26-11-2018
Appassionati riuniti dall'associazione Vini di Vignaioli il 3-5 novembre scorso a Fornovo di Taro (Parma)
In un calendario annuale denso di eventi vinicoli, che vede il proliferare di degustazioni, mostre mercato, fiere, perché scegliere di partecipare a Vini di Vignaioli a Fornovo?
Innanzitutto, perché è un’opportunità per incontrare un ampio numero di piccole produzioni artigianali che declinano, spesso in modo molto personale, il tema del vino biologico, biodinamico e naturale. Inoltre, complice l’atmosfera di estrema convivialità, i produttori sono particolarmente inclini a raccontarsi. Infine, la possibilità di venire a diretto contatto con zone e vitigni inconsueti e di minore frequentazione. Due giorni di immersione enoica che, di anno in anno, vede aumentare la partecipazione di un pubblico in parte differente e più giovane rispetto alle fiere “tradizionali”.
Ecco alcuni assaggi, incentrati su tipologie, produttori e varietà in cui difficilmente ci si imbatterà nelle altre pur qualificate date nell’agenda dei winelover.
VINIFICAZIONI SINGOLARI 1701 Franciacorta L’azienda è certificata bio e biodinamica e propone Sull’erba, uno Chardonnay rifermentato in bottiglia con mosto e lieviti indigeni. Non filtrato, non dosato, non sboccato. 3.000 bottiglie che uniscono una gran pulizia a un’estrema bevibilità. Informale, divertente, prepara la bocca ai grandi classici che la cantina produce.
Terre di Giotto Il Sauvignon 2017, dalle vigne più vecchie della proprietà, sosta 7 mesi sulle bucce in anfora interrata, ha note erbacee e balsamiche e un sorprendente finale di wasabi. Opera di Michele Lorenzetti, vigneron e consulente di biodinamica, ci fa scoprire il Mugello come terroir dalle indubbie potenzialità.
Orsi Vigneto San Vito Posca bianca è un vino perpetuo a base di Pignoletto, Albana, Malvasia: la vasca di cemento dal 2011 viene ricolmata a cadenza mensile e lasciata alla fermentazione spontanea. Frutto di una lodevole ricerca filologica, è un percorso dell’azienda verso l’uso dei vitigni locali.
VITIGNI MENO NOTI
La Visciola Ju quartu 2016, toponimo della vigna da cui provengono le uve, è uno dei tre cru che l’azienda ottiene da vigne degli anni ‘60. Così declinato, il Cesanese del Piglio sposa un tannino austero da vino del nord a un frutto generoso che guarda a sud.
ESPERIMENTI TERRITORIALI
Fabbrica di San Martino Fabbrica di San Martino 2017 è uno schietto Sangiovese delle colline lucchesi ed è l’occasione per soffermarsi su un territorio che si è unito sotto l’insegna delle buone pratiche agricole della biodinamica anche grazie alla personalità e al carisma del vignaiolo Giuseppe Ferrua.
Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo
a cura di
Napoletana di nascita e lucchese di adozione, parte dalla critica letteraria per arrivare poi a raccontare di cibo e di vino (che sono anche le sue passioni). Adora viaggiare e va matta per la convivialità che si crea intorno alla tavola