Antonio Marras, lo stilista di Alghero, firma la nuova collezione di vini di Sella & Mosca, oggi di proprietà della famiglia Moretti.
Il presidente Vittorio Moretti racconta così questa acquisizione: «Un paio di anni fa abbiamo acquisito questa realtà sarda davvero unica, stiamo facendo una strada di riposizionamento con la mia convinzione, che applico da sempre in ogni mia tenuta: il vino devono farlo le famiglie perché mettono amore incondizionato alla vite per arrivare al vino. I produttori di vino in Italia creano vini che, a loro volta, sono condizionati da chi commercializza le bottiglie e, spesso, generano condizioni non sempre favorevoli alla crescita di un marchio. Noi abbiamo preso Sella & Mosca, realtà di 550 ettari vitati unica in Italia e già con queste etichette desideriamo mostrare una nuova immagine, figlia di un nuovo vino che troverete nei calici. Non abbandoneremo una certa classicità anche se, non nego affatto, abbiamo l’ambizione di creare vini da ricordare».
Questa storica azienda sarda nasce nel 1899 per volontà di due imprenditori piemontesi, l’ingegnere
Sella (nipote del celebre statista
Quintino Sella) e l’avvocato
Mosca. Un’impresa esemplare per l’epoca e dal 2016 nelle mani del
Gruppo Terra Moretti, grazie a un’acquisizione dal
Gruppo Campari per 62 milioni di euro.
I Moretti restano così fedeli alla propria filosofia, che li spinge a cercare una riuscita valorizzazione dei territori con la più alta vocazione vitivinicola. Arrivando in Sardegna, non poteva mancare un incontro singolare proprio con Marras, che ha disegnato oltre all’Alghero Torbato Brut, altre quattro etichette: per lo Spumante metodo Classico Alghero Torbato Oscarì 2016, il Vermentino di Sardegna Ambat 2017, l’Alghero Torbato Catore 2017 e il Cannonau di Sardegna Mustazzo 2016.
Sono vini che sintetizzano l’autenticità di questa regione, che vanta un territorio magico proprio come la fantasiosa storia ideata da Marras, genesi di questi personaggi disegnati. Lo stilista infatti s’immagina la notte di San Giovanni (quella a cavallo del 23 e 24 giugno) narrando i cinque personaggi delle quattro etichette (Ambat è costituita da una coppia di gemelli).
Quando un marinaio, un pugile, un eccentrico e un uomo ingiustamente accusato di essere un bandito si incontrano ad Alghero, vengono rapiti dalla magia della notte di San Giovanni, che li avvicina fino a trasformali in veri compari.
Il calendario segna il 23 giugno, una notte sacra perché proclama i destini dell’intero anno solare.
Oscarì,
Cattore, i fratelli
Ambat e
Mustazzo si vedono al bar della spiaggia, profondamenti diversi tra loro si svelano per ciò che sono e, soprattutto per ciò che diventeranno dopo il loro salto nel fuoco (rito magico di quella notte).
Da qui emergono dolcezza, freschezza e proprio con lo sfondo dei vigneti si fonderà la reciproca amicizia. Una storia intensa e singolare come i vini che l’estro di Marras ha vestito. L’enologo Giovanni Pinna e la consulenza di Caviola ci permettono di degustare vini immediati, solari proprio come la terra che li genera.
Il torbato è un’uva autoctona appartenente alle cosiddette uve “malvatiche”, fu introdotto dalla dominazione spagnola, dimostrando grande tenacia per la sua sfida costante contro il vento e il caldo che caratterizzano l’isola. Il Catore ci ha colpito per una struttura complessa sia al naso che all’assaggio con evidenti caratteristiche di longevità.