Sulla newsletter Identità di Vino (per iscriversi e riceverla gratuitamente, clicca qui) abbiamo fornito numerosi consigli per i vostri brindisi delle feste. Vi raccontiamo quelli dei due nostri nostri super-esperti e coordinatori, Cinzia Benzi e Raffaele Foglia. Domani ve ne suggeriremo ulteriori, redatti dagli altri nostri specialisti.
La novità di
Mosnel ha già conquistato i “cuori” degli appassionati di bollicine. L’azienda, guidata da
Lucia e
Giulio Barzanò, ha scelto l’ottima annata 2008 per uscire con il
Franciacorta Pas Dosé Riserva. Si tratta di una piccola perla enologica, realizzata in sole 5.900 bottiglie, con il 60% di
Chardonnay, il 20% di
Pinot Bianco e il 20% di
Pinot Nero, provenienti dai migliori vigneti della tenuta.Dopo la vendemmia e una fermentazione in parte in acciaio e in parte in legno, solo con una parziale malolattica, il vino si è affinato sui mesi per 102 mesi, prima del remuage e di un successivo periodo di 6 mesi, prima della messa in vendita.Eleganza e complessità si incontrano in uno spumante che varia dalle note di frutta, passando ancora per un leggero floreale, per arrivare alle erbe aromatiche e alle speziature. Grande bevibilità in bocca e, per chi ne ha voglia di aspettare, anche potenzialità di ulteriore affinamento in bottiglia. Ma a noi piace suggerirlo per questo Natale. (
Raffaele Foglia)
Giulio Ferrari Rosé 2006 è la grande novità 2018 di
Cantine Ferrari e proprio
Matteo Lunelli ha dichiarato che se nel 1902 un signore di nome
Giulio Ferrari non avesse intuito, per primo, la grande vocazione trentina per le bollicine d’eccellenza forse non sarebbe nata nemmeno questa nuova etichetta. Un vero e proprio racconto nel calice di quanto un 80% di
Pinot Nero e il 20% di
Chardonnay possono celare, dopo un decennio circa sui lieviti, un vino dove la freschezza e finezza sono equilibrate, 5mila bottiglie. La concentrazione iniziale si bilancia perfettamente con note di pepe bianco, arancia e sfumature tostate di caffè. (
Cinzia Benzi)
Il
Pinot Nero, per
Ottavia Giorgi di Vistarino, è una piacevole ossessione. Lo ha dimostrato, quest’anno, inaugurando la nuova cantina, che ha battezzato proprio come
Casa del Pinot Nero. Per festeggiare, si potrebbe aprire con entusiasmo una bottiglia dell’
Oltrepò Pavese Metodo Classico Brut 1865, annata 2013, di
Conte Vistarino. La data del 1865 rappresenta la prima realizzazione da parte del conte Vistarino, insieme a
Carlo Gancia, di uno spumante secco con uve
Pinot Nero. Ma questa è la storia: il presenta parla di un vino estremamente netto e pulito, dalle enormi potenzialità, dove il
Pinot Nero si esprime ai massimi livelli per potenza e freschezza, ma che grazie ai circa 60 mesi sui lieviti (un variabile, questa, che cambia di anno in anno, a seconda di quanto il prodotto sia pronto) riesce anche ad arrivare a un’eleganza suadente. (
RF)
È bene ricordare che la
Guido Berlucchi ha creato, dal nulla, il
Franciacorta, in cui, inizialmente, nessuno credeva. Fu infatti la visione illuminata del padre di
Cristina,
Arturo e
Paolo Ziliani, l’oggi novantenne signor
Franco. Egli scelse di chiamare quel primo vino, nel 1961, con una denominazione territoriale (
Pinot di Franciacorta). Per fortuna oggi il
Franciacorta rappresenta nel mondo il regno del metodo classico. Una bollicina di grande personalità è
Palazzo Lana Satèn 2008, una riserva di
Franciacorta che la famiglia
Ziliani crea dai vigneti di proprietà di Arzelle, Mancapane e Castello, a Borgonato.
Chardonnay al 100% che si affina almeno 7 anni sui lieviti. Una setosità straordinaria, equilibrato, versatile, ideale per un brindisi e perfetto a tutto pasto. (
CB)
L’eleganza dello
Chardonnay, ma anche struttura e grande complessità. Basterebbero anche solo queste parole per descrivere la
Riserva Aquila Reale 2008 di
Cesarini Sforza, un’azienda che sta presentando degli spumanti sempre più convincenti. Certo, l’
Aquila Reale rappresenta il picco massimo, la migliore espressione possibile dello
Chardonnay del Maso Sette Fontane nella Valle dell’Adige, a 500 metri sopra il livello del mare: un vino che sembra proprio sentire l’influenza della montagne dolomitiche del Brenta, incanalando nelle proprie corde una freschezza e una sapidità eccezionale, grazie anche a un terroir particolarmente adatto. Rese basse, un riposo dopo la prima fermentazione sulle fecce fini in barriques, con lo svolgimento della malolattica, e poi la seconda fermentazione e la paziente attesa per almeno 6 anni sui lieviti. Quindi la sboccatura e ancora un periodo di attesa in bottiglia: è un procedimento lungo e laborioso, certo, ma con dei risultati fantastici. L’
Aquila Reale è fine e complesso, strutturato ma dalla grande bevibilità, ricco ma mai grasso. Da non mettere sotto l’albero, ma al fresco, per un grande brindisi. (
RF)
Siamo a Lu Monferrato, un piccolo comune in provincia di Alessandria e la
Casalone viticoltori ha creduto, da molti anni, nella
Malvasia Greca, varietà rara e trattata anche in versione spumante metodo classico. Su 10 ettari vitati coltivano la
Malvasia su un ettaro e mezzo. Si chiama
Monvasia Metodo Classico edizione speciale lo spumante rimasto 60 mesi sui lieviti, una bottiglia creata per festeggiare il decimo anno di produzione del loro
Metodo Classico a base
Malvasia.
Monvasia è un acronimo di Monferrato e
Malvasia. Una bollicina elegante con sentori di salvia, mela verde e pan brioche al naso e all’assaggio. (
CB)
Quando con il cotechino si è indecisi se scegliere un buon
Lambrusco o una bollicina
Metodo Classico, si può anche decidere di fare entrambe le cose: un
Metodo Classico da
Lambrusco. E il pensiero non può che andare a
Cantina della Volta, un’azienda che ha fatto del
Metodo Classico da
Lambrusco di Sorbaraun cavallo di battaglia, seguendo la filosofia e la bravura dell’enologo
Christian Bellei. La scelta, tra i vari prodotti dell’azienda, ricade sul vino forse più importante, il
D.D.R. Lambrusco di Modena D.O.C. Spumante Metodo Classico Vendemmia 2009:
D.D.R. significa
Degorgiatura Dosaggio Recente. Le uve di
Lambrusco di Sorbara arrivano dai terreni alluvionali del fiume Secchia. Dopo un affinamento di almeno sei mesi nei tini, si procede con la presa di spuma e l’imbottigliamento. E poi il lungo periodo sui lieviti, 84 mesi. Fino ad arrivare a un prodotto sorprendente: fresco, profumato, elegante, complesso e, soprattutto, dalla grande bevibilità, con un’acidità ancora un po’ tagliente che regala ottime possibilità di abbinamento. (
RF)
Cascina Cerutti si trova nel comune di Canelli, verso il borgo di Cassinasco, esattamente a un chilometro dal paese salendo in direzione della porta della Langa Astigiana. Una cascina circondata da vigneti di cui 6 ettari vitati tra
Moscato e
Chardonnay. Nella piena area
Unesco dei “Paesaggi vitivinicoli del Piemonte, Langhe, Roero e Monferrato” con il loro
Moscato d’Asti docg sottozona
Canelli Surì Sandrinet producono un vino fresco con un quadro aromatico ricco di note erbacee e balsamiche, speziature e sfumature di salvia, cedro senza perdere la florealità. La prima annata fu nel 1997 e oggi, con il millesimo 2017, si può degustare un vino ideale per i dolci natalizi e azzardare con risultati straordinari un’ abbinamenti a formaggi erborinati o salumi. Il vitigno
Moscato Bianco di Canelli genera un vino complesso, equilibrato e persistente. (
CB)