralità. In questa zona con Portinari entriamo sul sentiero del Soave Doc spumante “Perle d’oro” 2016 con Maria e Silvio Portinari: delicatezza e complessità che si accompagnano.
Ci sono regole che non intrappolano, ma esaltano. Come i sentieri conducono solerti alla bellezza del castello, o come le regole dei ristoranti tipici veronesi, con il ricorso fissato nella quantità in termini di prodotti tipici, vino e anche olio, che traccia la via senza soffocare.
Anche il giorno dopo, quando con l’Associazione enologi del Veneto Occidentale in Camera di commercio si prosegue il discorso nel cuore della vendemmia, si scoprono incontri tra le etichette, dinamiche e sfide comuni, sotto la supervisione di Riccardo Cotarella e di Assoenologi (sezione del Veneto occidentale).
responsabile de l'Informazioneonline e giornalista di Frontiera - inserto de La Provincia, scrittrice e blogger, si occupa di economia, natura e umanità: ama i sapori che fanno gustare la terra e le sue storie, nonché – da grande appassionata della Scozia – il mondo del whisky
Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo